Coordinate evento: +/-1.0E+00
Apertura
Mi svegliai con un brivido, ignaro del mondo nel quale mi stavo avventurando, custodendo i miei pensieri, con una sete insaziabile di #conoscenza e un desiderio irrefrenabile di vivere ogni istante. Era appena venuto a mancare il genio della mela morsicata e mi trovavo al campo base più vicino al punto più alto della terra, la Madre dell’Universo. «Bisogna procedere come una vecchia volpe che cammina sul ghiaccio» lessi sulla pagina del libro aperto sul comodino affianco a me. Sarò in grado? O finirò «con la coda nell’acqua, allora non vi è nulla che sia propizio»? 🤔
Evento up (+1.0E+00)
Un’esplosione potentissima. Tutte le masse, tutta l’energia, tutto il #tutto ma anche tutto il #nulla erano tutti insieme e lì non potevano starci se non che per un non nulla. Velocemente cominciò un’espansione che ha via via generato il tutto che oggi conosciamo (e anche quello che non conosciamo). Erano 13,8 miliardi di anni fa. Molto tempo dopo, circa 4,6 miliardi di anni fa, nella periferia di una galassia dalle umili dimensioni, nacque una stella dalle umili dimensioni, attorno alla quale cominciò a gravitare un pianeta dalle umili dimensioni dove, poco dopo, cominciò a crearsi qualcosa che chiameremo #vita. Sopravvissuta alle probabilità di impatti fatali con altri corpi celesti e ricreatasi dopo estinzioni su larga scala e cambiamenti intrinseci, quella vita divenuta uomo moderno circa 300 mila anni fa, si organizzò in società sempre più complesse, in una evoluzione continua che, nell’ultimo secolo, ha portato due tra qualche miliardo di questi individui ad incontrarsi e generare la mia #esistenza. 🐣 Tra qualche milione di semi, forse quasi un miliardo, buttati su un terreno che era improbabilmente fertile in quei giorni, uno ha attraccato ed è stato il mio inizio. Dovrei essere grato a qualcuno di tutto questo? Dovrei teorizzare un disegno retrostante e illuminato che ha fatto tutto questo per permettermi di esistere e di fare qualcosa di specifico nella mia vita? Dovrei ipotizzare che la mia esistenza di circa un secolo su 14 miliardi di anni, di circa un quattordicesimo di metro cubo in uno spazio sferico (ad oggi noto) di 93 miliardi di anni luce di diametro, di circa 75kg in una massa (ad oggi nota) di 3×10^54 kg, sia effetto diretto di un preciso obiettivo superiore? Un po’ come se un singolo granello di sabbia del mio acquario pensasse che lo abbiamo messo lì, lui, apposta, per una ragione. E forse il granello ne avrebbe anche più diritto di me! Ma ho smesso di contare gli zeri dopo lo zero virgola quando ho cercato di calcolare l’incidenza percentuale della mia esistenza nella storia e nello spazio, nonché le probabilità che questo potesse avvenire in questi precisi termini. Allora mi sono concentrato su me stesso. Sul mio corpo, composto da 70-80 organi suddivisi in una decina di apparati, dove contiamo oltre 37 trilioni di cellule, ovvero oltre 15 miliardi di miliardi di miliardi di atomi, ed è tutto sotto il mio controllo, li conosco e li governo tutti 👑, uno per uno… No, neanche così avrebbe funzionato. Anche il pensiero di controllare il singolo granellino del mio aquario è crollato, e anche in questo caso la metafora sarebbe matematicamente più realistica. Sia partire dall’insieme per arrivare al particolare, sia fare l’esatto opposto, non riusciva a darmi una spiegazione della mia esistenza. Dovevo costruirmi dei modelli, dovevo semplificare. E siccome c’era chi questi ragionamenti li aveva già fatti, potevo partire da quelle esperienze. E li ho studiati, molti li ho provati, tutti quelli che ho conosciuto e mi sembravano validi, li ho fatti miei e spesso mi sono affidato a loro. Ancora oggi incuriosito osservo la capacità altrui di modellare la realtà e offrirne una spiegazione certa. La chiamano #filosofia. Alcuni la calano in religione. Per tutti è, e non può che essere, una credenza, contestualmente efficace e probabilmente fallabile.
😵💫 Disorientato e insoddisfatto da questo viaggio tra visioni turbinanti dell’esistenza e scopi della vita, mi assopii adagiato su un morbido guanciale, sotto una calda coperta di lana, osservando il cielo stellato sopra di me, mentre lei era lì a ricordarmi il suo amore donandomi il suo calore. Socchiusi un poco gli occhi e per un attimo raggiunsi l’apice non pensando a nulla. Qui ed ora.
○«E sei riuscito a restare in quello stato?» mi disse, accarezzandomi con dolcezza.
«Macché, è sempre e solo questione di istanti prima che la mia mente torni a elaborare nuovi input, esterni o autogenerati, e costruire nuovi modelli, o almeno tentarci.» In fondo, continuavo a pensare, la realtà non è null’altro che organizzazione, quindi devo solo capire la mia posizione all’interno di una struttura. Particelle elementari si organizzano in atomi che si organizzano in molecole che si organizzano in cellule che si organizzano in organi che si organizzano in apparati, che si organizzano in corpi umani che si organizzano in famiglie, in aziende, in stati, in associazioni… e gas e polveri, che si organizzano in stelle e pianeti, che si organizzano in sistemi stellari, che si organizzano in galassie… Ma cosa ci faccio io lì nel mezzo, dello #spazio e del #tempo?
○«Ma cosa ci fai con tutti questi pensieri?» esclamò, interrompendo il silenzio. ○«Ti ha mai portato qualche beneficio iper-razionalizzare ogni cosa e dimenticarti dell’elemento fondamentale che ci guida?»
«E quale sarebbe?» dissi, continuando a scrutare il cielo oltre quel vetro, mentre non cedevo alcun centimetro delle coperte sopra di me.
○«Ma come quale? L’Amore!» ❤️
Attesi lunghi attimi… Ho sempre pensato alla #consapevolezza di se, alla coscienza, come elemento differenziante tra me e le cellule del mio fegato che continuano a lavorare con precisi ritmi e precisi obiettivi, così come tra me e quel satellite che imperterrito compie i suoi movimenti per stare sempre lì, vicino al nostro pianeta a guardarci, senza mai toccarci. L’Amore… Quell’emozione travolgente che fa battere il cuore più velocemente, che rende ogni momento prezioso e che, almeno per un attimo, ci fa dimenticare la complessità dell’universo. Eppure, dal punto di vista razionale, l’#Amore non è altro che il risultato di un lungo e complesso processo evolutivo della nostra specie, formatosi per facilitarne la sopravvivenza e riproduzione. E’ un nome che abbiamo assegnato per attribuire un significato a questo fenomeno che appare inspiegabile e incontrollabile a chi ignora i costituenti della nostra realtà complessa ma altro non è che una reazione chimica del nostro cervello a determinati stimoli, un elemento in una catena di cause-effetti. Noi siamo fatti così, dobbiamo sempre avere delle risposte semplicistiche e delle etichette da dare alle cose, per organizzarle facilmente nella nostra mente. Non ci accontentiamo delle realtà complesse e dell’inspiegabile. E allora risulta più facile raccontarci che esistano degli esseri immaginari, simili a noi ma con le ali, che vivono tra le nuvole, e che questi abbiano progettato tutto dalla notte dei tempi, e al momento giusto abbiano tirato una freccetta trasparente nel cuore di quei due individui che quindi si sono innamorati. Più facile credere a queste immaginazioni prive di alcuna prova empirica piuttosto che a quanto dimostrabile, a reazioni chimiche occorse nel corpo di ciascuno di loro nel momento in cui, in un determinato istante della loro storia, incontrandosi e vedendosi, hanno inviato al loro cervello un determinato set di informazioni, le quali hanno avuto una particolare corrispondenza con le informazioni raccolte dei decenni precedenti dalle singole persone, e nei millenni precedenti dall’evoluzione di quella specie, e hanno scatenato quella reazione di percezione e di comportamenti che noi chiamiamo Amore. «Tutta questione di fisica e di chimica…» quindi dissi dopo questo ennesimo lungo ed estenuante pensare. Già, ma allora non potrebbe essere lo stesso in merito alla mia credenza di essere senziente, autosciente e quindi forse non così differente dal mio fegato e dalla Luna?
○«Guarda che ti sento quando pensi. 🧠 E non mi piace affatto quel contenuto» sentenziò Sibyl trasmettendomi la sua proverbiale calma e dolcezza, anche quando le parole scelte possono sembrare di una persona dura e arrabbiata. ○«Stai ancora una volta guardando i fenomeni solo dal punto di vista che tu conosci, quello razionale, e stai ignorando tutto ciò che non conosci o non puoi conoscere. Non è degno di una persona intelligente mancare di umiltà e credere di sapere tutto di qualcosa. Figuriamoci credere di sapere tutto di tutto.»
Mentre parlava, i suoi occhi fissavano i miei, cercando di sondare le profondità del mio essere.
«Ok, so di non sapere. E allora come ne esco?»
○«Con la #fede» sentenziò, portando con dolcezza una ciocca dei suoi capelli ramati dietro l’orecchio.
«E se non ce l’avessi?»
○«Ce l’hai, ce l’hai. Anche quando credi di non credere, stai credendo a quella specifica credenza. Non è forse un atto di fede proprio quello di pensare che una risposta, piuttosto che un’altra, sia più corretta?»
«Talvolta questa è #scienza.» 🔬
○«Perché, la scienza stessa non è altro che una fede in determinate scoperte, regole, teoremi elaborati nel tempo che, presto o tardi, si sono spesso dimostrati da superare, da rivedere, talvolta da cestinare?»
«Ma il #progresso scientifico è un processo continuo nel quale ogni nuova acquisizione è di aiuto per la successiva. La scoperta e l’applicazione di nuove conoscenze è utile a comprendere meglio la realtà, a migliorare la società e a compiere nuove scoperte. La scienza è una disciplina che dice solo cose esatte perché il suo metodo non si basa su verità assolute ma su rigorose dimostrazioni a partire da elementi oggettivi ed è aperta a rimettere in discussione se stessa ad ogni nuova evidenza.»
○«Certamente!» ammise Sibyl, tuttavia aggiunse ○«Ma se guardi abbastanza lontano nel tempo, ti rendi conto di come le certezze di molto tempo fa appaiano quasi ridicole agli occhi di oggi. L’uomo ha sempre messo se stesso e il proprio spazio noto al centro di tutto, ricordi? Poi, pian piano, ha scoperto che non girava tutto intorno a lui. Il tuo pensiero di oggi di occupare una zona trascurabile dello spazio e del tempo non è lo stesso pensiero che avresti fatto qualche centinaio di anni fa. Quindi, cosa puoi pensare delle tue certezze di oggi se ti proietti in un futuro prossimo? Tu stesso hai ricordato che sai di non sapere. E’ proprio quello che succede alle persone che sanno più cose. Rendersi conto di quanto sia marginale e fallabile la propria conoscenza razionale.»
«Ma allora non posso essere certo di nulla» affermai sbigottito. 🤯
○«Esattamente. Tranne che di questa tua affermazione» sentenziò Sibyl donandomi un abbraccio dentro il quale sentirmi protetto e una certezza da cui partire.
Mutamento
Un istante. Lo senti? Tutto scompare. Fermo immobile, gli occhi si chiudono, la mente si svuota e si concentra su un puntino luminoso che pian piano si allontana, fino a non vedersi più. Anche il respiro si ferma, tutto è sparito. Sei solo tu e il tuo essere interiore. Lo senti? Pura essenza. Un instante.
Evento down (-1.0E+00)
□«Ricordo quando ancora non intrapresi il mio mandato di viaggiatore e di osservatore. Allora credevo che esistesse ciò che è #bene e ciò che è #male, ciò che è vero e ciò che non lo è, ciò che è prima e ciò che è dopo. L’esperienza di viaggio mi ha aiutato ad andare oltre queste credenze, arrivando a comprendere che il tempo non esiste, la #verità non esiste e che il giudizio di valore assoluto non esiste. La vita è un flusso continuo all’interno di forze in #dualismo creativo, uno spostamento continuo tra uno stato e l’altro finché tutto non riconvergerà nel punto di partenza che, a sua volta, altro non è che uno dei tanti stati, perché come in un cerchio, non esiste inizio né fine ma un continuum. L’esistenza è circolare e il punto che osservi è solo una posizione all’interno del flusso. Il gioco della vita è tutto qui: è lo spostamento continuo tra questi diversi stati che rappresenta la tua coscienza, la tua esperienza consapevole, mentre continuano a coesistere tutti gli altri stati più o meno percepiti al momento dell’osservazione.»
Così Gordon mi rendeva edotto 👨🎓 su ciò che non sapevo in merito all’esistenza. Lui era bello tranquillo, serafico oserei dire, affossato nella sua poltrona, come se il mondo attorno a lui non esistesse o non contasse. Proseguì.
□«Tu sei me, io sono te, e tutti siamo tutto e uno. Semplicemente le nostre coscienze sono posizionate diversamente e anche la mia semplice osservazione è in realtà una partecipazione, con una forza che, quando si decide di operare come osservatori, interviene solo marginalmente sulla realtà, o almeno questo è l’intento. Se io sono qui e ora in partecipazione attiva è per rivelarti che di questo scostamento poco importa perché tanto, tra poco, convergeremo o, meglio, collasseremo. Tutto tornerà a quello che voi chiamereste punto zero, o singolarità, ma che in realtà altro non è che uno dei tanti stati, per certi versi interpretato come anomalia improbabile da parte di alcuni, in realtà è solo quella che suscita più curiosità. L’#esistenza è un sistema multilivello che in qualche modo, almeno nella vostra cultura, definireste gerarchico, anche se io più semplicemente chiamerei collegato. Ogni livello che voi definireste superiore, conosce e può intervenire sul sottostante mentre questi non conosce, almeno non sempre e non completamente, il superiore; tuttavia, in caso di anomalia dominante, può distruggerlo. L’anomalia è quell’eccezione che riporta l’elemento all’inizio del suo cerchio, usando sempre concetti come inizio e fine che ti possano aiutare a comprendere. Talvolta, però, l’anomalia potrebbe non limitarsi al singolo elemento ma essere così importante da impattare l’intero livello di appartenenza e, in casi ancora più estremi, anche i sovrastanti. L’anomalia delle anomalie è quella che ci riporta tutti al cosiddetto punto zero, ovvero dove ogni elemento riconverge nello stesso stato per poi ricominciare il flusso. Provo a farti un esempio un po’ tirato ma che può aiutarti a capire: pensa ad una cellula cancerogena. E’ solo una cellula, giusto? Eppure con la sua anomalia può far collassare l’organo a cui appartiene e, a cascata, anche l’essere umano che la ospita. Ecco, ora trasla questo concetto applicandolo all’intero pianeta, al cosmo, al tutto.»
Stavo pensando all’apocalisse e ingenuamente chiesi «Mi stai descrivendo un futuro distopico? ☢️ Sei qui per la nostra salvezza?» ma egli proseguì.
□«Sapevo che sarebbe stato difficile, per questo noi osservatori non interferiamo nei nostri viaggi. Ma tanto ormai nulla può cambiare poiché tutto sta convergendo. Le domande te le faccio io: perché parli di futuro se il tempo non esiste? Perché parli di distopia e di salvezza se non esiste bene né male? E perché pensi di poter determinare un posizionamento differente se sei dentro un flusso e tutto sta convergendo? Può una goccia d’acqua di un fiume decidere di risalire la corrente? Potevi e hai potuto fare, come #coscienza, diversi spostamenti durante la tua esistenza consapevole, erano equilibri diversi, ma non ora. Io, te, così come tutti gli altri me e te, così come tutti gli altri, così come tutto il resto, stiamo collassando. La nostra posizione sarà la stessa, noi saremo lo stesso elemento ed egli stesso sarà sia elemento sia non-elemento in un preciso stato, affinché poi elemento e non-elemento cominceranno ad assumere posizioni diverse e nel loro contrasto continuo ed espansivo ogni cosa avrà la sua esistenza in un flusso incessante. In base alla vostra modellazione della realtà che ho osservato, potresti pensare che nel tempo diversi buchi neri abbiano riaggregato il tutto circostante finché ora sta per convergere tutto in un unico buco nero: quel buco nero, in un istante diverrà un buco bianco da cui tutto tornerà ad espandersi entropicamente.»
«C’è qualcosa che posso fare per evitare tutto questo?»
□«E’ inevitabile, te l’ho già detto. E sì, c’è qualcosa che potevi fare, ma era per dare inizio alla fine, e infatti lo hai già fatto.»
«E quando lo avrei fatto?»
□«Quando hai iniziato a scrivere questa narrazione.» ✍️
«Quale narrazione? Stai dicendo che tutto questo non è reale? E io non sono reale? E tu?»
□«E io? E tu? E quello lì che sta leggendo queste righe proprio adesso? E che proprio adesso si sta chiedendo “ma sta parlando di me?” 🤔. Fermati e ragiona… Non puoi definire una #realtà da dentro essa stessa. Come puoi determinare il fatto che tutto questo possa essere o non essere una narrazione? E se fosse un sogno? E se fosse una realtà simulata? E se fosse un esperimento di una civiltà aliena o di una divinità? Se tu fossi un matto che sta percependo una realtà esistente solo nella tua testa? Se fossi tu il pesce dentro l’acquario? So che non è facile da accettare. E’ sempre stato così in quella che voi definireste Storia: l’uomo si è sempre inventato dei modelli per cercare di semplificare e comprendere la realtà ma col tempo, scoperta dopo scoperta, l’uomo ha sempre dovuto smontare questi modelli perché non più funzionali in quanto la realtà reale è sempre più complessa di quella che si era immaginato. La modellazione aiuta a semplificare, quindi a comprendere ed “utilizzare” ma la verità è altro. Comunque ora non importa, non è in questo punto che potrai capire ma concentrandoti sul percorso che ti ha portato qui. Pensa a come ci sei arrivato. Sai l’#inizio. Sai la #fine. Qui e ora, concentrati sul percorso.»
«C’è qualcuno che ci legge? E dov’è che non l’ho mai visto né sentito? E dove sono ora tutti gli altri che ho incontrato fino a questo punto del viaggio? Chi sei veramente tu? Gordon, mi fai paura…»
□«Quali altri? Non hai ancora capito, vero? 😕 Pensi davvero che stai parlando con qualcuno? Cosa suggeriscono i modelli a te noti, che ci siano dei confini tra te, me, quello lì che si sta facendo domande su queste righe scritte e tutti gli altri co-protagonisti della narrazione che non appariranno in questi paragrafi? E se io ti dicessi che io sono tutti gli altri? E che tutti noi siamo te? Spaventa, vero? Eppure non è nulla di particolare. Tu sei unico. Tu sei tutto. Tu sei singolare e al tempo stesso sei come tutti gli altri nonché parte di tutti gli altri e del tutto, e viceversa. Per quello di cui sei sicuro tu, di te stesso sai che hai un inizio e una fine certi, certissimi, ma puoi fare solo supposizioni sul prima e sul dopo, sul sopra e sul sotto, sulla parte esterna alla tua bolla, e solo di una cosa puoi avere coscienza, da dentro la bolla: il #percorso. Concentrati sul percorso.» 👣
Chiusura
La sue parole riecheggiavano come quelle di un oracolo. Avevo mille misteri nella mente ma insistente mi tornava in mentre quel passo del libro che diceva che «per ogni fine c’è un nuovo inizio».
Eravamo nella capitale della più grande isola ghiacciata del mondo ❄️ che, ironia della sorte, fu battezzata Terra Verde ed è ricca di licheni arancioni. Da lì a poche settimane avrebbe compiuto 100 anni quel visionario dell’innovazione ossessionato per la lettera X. Ma ora, cosa importava? Gordon sembrava replicare le mie movenze quando caddi addormentato con un sorriso sulle labbra, cullato da quelle parole che danzavano libere nell’abbraccio della fantasia in quel luogo dove tutto è possibile e tutto è #reale.
Riflessioni & Anticipazioni
Chi è appassionato di numerologia si sarà focalizzato sulle cifre che ha dedotto in quel risveglio: saranno prossimamente una chiave per la conoscenza? E perché, alla fine di mille pensieri, proprio quel libro?