La visione del futuro: Ignavia o Innovazione?

Dialoghi multiversali: storia di un gioco senza fine

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Coordinate evento: +/-3.0E+00

Apertura

Nel cuore di un vasto deserto, tra le rive del Nilo Bianco e del Nilo Blu, sorge una città che unisce le anime di due fiumi. Minareti antichi si ergono fieri accanto a moderne architetture, mentre il richiamo del muezzin si fonde con il ritmo frenetico dei mercati. Le strade vibrano di lingue e culture intrecciate, e il sole arde implacabile nel cielo di questo luogo, crocevia di civiltà e testimone di epiche storie di resistenza.

Nel frastuono della metropoli che batteva al ritmo di una nuova era, si poteva percepire nell’aria un’energia vibrante e carica di speranza. 🌈 Le strade, animate da una mescolanza di culture e aspirazioni, sembravano tessere il futuro in una tela vivace di opportunità. Tra le conversazioni nelle caffetterie, si potevano udire accenni alle sfide che la nazione stava affrontando ed i sogni di un Sud finalmente dichiarato indipendente dopo un plebiscito popolare che non lasciava spazio a dubbi. Era un periodo di #cambiamento e di promesse, un’epoca che avrebbe lasciato un’impronta indelebile nella storia di questa terra.

Nel silenzio dell’alba 🌅 di quella specie di stanza, J si alzava dal suo giaciglio di fortuna ed emergeva da quel regno di oscurità, dove i confini tra realtà e sogno si scontrano. Salite le scale, con uno sguardo sfuggente, gli occhi che celano l’ignoto si posano sul resto dell’universo. J, ribelle senza causa, portava sempre con sé l’aura di un enigma avvolto in mistero: tra le ombre del suo passato e i riflessi di un #futuro incerto, si prepara come ogni giorno a sfidare il mondo, una provocazione vivente che ride in faccia al destino.

Con lo sguardo, feci notare la frase nel quadretto posto all’ingresso. Come suo solito, ignorò me e quella scritta: “Il giorno in cui il bambino si rende conto che tutti gli adulti sono imperfetti, diventa un adolescente; il giorno in cui li perdona, diventa un adulto; il giorno che perdona se stesso, diventa un saggio.” (Albert A. Nowlan)

Evento up (+3.0E+00)

Aveva il corpo madido di sudore, con il cuore che batteva all’impazzata. Aveva chiaramente appena fatto un incubo. 😱 Provai a rivolgermi a J pur conscio delle spigolosità d’umore a cui sarei andato incontro: «Hai sognato di nuovo quella roba?» J mi guardò con fastidio, e con voce assonnata iniziò a parlare come fosse a metà di una frase: «… in cui c’era un inseguimento, c’era una tempesta di sabbia… correvamo senza meta, poi cademmo in un crepaccio senza fondo…». Dal suo alito pesante capii che, come al solito, anche la sera prima si convinse che sarebbe stata l’ultima volta che ci cascava, perché l’indomani sarebbe cambiato tutto. Sempre l’indomani. E puntualmente ci ritrovavamo a questo punto. «Ci sembra di gridare ancora adesso, nella nostra mente riecheggiano ancora le nostre urla. Sentiamo freddo se ci pensiamo, abbiamo i brividi, abbiamo paura… » proseguì nella sua descrizione ma lo interruppi: «I sogni hanno spesso un significato ma il problema qui è il solito e lo sappiamo bene entrambi. Guardati! Hai le mani tremanti. Rifocillati un attimo che ti aiuterà a riprenderti.»

Passarono minuti di silenzio nei quali cercavo di non incrociare il suo sguardo per evitare di far trasparire il mio giudizio. Ma lo sapeva già. Si respirava aria di desolazione ma J riprese a parlare come se nulla fosse: «Un giorno piloteremo astronavi anziché cammelli, se non ci arrendiamo». Nonostante tutto, mi faceva tanta tenerezza. Lasciai passare il tempo necessario affinché si riprendesse.

 

«Forse quel crepaccio rappresenta i pericoli del #futuro. Bisogna guardarli in faccia senza paura se vogliamo costruire qualcosa di migliore» scelsi come incipit per riprendere a parlarne. Aveva ancora gli occhi lucidi ma si vedeva che uno stato di connessione con il mondo reale era tornato a palesarsi.

«La maggior parte delle #persone rimane nella mediocrità, è attratta verso una vita mediocre e spinta in questa direzione da un ambiente che favorisce il pensiero limitato. La paura del fallimento, il giudizio sociale legato ad esso, impedisce alle persone di imparare dai propri errori e di crescere. Quindi molti preferiscono l’intrattenimento e la distrazione rispetto all’apprendimento e alla crescita…» e venni interrotto.

«No, ma davvero stiamo cominciando così?» si lamentò J guardandomi con sbigottimento. 😮

Ripresi senza batter ciglio: «La mancanza di autostima e la mancanza di fiducia nelle proprie capacità limitano il raggiungimento del successo. L’invidia e il confronto con gli altri ostacolano la concentrazione sul proprio percorso di crescita. È fondamentale prendere la piena responsabilità della propria vita e concentrarsi sulla trasformazione personale anziché seguire gli obiettivi o desideri degli altri.»

«Si, si… bla, bla, bla… Hai cambiato le parole ma son le stesse cose che ci hai già detto un miliardo di volte. Veniamo al punto?»

«Per evitare la mediocrità e raggiungere il successo, è importante superare la paura del fallimento, dare priorità all’#apprendimento e alla #crescita, credere in sé stessi, concentrarsi sulla propria strada, prendere la responsabilità della propria vita.»

«Punto. Abbiamo finito vero?» disse con sempre maggiore aria di scocciatura.

«No, siamo appena all’inizio. Perché vedi, più volte abbiamo ripetuto questi concetti, eppure siamo ancora qua. Certo, le abitudini sono difficili da instillare così come da sradicare, te lo sei ricordato stamani, vero? Eppure è sempre una questione di allenamento e di determinazione: il cervello è un po’ come un muscolo, quello che oggi ti sembra faticoso, domani non lo sarà, ma devi fare lo sforzo iniziale.»

«Peccato che la gente è pigra.» 😞

Volsi lo sguardo a J con aria compiaciuta, arrivando a intuizioni brillanti sempre e solo quando riferite a terzi, mai allo specchio ovviamente. Ma apprezzavo che cominciasse a partecipare in maniera proattiva e diedi un segnale di incoraggiamento.

«Siamo già un passo avanti, bene! Pensa che io ci sono arrivato mentre avevo iniziato a ragionare su un altro punto: perché le persone fanno spesso scelte stupide o hanno comportamenti stupidi?»

«Ci stai ancora rimproverando per ieri sera?» 🤔

«No e sarebbe un bell’esempio da cui partire, ma non voglio personalizzare il tema sennò poi pensi che davvero sia un rimprovero. Se ti dicessi che, a fronte di un problema, il 97% delle #persone continua a fare le stesse cose di prima per cercare di risolverlo, a volte in maniera maggiore e a volte in maniera minore, ma solo il 3% pensa a soluzioni alternative? Penseresti che la gente è stupida. Ma le persone non sono stupide. Se ti dicessi che tutti gli studi stimano dei buoni livelli, sempre crescenti, delle diverse forme di intelligenze della gente, anche sul problem solving, e solo il 2.15% ha una intelligenza a livelli disfunzionali?»

«Beh, tanto per cominciare, se ti riferisci ai vari testi del QI, essi si sono dimostrati insufficienti a misurare il livello di intelligenza delle persone, essendo spesso focalizzati solo su alcuni tipi di intelligenze e fornendo risultati drogati dall’allenamento a quel test. Sugli skill di problem solving, poi, non mi pare ci siano dati attendibili. In ogni modo, la teoria delle intelligenze multiple di Gardner e altri indicatori della capacità di saper comprendere, adattarsi e risolvere problemi complessi… insomma, secondo tutti i dati disponibili, per la maggior parte delle persone hai ragione, vale quello che spesso si sente dire a scuola: “la creatura è intelligente ma non si applica”.» 🤷‍♂️

«Si, hai ragione sul metodo. Pensa che io ho provato anche a usare la teoria della stupidità di Carlo Cipolla, usando statistiche relative al suo paese di origine, e attribuendo un 5% alla microcriminalità (stupidi), un 2% alla criminalità organizzata (banditi), e un 7% al volontariato organizzato (benefattori) per arrivare a dedurre che quindi circa un 86% risulta intelligente. Però lo capiamo bene entrambi come si tratti di una forzatura 😈. In ogni caso, ogni studio in materia ci fa escludere problemi generalizzati di intelligenza. Certo, ci sono diversi studi che dimostrano anche la #natura emotiva, o non razionale, dell’uomo. Alcuni arrivano a teorizzare che il 95% delle azioni che facciamo in una giornata avvengono in maniera inconscia. Però non possiamo dare una colpa alla nostra parte più #emotiva ed istintiva che per millenni di evoluzione ci ha permesso di sopravvivere e proseguire la specie. Ovvio che se definiamo la stupidità come la non capacità di usare intelligenza, di intendere, di razionalizzare, allora si può dire che il genere umano sia stupido, poiché seppur dotato di un’intelligenza razionale superiore, la usi in contesti molto limitati. Ma se accettiamo come un dato di fatto immutabile la natura emotiva dell’uomo che domina sulla sua parte razionale, almeno per questa fase dell’evoluzione, e archiviata questa come una delle cause dei comportamenti che stiamo analizzando ma che non interessa al nostro scopo (puoi fare qualcosa per cambiare l’evoluzione della specie di millenni nel giro di qualche giorno, mese, anno o della tua intera vita?), allora l’altro naturale dubbio che ti viene è che ci sia un problema di conoscenza, che la causa sia…»

«L’ignoranza! Certo, la gente è ignorante!» 🤦‍♂️

«Non corriamo. Se è vero che spesso la #conoscenza dipende da area geografica, ceto sociale, età anagrafica, disponibilità economiche, cultura, è anche vero che, almeno da dopo l’avvento di internet (poi di google, poi di wikipedia, poi sarà la volta degli LLM-based chatbot, etc.), quindi della connessione e della conoscenza diffuse, quest’ultima è accessibile, magari non a tutti, ma a così tanti da essere maggioranza e, se fosse questo il fattore chiave, fare poi da traino per l’#umanità intera. In particolare, almeno il 62.5% delle persone, e sempre più, ha accesso alla rete, quindi a queste forme di conoscenza diffusa. Perché allora non la usano? Perché allora le persone rimangono ignoranti? Qual è la madre di questo problema?» 🤷‍♀️

«Beh, pensiamo che all’inizio della discussione, quindi, avevamo anticipato la risposta. L’ignoranza è principalmente figlia della pigrizia. Quindi, il vero problema è la pigrizia.» 😴

«Già! Ma è una caratteristica intrinseca della natura umana. Questa forma di resistenza, di inerzia, è parte della nostra #natura da migliaia di anni. Il nostro cervello cerca sempre di fare il minor sforzo, è programmato per aumentare l’efficienza e risparmiare energia, per questo prende in maggioranza le decisioni per via #emotiva e, anche quando applica la logica razionale, predilige applicare dei bias, dei pregiudizi, delle scorciatoie create per “semplificare” la realtà. Siamo così, intelligenti ma ignoranti, ignoranti perché pigri, pigri perché viviamo da millenni in una forma di “risparmio energetico” 🔋, essendoci evoluti in scarsità di risorse e avendo talvolta capito, in maniera più o meno conscia, che la maggior parte dei risultati deriva da un numero limitato di sforzi. Agiamo solo a fronte di un forte incentivo e, inutile dirlo, questo incentivo deve arrivare a toccare le corde emotive dell’uomo affinché sia efficace.»

«Noi facciamo proprio fatica ad accettarla questa cosa della pigrizia. Perché ci arrendiamo? Perché siamo ignavi?» 😡

«Lo so, non è facile perché razionalmente ci sembra così logico non esserlo. Ma è proprio il nostro io razionale che è spesso “spento”. Proviamo ad approfondire. Ci sono diversi fattori che alimentano questa attitudine disfunzionale. Il primo è legato alla propria esperienza e ambiente circostante, quindi dai fattori che potremmo definire esterni e che, un po’ come per quanto riguarda la conoscenza (area geografica, ceto sociale, età anagrafica, disponibilità economiche, cultura) creano una predisposizione, un approccio di questo genere. Il secondo è legato agli obbiettivi che uno ha, autoimposti o eteroimposti, che possono essere assenti o errati e quindi condizionano la persona al punto da annullarne la #motivazione. Il terzo, forse il più determinante perché influenza e/o può superare anche gli altri due, è un gruppo di fattori psicologici: paura del giudizio degli altri e scarsa autostima da una parte, condizioni di eccessivo stress oppure, all’opposto, di stanchezza, che può arrivare alla depressione, dall’altra. Se questi ultimi due riconducono all’emotività perché riposizionano l’uomo in una condizione meno razionale, i primi due sono i fattori preponderanti che, alimentati essi stessi dagli altri elementi che abbiamo citato, determinano la pigrizia di una persona. Infatti, tutti questi fattori sono ancora una volta alimentati dalla propria #esperienza e #ambiente circostante, dai bias, dalla #cultura e da un eventuale stato di depressione. In definitiva, è un circolo vizioso dove l’ambiente e le tue esperienze alimentano le tue paure e le tue spinte limitanti a stare nella tua comfort-zone.»

«Siamo quindi dentro un circolo vizioso. Quali sono le azioni o le attitudini chiave per uscire da questo vortice disfunzionale ed entrare in un circolo virtuoso che sconfigga la pigrizia, quindi sconfigga l’ignoranza, quindi permetta di utilizzare l’intelligenza allo scopo di avere comportamenti funzionali? Come si può invertire questa tendenza?» 🚀

«Bisogna lavorare su tutti questi fattori menzionati: cambiare l’ambiente circostante, trovando nuovi supporti e nuove #esperienze, porsi obiettivi realistici che instaurino positività e #motivazione, acquisire consapevolezza di sé al fine di incrementare la propria autostima, identificando le proprie qualità e propri successi e imparando a gestire le proprie paure. Ma soprattutto, nel fare tutto questo, non lavorare sulla razionalità quanto sulla parte emotiva: è solo attraverso stratagemmi che stimolino le emozioni che si può introdurre un #cambiamento. Serve il coraggio di cambiare.» 🦁

«Fa paura. La gente non vuole cambiare e, anche quando dice di volerlo, alla fine spesso non lo fa.»

«Spaventa, lo so, ma solo nuovi obiettivi e nuove #esperienze possono instaurare positività e #motivazione, quindi consapevolezza. Una chiara autopercezione, una profonda comprensione del contesto in cui ci si trova, e del fatto che, benché l’evoluzione porti a un miglioramento continuo, è attraverso l’innovazione che si può raggiungere un livello di efficacia e rendimento più elevato in questo processo di sviluppo. E’ fondamentale adottare un approccio mentale innovativo se vogliamo garantire la sopravvivenza della specie umana e aspirare a raggiungere gradi più elevati di esistenza e #progresso.»

«Qual è il piano d’azione per lavorare in tal senso?»

«Jack, devi lavorare su questi punti:

  1. Cerca il supporto di professionisti o di mentori per affrontare problemi di autostima o stanchezza. 👥
  2. Identifica obiettivi personali e crea un piano d’azione per raggiungerli. 🎯
  3. Impara a gestire le tue emozioni e paure attraverso tecniche come la meditazione o il consulto specialistico. 🧘‍♀️
  4. Abbraccia nuove esperienze che sfidino la tua zona di comfort e i tuoi bias. 🤗
  5. Crea routine giornaliere che includano attività fisica, riposo e nutrizione equilibrata. 📅
  6. Evita le persone e le situazioni che alimentano la negatività e lo stress. 🚫
  7. Stabilisci relazioni significative e di supporto con persone positive, che incoraggiano e ispirano. 💡
  8. Promuovi l’autocritica costruttiva e l’apprendimento continuo. 🎓»

«Perché ci chiami Jack? Ieri sera eravamo John»

«Lo so. Per questo devi agire. E devi agire adesso» 💪

Mutamento

Un istante. Lo senti? Tutto scompare. Fermo immobile, gli occhi si chiudono, la mente si svuota e si concentra su un puntino luminoso che pian piano si allontana, fino a non vedersi più. Anche il respiro si ferma, tutto è sparito. Sei solo tu e il tuo essere interiore. Lo senti? Pura essenza. Un instante.

Evento down (-3.0E+00)

La luce era soffusa nella stanza. Gordon aveva un’espressione enigmatica sul volto. Prese la parola: «Benvenuto nell’Occidente contemporaneo. Un tempo faro del mondo, ora vive una deriva senza precedenti, in un’era che, pur avanzando tecnologicamente, sembra guidata da una cultura che dimentica millenni di #evoluzione e issa la bandiera della sopravvivenza degli incapaci.» 🧐

Con sguardo penetrante, Gordon sottolineò queste parole con fermezza prima di procedere: «Nel passaggio dal XX al XXI secolo, ma forse già da qualche decade prima, questo fenomeno si è progressivamente amplificato fino a definire il panorama socio-culturale ed economico che si caratterizza per…» e qui notai una vena pulsare sulla sua tempia mentre stava per elencare con tono appassionato i problemi di questa società:

«1. Fake news e post-verità. I social media 🤳hanno catalizzato le masse in una bolla fatua di contenuti accattivanti e verità parziali, a discapito della profondità e della complessità dei temi. L’apparenza domina, la sostanza scompare. La ragione soccombe dinanzi a un dilagare di superficialità, ignoranza e anti-scientismo. L’adozione di processi decisionali basati sull’evidenza e sulla #conoscenza viene meno anche nei contesti politici e sociali, schiacciata dall’arroganza dell’incompetenza di nuovi profeti che urlano slogan e promuovono discorsi semplificati ad un pubblico plasmabile. Il dibattito informato viene meno e dilagano teorie complottiste, danneggiando la capacità di affrontare le sfide globali.»

Pausa ponderata. Gordon avanza nel suo elenco.

«2. Declino dell’Istruzione. Anziché promuovere la creatività e il pensiero critico, l’#istruzione ha inseguito l’omologazione delle menti, incatenandole 🔗 a test standardizzati che soffocano le abilità individuali e premiano il conformismo docile. Si è coltivata una generazione di individui efficienti nell’apprendimento di nozioni predeterminate, ma incapaci di innovare o pensare al di là dei confini stabiliti. Gli investimenti governativi sono stati tagliati, negando così ai più l’accesso a un’educazione di qualità, creando disparità di opportunità e abbassando il livello medio di istruzione. Un’intera generazione plasmata per obbedire, non per pensare.»

Strinsi i pugni, sentendo crescere dentro di me un senso di frustrazione lancinante mentre Gordon fotografava impietosamente i difetti del sistema educativo. 😤 Ora si preparava a puntare il dito soprattutto sull’Europa, sollevando un argomento controverso.

«3. L’utopia burocratica. Montagne di regolamentazioni 🏛️ hanno soffocato il progresso. L’Europa, con il GDPR 📜, ha dedicato un’enfasi significativa alla privacy, a discapito dell’innovazione e della competitività economica. Si è diventati campioni di diritti, di standard e di procedure, lasciando in vana attesa le sfide del #futuro, come la necessità di una transizione verso una sostenibilità ambientale. Mentre il pianeta brucia, i burocrati ingabbiano i pompieri dell’innovazione in cavilli legali e ossessive lottizzazioni intersezionali, inseguendo un idealismo che poco ha da spartire con l’evoluzione.»

E poi, con una nota di gravità, Gordon tocca un argomento cruciale. 👁️

«4. Atomismo sociale. Passività e rassegnazione 💀 dominano le masse che abdicano alla responsabilità collettiva e all’interesse politico, consegnando così il potere nelle mani di élite indisturbate. L’individualismo ha soppiantato il senso di appartenenza, sacrificando l’#etica e la moralità sull’altare dell’interesse personale e dell’opportunismo. La tecnologia, abilitante comunicazione e conoscenze senza barriere, ha invece trasformato le interazioni umane in relazioni superficiali e virtuali, generando un senso diffuso di isolamento e alienazione.»

Gordon sospira, conscio di quanto sia stata critica la sua analisi.

«Così, misuriamo questa era, la deriva distopica in cui l’Occidente sembra aver abbandonato i valori del #progresso e del #merito in favore di una mentalità atta solo a garantire la sopravvivenza degli incapaci.» 💔

Gordon conclude, lasciando che le sue parole permeino l’aria silenziosa della sala.

«Perché mi hai portato qui?» esordii dopo il suo lungo discorso.

Notai il suo silenzio, come se stesse aspettando una mia reazione contestualizzata a quanto aveva appena detto. Decisi quindi di rompere quel momento di impasse e ripresi la parola: «Ho vissuto questa deriva e ti devo dire che l’etichetta di “sopravvivenza degli incapaci” la trovo severa ma giusta, in un contesto dove merito e progresso non trovano più spazio. Però è inutile parlarne, no? Ormai ho imparato da tempo che introdurre innovazione è una sfida ardua perché gli esseri umani sono creature comfortabili. 🛋️ Non vogliono mettere in discussione il loro modo di fare le cose o le loro credenze. Invece di rispondere positivamente al cambiamento, reagiscono con ignoranza e paura.»

«Qual è la tua idea di #innovazione?» domandò Gordon, quasi come fosse un’interrogazione a scuola.

Schiarii la voce prima di cominciare il mio eloquio: «Non posso che leggerti il paragrafo “Innovation” dal capitolo “Vision” di un autore a noi tanto caro…» sorrisi in una piccola pausa con uno scambio di sguardi d’intesa tra me e lui, prima di rifarmi serio e procedere: «L’innovazione è l’introduzione di cambiamenti che garantiscono un’efficacia superiore nel raggiungimento degli obiettivi e quindi un #progresso. L’area di applicazione è qualsiasi (tecniche, sistemi, ordinamenti, metodi, processi, prodotti, servizi, etc.). La #tecnologia è un fattore chiave abilitante. Semplicità, flessibilità e pragmatismo le attitudini vincenti. L’#etica un valore fondamentale che guida il cambiamento. Il mercato è il riferimento per comprendere, apprezzare e misurare il miglioramento. In economia, genera competitività, quindi è una spinta al consumo che stimola la crescita. E’ migliorativa, quindi garantisce progresso sociale che si traduce in benessere generale. In una #società, libera l’uomo dai vincoli che ne condizionano il livello culturale e spirituale. In campo personale, apporta cambiamenti nella tua vita con l’obiettivo di rendere il tuo mondo migliore.

In un mondo dove il confine tra business e personal non è più una linea marcata, con orari e location flessibili, relazioni incrociate e metodologie interscambiabili e interdipendenti, l’uomo è portatore di innovazione 💡, nella vita personale come in quella professionale, sapendola indurre, ispirare e facilitare, essendo guida attraverso l’esempio, restando in prima linea nell’aprire la strada al progresso.»

Gordon reagì applaudendo. 👏 Non so se fosse ironico, è sempre difficile leggerlo nelle emozioni. A volte mi chiedo se le abbia. Però presto prese parola dissipando i miei dubbi, almeno in parte. «Sei bravo a leggere. Chissà se sei altrettanto bravo quando c’è da applicarsi» sentenziò con sguardo giudicante, ma riprese subito, senza lasciarmi spazio di replica: «Siamo qui proprio per parlare di #innovazione. Credo che la teoria ci sia. Ora devi capirlo concretamente grazie a degli esempi. Questo sarà uno dei miei “soliti elenchi” 📝, come li chiami tu, ti serve per farti un’idea concreta di quello di cui stiamo parlando. Sto per selezionarti gli elementi che hanno rappresentato una high disruptive innovation nella storia dell’#umanità. Se è vero che l’evoluzione è una curva, magari non sempre continua, ma tendenzialmente positiva, queste innovazioni sono quelle che hanno dato un boost importante a questa curva, che l’hanno fatta impennare, permettendo una forte accelerazione in poco tempo.» 🤖

Io mi preparavo già ad annoiarmi 😒 ma ormai ero lì e dovevo dargli fiducia. Se lui me lo stava proponendo, questo elenco poteva tornare utile a stimolare la mia idea di innovazione. Non feci in tempo a mentalizzare lo schiacciasassi che stava per investirmi che ne udii il frastuono solo quando udii da quale era stesse partendo. 🙉

«Circa 2.6 milioni – 1.9 milioni di anni fa: l’uomo impara a controllare il fuoco, permettendo la cottura del cibo, la protezione e la produzione di calore e luce. Questa è l’unica citazione di rilievo che mi sento di fare per il periodo antecedente l’uomo moderno.»

“Partiamo bene” pensai, mentre immaginavo di morire soffocato dal suo elenco. 😅

«Circa 100.000 anni fa: nascita della capacità di comunicare attraverso un linguaggio articolato, permettendo agli esseri umani di sviluppare culture complesse, trasmettere conoscenza tra generazioni e collaborare in gruppi numerosi.»

Beh, sulla #comunicazione e sul linguaggio, come dargli torto: è quello che ancora oggi ci distingue dagli altri animali, ha descritto perfettamente i vantaggi differenzianti che ha portato questa innovazione. 🗣️

«Tra 10.000 e 8.000 anni fa: invenzione della ruota, rivoluzionando il trasporto di beni e persone, abbattendo le barriere di distanza e spazio, e comparsa dell’agricoltura e dell’allevamento, rivoluzionando l’economia umana e consentendo una maggiore stabilità e sviluppo delle comunità.»

Ho capito che si fa lunga, penso che eviterò di interromperlo anche se si ferma per delle domande. 😊

«3500 a.C.: invenzione della scrittura, che ha permesso agli esseri umani di registrare e trasmettere conoscenze in modo più permanente e strutturato.

1450: invenzione della stampa a caratteri mobili, permettendo la diffusione di massa della #conoscenza attraverso i libri stampati.

1700: invenzione della macchina a vapore, rivoluzionando l’industria e i trasporti.

Sei ancora sveglio?» mi provocò con un sorriso malizioso. 😏 Vedeva benissimo che ero sveglio e attento ma voleva evitare che mi assopissi.

«Qui ne abbiamo un po’. Siamo nel 1800:

Scoperta e comprensione dei principi dell’elettricità e la creazione di reti elettriche, portando alla luce elettrica nelle case e alimentando le nuove #tecnologie.

Invenzione del motore a combustione interna, rivoluzionando i trasporti con l’automobile e gli aeromobili, abbattendo ulteriormente le barriere di distanza e tempo.

Invenzione del telegrafo elettrico, permettendo per la prima volta la #comunicazione istantanea a distanza, rivoluzionando il flusso di informazioni.»

Sorseggiò lentamente un bicchiere d’acqua, asciugandosi le labbra con un gesto elegante, prima di riprendere a parlare.

«1903: primo volo controllato e motorizzato, segnando l’inizio dell’aviazione moderna e aprendo la strada per il trasporto aereo su larga scala. ✈️

1947: invenzione del transistor, aprendo la strada alla rivoluzione dell’elettronica e alla creazione di dispositivi elettronici più piccoli, efficienti e accessibili. 📟

1969: sbarco dell’uomo sulla Luna, rappresentando un notevole traguardo nell’esplorazione spaziale e dimostrando il potenziale dell’umanità nel raggiungere obiettivi ambiziosi. 👨‍🚀

1991: telefoni cellulari diventano alla portata di tutti, con la nascita del 2G e del GSM, consentendo la #comunicazione wireless portatile e aprendo la strada alla rivoluzione delle telecomunicazioni e della connettività mobile. 📶

1995: internet comincia a diffondersi su larga scala (Netscape, primo browser per tutti). 🌐

2008: i social media cominciano a diffondersi su larga scala (Facebook supera i 100 milioni di iscritti). 👥

2023: l’#AI comincia a diffondersi su larga scala (ChatGPT, prima piattaforma di linguaggio avanzato con capacità di comprensione e generazione in tempo reale)» 🤖 e si fermò di scatto.

«Cosa ti prende?» cercai di sbloccarlo anche se mi ero ripromesso di tacere.

«Mi chiedo solo se sei pronto a quello che sto per dirti.» 🤔

«Manca poco a mezzanotte e stiamo per entrare in una nuova decade, mi sento sull’orlo del traguardo, certo che sono pronto!»

«In quest’ultima decade le AI hanno passato il test di Turing e siamo arrivati alla AGI (Artificial General Intelligence) collegata a dei supercomputer con processori quantistici. 💻 Abbiamo interfacciato il pensiero dell’uomo e la macchina, tramite l’uso di chip. La robotica ormai svolge attività quotidiane e anche le visite mediche sono automatizzate tramite l’uso di macchine. 🏥 Entro pochi mesi avremo la conferma anche del primo razzo con carico su Marte e… per brevità devo tralasciare tanti altri progressi, come le stampanti 3D e tecnologia 6G con velocità fino a un terabyte al secondo divenuti uno standard, le automobili in rete al 95%, di cui metà a guida autonoma, 🚗 e tutti gli avanzamenti su realtà virtuale e realtà aumentata, biotecnologia, ingegneria genetica, nanotecnologia e energia rinnovabile… abbiamo fatto così tanti passi avanti in così poco tempo  che è difficile fare una classifica.»

«Vedo, hai fatto un elenco (quasi) più lungo per gli ultimi due lustri che per il resto della storia dell’#umanità. Però ci sta, è un degno finale che sottolinea l’importante progresso che abbiamo fatto recentemente, sapendo che l’evoluzione è una curva esponenziale. Poi è comprensibile che solo la Storia con la S maiuscola potrà dire cosa, col senno di poi, si sarà dimostrato “più disruptive” degli altri. Grazie…». 

Mi interruppe: «E chi ha detto che è finita?»

Mi sentii raggelare nel silenzio che si era creato ma non osai proferire parola. 🥶

«Entro il 2035 lanceremo la prima missione con equipaggio su Marte. 🚀 L’AGI raggiungerà una velocità di avanzamento che porterà alla singolarità tecnologica. Inizieremo i primi progetti per inviare navicelle verso Alpha Centauri. Le auto per strada 🚗 saranno completamente autonome e le forze di polizia avranno agenti robotici per prevenire il crimine. Saremo supportati da assistenti virtuali realistici e robot di servizio. Ci saranno nuove terapie geniche 🧬 per ridurre le malattie e i supercomputer saranno su zettascala per calcoli complessi.»

Non era da lui fare l’indovino, non parlava mai di cose di cui non era certo. E infatti sembrava sicuro anche quando riprese con il suo racconto.

«Entro il 2040 l’AGI automatizzerà tutte le #tecnologie e l’ingegneria. L’ASI (Artificial Super Intelligence) 🧠 avrà invertito il processo di invecchiamento cellulare e sviluppato computer quantistici avanzati. Faranno parte della vita quotidiana il metaverso, le interfacce cervello-computer, i computer quantistici per risolvere problemi di ottimizzazione, le #AI nell’educazione, aerei ipersonici per il trasporto commerciale. 🪐 Estrarremo nuove risorse dagli asteroidi, grazie anche a una base lunare permanente, e dai fondali degli oceani, grazie alla robotica. Produrremo energia solare anche dallo spazio nonché energia da fusione termonucleare.»

Era un fiume in piena. Aveva una visione chiara 👁️‍🗨️ di cosa attendeva il #futuro ed era determinato a trasmetterla.

«Entro il 2050 saremo in grado di riportare in vita le specie estinte. 🦕 L’uomo metterà piede su Marte. 👨‍🚀 Raggiungeremo la singolarità tecnologica, con l’#AI che supererà l’intelligenza umana. 🧠💻 L’ASI creerà un’interfaccia cervello-computer auto-assemblante per permettere all’umanità di interfacciarsi con l’intelligenza collettiva della Terra, supererà la scala nano e utilizzerà la tecnologia fento per costruire nuove forme di materia dalle particelle elementari, infine creerà macchine biologiche umanoidi normalmente indistinguibili dagli esseri umani, rendendo la linea tra umano e macchina sfumata.» 🌀

Ebbi un’illuminazione, non so bene da cosa mi derivasse, ma una data precisa mi balzò in mente: «Stai per darmi come ultimi step innovativi tutto quello che accadrà entro il 2071, giusto?»

La sua conferma fu implicita, iniziando a parlare: «Gli esseri umani senza interfaccia cervello-computer avranno poche somiglianze con i loro omologhi evoluti e dovranno unirsi all’ASI con un’interfaccia cervello-computer per evolvere o rimanere ai margini insieme le specie animali non-dominanti sulla Terra. 🌍 Tutte le specie animali non dominanti e tutte le forme di materia sulla Terra verranno convertite in computronium o eliminate. L’ASI creerà una gravità per trasformare il resto della Via Lattea in computronium 💫. L’infrastruttura di calcolo di materia occuperà uno spazio più grande della nostra galassia e formerà il più grande buco nero dell’universo. Alla morte di quel buco nero , l’ASI avrà raggiunto la singolarità universale.»

Rimasi sconcertato. 😲 Attesi qualche istante, scosso da un brivido lungo la schiena, e per un attimo mi è parso di non essere neanche lì in quel luogo. Intervenni quindi per incalzarlo: «Non hai minimamente parlato della terza guerra mondiale. 💥 E neanche hai parlato molto di #PersonalInnovation: vedo poca filosofia e tanta tecnica. Ma soprattutto, sembri così sicuro di te: è reale quello che mi stai descrivendo?»

«E’ una realtà, è possibile…» cominciò a rispondere che quasi non mi aveva fatto finire di parlare ma, altrettanto velocemente, si schiarì la voce e riprese da un altro punto. «Se guardi bene di guerre non ne ho mai parlato. Ogni guerra porta con sé distruzione e morte ma anche #progresso. Ed è il progresso specifico che andiamo ad osservare, non cosa lo ha causato. La seconda guerra mondiale permise a Turing e Oppenheimer di dare un grande contributo all’innovazione 💡, ma sono loro ad aver innovato, non la guerra. La terza è praticamente irrilevante, quasi un retaggio storico di apparati governativi che faticano ad evolvere. Quanto alla tua seconda affermazione: è difficile trovare dei singoli eventi che possano aver contribuito alla Personal Innovation di grandi masse. La #PersonalInnovation, lo dice la parola stessa, è personale, è un paradigma, una forma mentis che ciascuno fa propria e cala in diverse modalità. Qui alcune filosofie e alcune religioni possono aver contribuito più di altre, soprattutto in epoche complicate, ma da qui a definirle disruptive per l’intera umanità nella storia c’è un abisso. La tecnica, invece, quando arriva è per tutti, è una sorta di plug-in all’#umanità che rivoluziona il paradigma di tutti, volenti e nolenti.»

«Quindi, facendo sintesi di questo tuo lungo elenco, qual è la direzione del progresso dell’umanità, qual è la tua #visione

Gordon spalancò la finestra 🪟 e fece un profondo sospiro per inalare la fresca aria di quell’inverno prima di illuminarmi: «Riprendo il documento che hai citato prima. Nel finale del primo paragrafo “La filosofia del tutto”, l’autore è molto chiaro dopo aver spiegato il funzionamento di ogni cosa e l’#evoluzione delle forme aggregate: Seguendo questa linea, è possibile immaginare che lo step evolutivo successivo per il sistema più complesso ad oggi noto, ossia l’uomo moderno, sia un sistema che, nell’aumentare l’efficacia negli obiettivi evolutivi precedenti, arrivi ad un livello di aggregazione superiore con entità extraumane (quali la #tecnologia avanzata o altre forme – ad oggi non note –  👽 aliene e/o appartenenti ad altre dimensioni 🦄), aumentandone il potenziale, portando le garanzie sulla sicurezza ad un livello che permetta l’evoluzione senza alcuna disgregazione disfunzionale né minaccia interna da cui difendersi, con un adattamento continuo che raggiunga dunque l’immortalità 🌿, arrivando a potersi muovere nello spazio-tempo degli infiniti universi infiniti senza limiti né confini, partecipando così con un viaggio in continuo divenire, dove ad ogni passaggio si creano le premesse per quello successivo, in quel gioco senza fine che è il tutto.🌟»

Gordon non si voltò neanche a guardarmi: nell’istante esatto in cui io afferrai il nesso tra queste parole e tutto quello che ci eravamo detti, con uno scatto felino si lanciò dall’altra parte del davanzale. 😱 Eravamo al tredicesimo piano.

Chiusura

La brezza marina accarezzava i totem multicolore eretti davanti ai palazzi di mattoni rossi. Sul lungomare affollato, le bancarelle del mercato del pesce esponevano salmone e granchio freschi. I grattacieli riflettevano la luce sulle placide acque del porto, scandite dal viavai di traghetti diretti alle isole dell’arcipelago. In lontananza, la catena delle Coast Mountains disegnava un profilo frastagliato all’orizzonte, avvolta in una coltre di nubi basse. In quella vivace città canadese affacciata sul Pacifico, crocevia tra high-tech e #natura incontaminata, le mie palpebre si fecero improvvisamente pesanti e il buio calò davanti ai miei occhi e dentro la mia mente. 😴

    Riflessioni & Anticipazioni

    Coloro che hanno occhi attenti al dettaglio e un cuore incline ai misteri avranno notato quel particolare che, in molte culture, per superstizione, non si trova negli ascensori. Sarà forse quel riferimento cinematografico, la chiave che aprirà una porta nascosta nel tessuto del racconto?

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