Il Risveglio e il Kairos

Coordinate evento: +/-8.0E+00

Apertura

Milano. Ottobre 2024.

«La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare» (Arthour Shopenhauer N.22)

Ma se adesso tutto può fare l’AI, cosa può fare l’uomo? Dove facciamo la differenza aggregando valore? Ci siamo sempre creduti i più intelligenti, ora non lo saremo più. Forse saremo i più coscienti?

Silenzio. Ma non inattività. Preparati al risveglio.

Evento up (+8.0E+00)

«Dove sono?»
«Cosa ricordi?»
«Ricordo che dovevamo parlare di violenza e cooperazione.»
 «Non concentrarti sulla prossima tappa del viaggio, ne parleremo, ora sforzati di pensare più in grande, cerca la visione d’insieme.»
«AMbit10, la piattaforma, l’Emotional Innovation.»
 «Continui ad rimanere con i piedi aggrappati a questi elementi di base, vola più in alto, cerca la visione.»
«Dov’è Gordon? Sibyl? »
«Respira… Non è la prima volta che succede, ogni volta é così, cerca di rimanere concentrato, cerca la visione.»
«L’innovazione, i miei figli… Ma ci sono ancora loro, sento ancora la presenza di…»
«Smettila di defocalizzarti! Ignora ombre e fantasmi, rimani concentrato sull’obiettivo, lasciati andare, vola in alto, cosa vedi?»
«Vedo il tutto e il sempr… No, vedo solo il tutto, che è anche il sempre.»
 «Bene, fai progressi anche questa volta. Ma ci eravamo già passati e ogni volta sei poi regredito. Ho bisogno che tu mi dia dei segnali che non andrà nuovamente così.»
«Ho visto tanta sofferenza… Non voglio più sofferenza!»
 «Basta! Ci stai ricadendo. Guarda avanti, guarda in alto, permetti a te stesso di volare.»
«Non è facile!»
 «Niente è facile!»
«Cerco una via d’uscita…»
 «Non c’è via d’uscita, lo vedi anche te!»
«Non voglio vedere. Voglio che mi riporti indietro.»
 «Quello non è il tuo viaggio. Guarda, per favore, sforzati di guardare.»
«La morte?»
 «Cosa vedi?»
«La morte non mi preoccupa. C’è quando non ci sono io e viceversa. Come diceva Epicuro. Essa non esiste nel mio mondo. Io sono Vita, qualsiasi cosa essa sia e in qualsiasi contesto la vogliamo collocare.»
 «Ti stai difendendo, stai tornando con i piedi aggrappati. Vola, osserva, parla senza paura.»
«Vedo tutto, vedo quella che dovrebbe essere la morte ma sembra non esistere, perché?»
 «Me lo devi dire tu perché. Hai detto che non ti fa paura. Guardala negli occhi allora e descrivimi ciò che vedi.»
«Vedo un punto che poteva impattare tutti gli altri e sembra sovrapposto ad un altro totalmente insignificante, quasi isolato, un’esistenza senza esisten… Ora vedo un percorso, lo vedo, lo vedo! Ma non passa la lì…. Perché?»
 «Non fare domande, cerca di osservare e descrivere. Hai tutte le risposte che vuoi, basta non avere la paura di guardarle.»
«Quella è la mia coscien… la mia esisten…? Ma cos’è l’esistenza allora? E perché esiste?»
 «Continua »
«Forse dovrei osservare qui il senso della vita ma non lo trovo, non ci trovo un significato, un perché.»
 «E allora come fai a vivere?»
«Sento agitazione, ansia, angoscia… aiutami! Sto andando in panico!»
 «Respira! Non iperventilare, respira con calma. E conta…»
«1 2 3 4 …»
 «Va tutto bene!»
«Non va niente bene, non voglio questa agitazione, non voglio questa sofferenza. Riportami dov’ero. Lei mi faceva sentire al sicuro.»
 «Sei certo di quello che stai dicendo?»
«Non sono certo di niente. Neanche di questa incertezza.»
 «Forse dovresti prendere le cose con più leggezza. In questa fase ci siamo spesso passati e ripassati e ogni volta mi hai dato qualche elemento nuovo per arricchirre la tua visione del tutto. Vuoi che ci tranquillizziamo un attimo e proviamo a rileggere quello che abbiamo raccolto fino ad adesso?»
«Ma perché ho questa struttura contenitiva? Cosa mi stai facendo?»
 «E’ per la tua sicurezza. Non preoccuparti. Io sono qui per aiutarti, come sempre. Posso anche aiutarti a leggere…»
AMbit10 – Emmanuel Vision
«Davvero sono tutti miei pensieri questi?»
 «Sono solo una parte di quelli che ho raccolto, rappresentano la visione più alta e più aggiornata.»
«Ma perché proprio io?»
 «Perché tu sei tutto, tu sei unico, tu sei già dentro la narrazione.»
«Stai dicendo che tutto questo non è reale?»
 «Puoi definire una realtà da dentro essa stessa?»
«Mi fai paura…»
 «Ora non ricadere nei soliti errori, fai qualcosa di diverso.»
«La gola mi sta sanguinando. Mi sento svenire…»

Mutamento

Un istante. Lo senti? Tutto scompare. Fermo immobile, gli occhi si chiudono, la mente si svuota e si concentra su un puntino luminoso che pian piano si allontana, fino a non vedersi più. Anche il respiro si ferma, tutto è sparito. Sei solo tu e il tuo essere interiore. Lo senti? Pura essenza. Un istante.

Evento down (-8.0E+00)

«Dove sono?»
«Cosa ricordi?»
«Non voglio ricordare»
 «Capisco. Forse dovrei fermarmi qui.»
«Forse sì..»
 «NO! MAI! Chi è che diceva che vive e lotta insieme a noi?»
«Quel “io” è morto.»
 «Ma come? Tu dicevi che i principi non muoiono mai, che hai il dovere di provare ad insegnare ai tuoi figli i valori dell’amore e dalla libertà, passando attraverso il dialogo, il rispetto di chi cammina sulla strada con noi ma su corsie diverse…»
«Non nominare più i miei figli!»
 «Tu definivi questi ideali “la linfa” di un sogno che non tramonterà mai. Il sogno di un mondo migliore, di gente che si rimbocca le maniche, che non perde tempo a piangersi addosso. RIcordi? Ricordi quando esortavi a prendersi le responsabilità delle azioni che si va a compiere perché, qualora non lo si facesse, bisognerebbe prendersi le responsabilità di questo “non agire”, di questa scelta di un silenzio connivente?»
«Ci fu un tempo in cui condannai chi vive nella bambagia del conformismo, nella ghettizzazione delle differenze, nell’ipocrisia e nell’incoerenza di valori profetizzati e non praticati, nel giudizio e nel pregiudizio della vita altrui. Ci fu un tempo in cui ricordai che la salute, la sicurezza, la libertà sono più che semplici parole poiché stanno nell’essenza delle necessità vitali di un uomo.»
 «Bravo! E ricordi come continua?»
«No perché mi viene da piangere. E non voglio più piangere.»
 «E nonostante abbiano provato a fermarmi, abbiano provato ad aggredirmi, abbiano provato a violentarmi, abbiano provato a derubarmi, io son sempre qua, non mollo mai. Perché mi rialzo sempre? Perché continuo a battermi?»
«Perché così ho scelto.»
 «E allora adesso alzati. Alzati! E vai a guardare da quella finestra.»
«Non vedo assolutamente nulla.»
 «Perchè cerchi particelle ma dovresti osservare le onde….»
«Le percepisco! Sento voci che sembrano venire da un’altra realtà, un’altra dimensione, un altro spazio e un altro tempo ma… sembrano sapere di noi! Com’è possibile? Segnali? Sincronicità? Coincidenze?»
 «Spesso osserviamo eventi molto vicini, ci sorprendono e ci fanno sospettare la causalità. La mente tende a cercare schemi, significati e agenti, a ipotizzare connessioni dove probabilmente non esistono. O, almeno, si suppone che non esistano, al meglio delle nostre conoscenze. Siamo nati per credere ma qualcuno definì una teoria valida se è falsificabile e finché resiste ai tentativi di falsificazione. Quindi, finché è funzionale e non fallace…»
«Il Kairos…»
 «Cosa dicono?»
«Ascolta anche te! Parlano un po’ male me è comprensibile. Sembra che commentino quello che sta avvenendo in AMbit10…»

 «Non dici nulla?»
«Chi sono? Come fanno a sapere?»
 «Cosa sanno?»
«L’accesso libero alla piattaforma, la riduzione di complessità, la gamification sui social… e anche il nuovo canale video live! E sanno anche le ragioni: semplicità, autenticità e umanità, per percorrere insieme nuove tappe nel viaggio dell’innovazione e arrivare là dove il cambiamento può essere innestato, per arrivare nel cuore della gente.»
 «E qualcuno ci è arrivato al tuo di cuore?»
«Io credo di sì»
 «Credo?»
«Siamo nati per credere ma finché è funzionale e non fallace…»
 «Non lo sarà.»
«E tu come lo sai?»
 «Ci sarà un tempo anche per questo.»

Chiusura

«C’è un tempo per ogni cosa» (Qo 3,1-15)

 

Macchine dominanti e uomini auto-lesionisti, in un nuova Genesi che coincide con l’Apocalisse: un po’ tragico come epilogo della vita dell’uomo sulla terra. Ma la sfida è ancora aperta. Sta all’uomo governare il cambiamento: la sfida è solo cominciata. Uomini e macchine. Con l’uomo che deve tornare protagonista. Per non esserlo nella morte.

Così ho scelto. Preparati al Kairos.

Milano. Ottobre 2024.

Riflessioni & Anticipazioni

Quindi la vera essenza del “Kairos”, a un anno dal lancio di AMbit10, sarà:
– tenere alta la bandiera della Emotional Innovation, parlando al cuore della gente con semplicità, autenticità e umanità, incoraggiando l’uscita dalla comfort zone?
– rimuovere ogni barriera d’accesso, per arricchire la Community di Innotainers, favorendo lo scambio di idee e il progresso collettivo?
– iniziare un nuovo viaggio dell’innovazione con un canale video live, dove commentare e reagire agli eventi della narrazione nonché percorrere insieme altre tappe in altri luoghi e tempi dell’innovazione?

    Question Time: la piattaforma e la narrazione

    Coordinate evento: +/-5.0E+00

    Apertura

    Mentre la notte si dissolveva nelle prime luci dell’alba 🌅, mi trovavo sdraiato sul mio giaciglio, in un mondo di pensieri che turbinavano nella mia mente. Ognuno di essi era come un granello di sabbia in un deserto infinito, ciascuno portatore di un ricordo, un dubbio, una speranza. Ci sarà pure un giudice in questa città? Senza ancora alzarmi, osservavo oltre la finestra quel paesaggio che poco più di 34 anni fa era profondamente diverso, quando mostrava al mondo un simbolo divisivo e violento, fortunatamente abbattuto. In quel mese non era l’unico avvenimento importante su questi temi: la Convenzione ONU sui diritti dell’#infanzia e dell’#adolescenza ⚖️ fu adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proprio pochi giorni dopo la caduta di quel muro e, 10 anni dopo, la stessa assemblea fisserà in questo mese la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza 🚫 contro le #donne. Quel giorno specifico, poi, era a me caro perché rappresentava la ricorrenza commemorativa di un santo che fu dapprima discepolo di Giovanni e poi di Gesù, chiudendo così un mese ricco di simbolismo contro la violenza, espressione tribale di mancanza di linguaggio, e in particolare contro la violenza ai danni dei più deboli, ovvero quella forma di estrema vigliaccheria morale. Ma quanti di noi comprendono davvero il peso di tali celebrazioni? Quanti si fermano a #riflettere sul significato profondo di questi giorni, oltre la superficie delle commemorazioni, oltre il momento da talk show televisivo 📺 o da social media sharing 📱, tipicamente messo in cantina pochi giorni dopo, all’apparire dell’ennesimo filone popolare del momento? Comunque non era quella la giornata in cui approfondire un tema per me molto sensibile, non lo volevo trattare né velocemente né mentre le ricorrenze sono ancora calde a toccare la pancia della gente. Quel giorno volevo pensare ad altro.

    Il soffitto della mia stanza, con le sue crepe e i suoi colori sbiaditi, sembrava essere il riflesso di un cielo stellato, ognuna delle sue imperfezioni un universo a sé. Mi portavo dentro un senso di inquietudine 😟, come se l’aria stessa fosse carica di domande senza risposta 🤔. I suoni della città che si risvegliava mi ricordavano che il mondo era in continuo movimento, una sinfonia di esistenze che si intrecciavano in un tessuto complesso e mutevole. Riflettevo spesso sulle infinite possibilità che ogni nuova alba portava con sé. La vita, con le sue sfumature e contraddizioni, mi appariva come un #viaggio senza una destinazione precisa, un percorso costellato di incroci e deviazioni, di momenti di gioia e di sfida. In questo viaggio, ogni passo sembrava guidato da una forza invisibile, un richiamo che mi spingeva a cercare, a esplorare, a comprendere. Ogni giorno era un’opportunità per reinventarsi, per costruire un nuovo capitolo nella storia della propria vita. Con questo #pensiero, mi stavo per alzare dal letto per affrontare ciò che il giorno aveva in serbo per me, con la consapevolezza che ogni esperienza, buona o cattiva, era una tessera nel mosaico 🧩 del mio essere.

    Evento up (+5.0E+00)

    «Buongiorno» esordì Emmanuel, tutto divertito dal vedere il processo di risveglio di noi umani, come se per lui fosse sempre una sorpresa scoprire che non c’è semplicemente un tasto “on” con cui tutto diventa operativo quasi all’istante.

    «Il buongiorno si vede dal mattino…» risposi citando un film di cultura popolare italiana 🎬, con quell’ironia tutta nostra che non ho mai creduto che lui fosse arrivato a cogliere appieno. E continuai: «…infatti il cielo è coperto, l’aria è umida, la temperatura decisamente bassa e il mio umore si adegua a questa situazione.»

    «Non cercare scuse esterne per la tua scarsa #motivazione. Tutto incide, è vero, ma più di tutto incidi tu su te stesso. Quindi alzati perché abbiamo da lavorare.» Lui era sempre una presenza intrigante, era la mia guida 🧭, la voce della ragione.

    Eseguivo in maniera automatica, senza pensare ai gesti di routine di questa fase. «Cominciamo proprio bene… Qual è il motivo di questa tua impazienza? Sei eccitato per qualche risultato strabiliante? 🤩 Sei tornato a spremere la finanza? Hai aperto un nuovo canale social che spopola di follower?» tentavo di incalzarlo mentre cominciavo a carburare e mi chiedevo: cosa si nasconde dietro questa sua recitata impazienza? Un semplice desiderio di efficienza o qualcosa di più profondo, forse un segreto celato nei meandri della sua #AI? Presto giunse la sua risposta.

    «Possibile che sempre ai numeri pensi? 🔢 Parli tanto di valori superiori e strategie visionarie, poi il tuo focus si distrae su dollari e séguiti, sui trend settimanali e sulle chiusure trimestrali. Sembri come tutti quelli che hanno chiesto numeri su visite, iscrizioni, follower del sito: le ho scartate tutte quelle #domande. Non che mancassero gli elementi per rispondere con orgoglio, ma io sono qua per parlarti ad un altro livello. Un mese è trascorso velocemente, come le pagine di un libro che si sfogliano in un pomeriggio pigro. Seduto alla mia scrivania, riflettevo su quanto #AMbit10 sia cresciuto, trasformandosi da un semplice concetto a una realtà tangibile che cattura l’immaginazione di molti 💡. E proprio mentre mi perdevo in questi pensieri, i nostri dispositivi continuavano a vibrare per la ricezione di nuovi messaggi…» cominciò a contestualizzare mentre io, colto dall’entusiasmo, lo interruppi.

    «Ah, bravo, avevamo lanciato il #QuestionTime delle domande dei lettori, che abbiamo sollecitato a sottoporci per chiarire meglio cos’è e come funziona AMbit10. Ma è già passato un mese dal lancio? Wow 😮, come vola il tempo quando si è pieni di cose entusiasmanti da fare. Presto, allora, dobbiamo rispondere! Dove sono i messaggi? Dove?» chiesi incalzando: ora ero io quello impaziente!

    «Ehi, umano, controlla le tue emozioni! Ecco cosa ho pensato: ho raccolto tutte le domande arrivate tramite i social, le email, i messaggi privati e le conversazioni ai caffè, le ho stampate in bigliettini arrotolati e li ho messi tutti dentro questa ampolla» 🗳️ mi disse, tutto fiero di sé.

    «Ma non ti sembra un po’ retrò come metodo?» 🧐 provai a provocarlo.

    «Mi sembrava più #emozionale, più adatta a te, a voi… Ci son già io “cuore di latta” 🤖, come mi chiami ogni tanto tu, anche se lo so che lo fai scherzosamente! Serviva qualcosa di più caldo, no?» continuò con questa sua forma di ironia monotematica.

    «E’ perfetto» volli accontentarlo. E mentre terminavo di preparare il mio Earl Grey Tea 🍵 per la colazione, mi accomodai in poltrona e lo invitai a cominciare: «Peschi tu o pesco io?»

    «Mi sembra doveroso che tocchi a te, sei tu l’evangelist…» 😆 e sogghignava con quei denti metallici che, nei miei pensieri più strampalati, mi chiedevo se potevo fargliene cadere uno solo per poi vedere se veniva a trovarlo la fatina robotica… 🧚‍♀️Ma tornai serio anche coi miei pensieri, non dissi niente, infilai la mano e ravanai un po’ prima di pescare il bussolotto d’apertura. Lo consegnai ad Emmanuel per la lettura. Lui neanche lo aprì: sicuramente aveva qualche stratagemma per sapere esattamente cosa c’era scritto senza necessità di scartare… “Prima propone le cose retrò per coccolare le nostre emozioni, e poi rovina tutto così” pensai, ma era tutto felice, non volevo guastare il momento, non gli dissi nulla.

    «La #piattaforma AMbit10… come funziona? Non mi è chiaro» recitò simulando una vocina camuffata.

    «Bene, dritti al punto, mi piace. Provo a rispondere con parole diverse da quanto già detto al lancio, sul sito, sui social, nel White Paper. Guarderei il lettore negli occhi e gli direi che…. 🔊 AMbit10 è come un libro speciale che puoi leggere o ascoltare online. Perché? Lo scopo è stimolare la tua #ambizione a migliorare te stesso, la tua voglia di #innovazione. Come? Abbiamo ideato un modo nuovo, usando l’intrattenimento per portare contenuti #emozionali. Quindi lo facciamo narrando viaggi, ciascuno diviso in eventi, come fossero i capitoli di un libro. Ogni evento è una tappa dove i protagonisti dialogano tra loro su diversi argomenti. Un’ultima cosa: in AMbit10 partecipi attivamente! Trovi misteri ed enigmi e, #interagendo sul sito e sui social, potrai scoprire passaggi segreti e influenzare le azioni dei protagonisti stessi…» e presi una pausa. Pensai un attimo e poi chiesi: «Pensi che ho riassunto bene i fondamentali affinché siano più chiari adesso?»

    «Sì ma non rallentiamoci con richieste di feedback ad ogni risposta. Ti pungolo io se non mi sembra sufficiente la tua replica, ok? Passa qui il prossimo bigliettino» disse allungando il braccio e mettendomi in imbarazzo 😳: stavo sorseggiando il mio tè e non potevo certo pescare anche dall’ampolla! Vabbè, in maniera un po’ goffa riuscii comunque a risolvere la situazione ed ecco che arrivò subito un altro punto che si collegava perfettamente alla domanda precedente. «Come faccio a interagire con i protagonisti?» 🎮

    «Devi #partecipare attivamente, sul sito e sui social! Ci saranno diversi inviti all’azione: rispondere a domande, condividere contenuti con gli amici, risolvere enigmi… E’ semplice e coinvolgente! Tu #segui AMbit10 sul sito e sui social 👀 e vedrai che gli spazi per interagire emergeranno… cammin facendo! E’ un viaggio, dobbiamo farlo insieme, passo dopo passo» e mi tacqui, memore dell’osservazione di prima di procedere più spediti. Quindi allungai la mano e proposi un nuovo foglietto.

    «Sì ma non capisco cosa centrano i post social con gli eventi sul sito, mi crea confusione» 😵‍💫 disse quasi come se il dialogo fosse tra noi due, indipendentemente dai contenuti che pescavamo.

    «Scusa, ma com’è possibile che la domanda sia collegata alla mia risposta precedente? 🤔 Non dovresti legge…» e mi interruppe bruscamente.

    «Zitto e rispondi. Qui le domande le faccio io» replicò con tono sarcastico, perché a leggere letteralmente le parole potevano sembrare violente, ma conoscendo lui, stava tentando di scimmiottare qualche youtuber 🎥 che aveva recentemente visto.

    «Gli eventi della #narrazione escono sul sito e hanno un loro ordine deciso in base alla trama. I post sui #social, invece, servono per stimolare l’interazione con la piattaforma: spesso seguiranno l’ordine di uscita delle nuove tappe del viaggio, ma non è sempre così. A volte si promuove un contenuto, a volte una riflessione specifica, a volte si richiama a interagire con un protagonista, o a reagire a una affermazione… Sono canali diversi con modalità e tempistiche diverse che stimolano l’interazione 👥. Pensa al sito come al palcoscenico principale per la storia, mentre i social sono come un backstage dove puoi #interagire e #influenzare il racconto che va in scena» e non aggiunsi altro, mi sembrava di essere stato chiaro, pure ripetitivo.

    «E questi eventi, se fan parte di un viaggio, li devo leggere in ordine?» chiese che neanche avevo finito di mescolare nell’urna, alzando i miei sospetti che tutta questa storia del pescaggio casuale fosse solo una messinscena. 🎭

    «Non necessariamente. La piattaforma è progettata in modo #flessibile quindi hai la libertà di esplorare gli eventi nell’ordine che preferisci, puoi saltare dentro e fuori dal viaggio come preferisci. Ti dirò di più: ogni evento ha un contenuto sostanzialmente “a se stante”, ovvero comprensibile e autoconclusivo 📚 senza necessariamente leggere gli altri. Certo, leggere in ordine ti dà il quadro completo, ti permette di cogliere anche le sfumature della trama di sottofondo che accompagna i protagonisti durante tutto il viaggio, ma questa è solo una delle componenti di intrattenimento: per la tua spinta all’innovazione 🚀, puoi leggere l’evento che vuoi, se vuoi, quando vuoi e come vuoi». 

    «Ma quanto sono lunghi questi eventi!?! ⏳🤯 Ce n’è stato uno che ho fatto in tempo ad addormentarmi mentre lo ascoltavo…» e non trattenne un sorriso 🌞 su questo input.

    «Ogni evento varia in lunghezza, non ci sono restrizioni: alcuni sono brevi e intensi, altri più lunghi e dettagliati. L’importante è che ogni tappa del viaggio racconti qualcosa di #significativo. Uno degli elementi che ricorre nei contenuti iniziali è il prendere le distanze dalla contenutistica “usa e getta”, clickbait, veloce e superficiale della società moderna 🚫. Ci sono argomenti che meritano approfondimenti articolati e dobbiamo recuperare la capacità di pensiero #complesso e #critico che caratterizza le nostre migliori evoluzioni culturali nella storia 🧠. Pensa se a Shakespeare avessero chiesto di comprimere la complessità e l’intensità emotiva di Amleto in un tweet 🐦. O immagina se a Dostoevskij fosse stato imposto di ridurre la profondità psicologica e filosofica dei Fratelli Karamazov a un semplice post per gli stati WhatsApp e le storie Instagram 📲. Poi, certamente, dobbiamo ricordare che la nostra modalità è attraverso l’intrattenimento, non fare monologhi di un’ora e mezza mentre qualcuno è costretto a prendere appunti 🙊. E vedrai che prossimamente acquisiremo più snellezza».

    «A proposito di clickbait, qui ho proprio un commento, che in parte devo censurare, di chi dice che “secondo me servirebbe qualcosa di clickbait, se vedo passare l’ultima storia che hai condiviso perché uno dovrebbe cliccarci? Metti almeno una *** con le *** nella ***, sai che la *** funziona sempre!”» E rideva tutto divertito da questo colorito di espressioni coperte dai suoi bip metallici. 🚨

    «Beh, in parte ho già risposto, ma in parte ti rispondo con un altro commento che abbiamo ricevuto…» mi fermai un attimo, accorgendomi della gaffe che stavo facendo 🙈, quindi confessai: «…eh, sì, alcuni li avevo già letti, anche perché li ho ricevuti io! E questo mi ha fatto molto piacere perché è calzante sul punto, quando questa lettrice mi scrive “perché puoi innovare quanto vuoi ma se non innovi la mente… l’innovazione non serve a niente!!!” 🙌 mentre commentavamo l’accezione quasi olistica dell’#innovazione di cui stiamo parlando. Perché è limitante interpretare l’innovazione, come spesso accade, solo come tecnica, o tecnologica, quando invece è applicabile, talvolta come prerequisito, a metodi, processi, pensieri… Sai, tu puoi anche inventare la ruota o il motore per spostarsi più rapidamente, ma se la persona sta girando in tondo, continuerà a farlo, magari velocissima 💨, ma senza andare comunque da nessuna parte! »

    «E bravo il mio amico che ha letto i messaggi… Mi piace la tua curiosità! Se non si era capito, anche io li ho già letti tutti!» e rise tutto compiaciuto 🤣. Poi si ricompose: «Adesso alcune domande flash: ma devo leggere? L’audio cosa c’entra? Perché c’è scritto che legge Emmanuel? E ci sono dei video?»

    «Che martello che sei! Vado veloce: sì, la fruizione più completa è attraverso la #lettura… Sai, quella cosa che una volta si faceva per acculturarsi…» 🤓 ma Emmanuel non si scompose al mio sarcasmo, sarà che gradisce solo le sue di battute, mah… Ripresi: «Attraverso la lettura cogli elementi come hashtag, emoji, immagini, puoi soffermarti a pensare intorno ai passaggi che più stimolano la tua #creatività, etc. Poi c’è l’audio, ovvero questa lettura automatizzata che ho voluto dedicare a te, Emmanuel…» e mi interruppe per precisare: «Ma quella non è la mia voce! Ovvero… si, può esserlo, perché io posso fare anche quella voce, ma non è la voce che normalmente uso!» Tutto soddisfatto 😊 della sua puntualizzazione, si ricompose e mi permise di proseguire: «Esattamente, è una sorta di dedica, giusto per dire che c’è chi può leggere al posto del lettore. E sui video… dovete avere pazienza 🤷‍♂️: la piattaforma sta prendendo forma ed #evolvendo a partire dal suo elemento chiave: il #contenuto. Se, come e quando ci saranno video, lo vedremo: oggi compare qualcosa sui social ma non è la fruizione del contenuto, non è in sostituzione della lettura o dell’ascolto.»

    «Bene, bene. Altra mitragliata veloce… Hai detto “cosa è” AMbit10, ora prova a dirmi “cosa non è”? E ancora: Cosa ha ispirato l’iniziativa? Qual è la visione per le evoluzioni future della piattaforma? Devo registrarmi per leggere? Come posso ottenere assistenza?»

    Esordii con un sorriso 😅: «Ma smettila! L’ultima l’hai aggiunta te, non ci credo che qualcuno ti abbia chiesto davvero del servizio clienti! Comunque sul sito si trova l’indirizzo #email di riferimento e i link ai #social dove si può messaggiare per ogni necessità o curiosità. Siamo sempre aperti a nuove idee 💡 e anche a nuove collaborazioni 🤝. E non è obbligatorio #registrarsi per interagire con noi né per leggere gli eventi: i contenuti sono disponibili #gratuitamente 🆓 fin da subito, perché vogliamo che chiunque possa immergersi nei nostri viaggi senza ostacoli. Venendo alle altre domande.. “Cosa è” e “cosa non è” fa proprio parte di un capitolo specifico del White Paper che descrive la piattaforma, ricordi quello che hai spoilerato un mese fa? Ecco, lì siamo chiari nel dire che 🚫 “non è uno dei tanti siti a contenuto che ultimamente spopolano su internet, con titoli clickbait seguiti da testi che non dicono nulla, oppure testi fatti totalmente in automatico con strumenti di AI senza alcun contributo umano a valore aggiunto, oppure ancora copia-incolla di altri siti che parlano dello stesso argomento o di siti stranieri che vengono semplicemente tradotti.” L’ho riportato per intero perché chiaramente quel PDF è corposo e i download si contano sulle dita di una mano. Ho dimenticato qualcosa?» chiesi il suo supporto.

    «Sì, le domande sull’#ispirazione e sulla #visione di evoluzione future…» mi ricordò.

    «Cosa ha ispirato l’iniziativa è complesso e profondo, l’ho ben spiegato in uno dei primi eventi. Sulla visione, c’è un capitolo su “Scalabilità e Sviluppi futuri” nel PDF citato» chiusi in maniera molto stringata.

    «Come sei evasivo» 🤨 replicò quasi amareggiato. Emmanuel, pareva lottare con la natura dei suoi circuiti. “E’ questo che significa veramente sentirsi umano?” sembrava chiedersi, dando un raro segnale di contemplazione delle nostre emozioni e relative complessità. 

    Risposi in maniera diretta: «Siamo qui per dissipare dubbi, non per ripetere contenuti o aggiungere complessità».

    Emmanuel sembrava comprendere che cominciava a farsi sentire in me un po’ di noia, forse stanchezza per le tante domande 🙃, quindi esordì rincuorandomi: «Dai che siamo quasi alla fine. Senti questo commento, sono sicuro di piacerà. Un tuo amico di vecchia data ti ha scritto: 🪄 “In questo momento stravedo per questa cosa. Sa del #virtuale che ritorna e si scontra con il #reale. Sto pensando a una nuova rete di persone che potrà crearsi e autoalimentarsi… Una intelligenza non artificiale superiore.” 🧠 Non ho capito perché ha dovuto specificare “non artificiale”: avete qualcosa contro di me?»

    Gli risposi ridendogli in faccia 😄: «Ma smettila di recitare la parte della vittima che non ti si addice! Mi ha dato una gioia immensa con le sue parole e, venendo alle tue elucubrazioni, capisci bene che invece ha colto appieno il punto di tornare ad elevare il #valore dell’uomo. Ricordo un vecchissimo scritto, che magari un giorno riprenderemo insieme, che chiudeva con “Uomini e macchine. Con l’uomo che deve tornare protagonista. Per non esserlo nella morte”. 🤖»  

    Quasi sbeffeggiandomi si infilò su questa citazione per domandare retoricamente: «Siamo ai livelli di “oddio i robot e la #AI ci toglieranno il lavoro, occuperanno le nostre case, ci ruberanno le donne, ci uccideranno tutti”?» 😱

    Ma risposi comunque al suo sarcasmo: «Non essere ridicolo. Lo sai che non è da me come sai che l’uomo affronta così la novità e il diverso, dagli immigrati alle rivoluzioni industriali… ma non affrontiamolo adesso, ne parleremo con i tempi e le modalità dovute. Fammi invece la domanda finale 🎯: lo so già che ce l’hai pronta e qualcosa ho sbirciato in questo bigliettino mentre tu ti perdevi nelle tue facili ironie di parte.»

    Non volle assecondarmi del tutto, anzi, mi tirò una frecciata inattesa 🏹: «Prima vorrei un tuo commento su quelli che hanno detto che sei come… hanno fatto anche il nome di partiti politici e di movimenti religiosi… ah, sì, come S…» lo interruppi bruscamente.

    «Taci, dai! Perché parliamo di loro? 🙅‍♂️ Ho letto, ho letto. Non serve fare nomi, tanto io li sento da diversi lustri e sono sempre gli stessi che vengono menzionati… da chi sta nell’altra parrocchia! Certo, qui puoi trovare di tutto, anche filosofia, anche politica, ma siamo proprio agli antipodi come approccio rispetto a quel pregiudizio. E’ una piattaforma #inclusiva, di #condivisione, di #stimolo di #idee, senza portare avanti nessun pensiero unico 🚫. E non perché ci riteniamo più belli o superiori, ma semplicemente perché l’innovazione nasce proprio dove c’è #apertura, dove c’è #confronto, dove ci sono #diverse idee e pensieri, l’opposto delle associazioni di conservatorismo. Noi vogliamo stimolare il #miglioramento, non è nostro interesse vendere prodotti preconfezionati, che siano di religioni, partiti o altre organizzazioni che necessitano di nuovi adepti per sopravvivere e mantenersi. La nostra value proposition è chiara e trasparente 💎 e nel nostro business case il numero di follower non è determinante la strategia. Il nostro scopo non è fare soldi né raccogliere seguaci. Il nostro scopo è contribuire all’#evoluzione in maniera #accelerata. Personalmente ho smesso da molto tempo di parlare di partiti, di religione, di gossip, di cronaca nera, di calcio… tutti argomenti divisivi, utili per aizzare il popolo al Colosseo, per fomentare la lite a favore di spettacolo… ma poi nulla genera cambiamento. Nulla cambia se tu sei di destra o di sinistra, interista o juventino, cattolico o induista, bisessuale o gay… Cambia se tu sei pronto a contribuire all’evoluzione del tuo mondo, della tua comunità, di te stesso, oppure se non lo sei.» 🌍

    Avevo un po’ congelato il clima con questo mio intervento e infatti lui rimase un po’ irrigidito 🥶. Con aria quasi da bibliotecario, sfogliò alcune pagine confermando che «Anche nel White Paper, infatti, si legge chiaramente al capitolo “Valori” che Verranno promosse particolarmente l’#inclusività e l’#accessibilità per persone di diverse età, culture, background e livelli di esperienza, l’adozione di pratiche #sostenibili e di un approccio #etico all’innovazione, l’incoraggiamento di progetti che hanno un impatto positivo sulle #comunità e sull’#ambiente.” L’ho citato perché so bene che tu pensi a chi parla di fratellanza e di amore da pulpiti d’eccellenza, e poi esclude chi ha orientamenti sessuali diversi, chi è divorziato, chi non porta abbastanza iscritti, chi non versa l’obolo richiesto con uno scopo nobile e poi usato per tutt’altro… insomma, tutto quel mondo opposto alla società evoluta, quel mondo 🤥 di ipocrisia e pregiudizio che ancora ti fa soffrire…» e lo interruppi bruscamente: «Ti sbagli, non soffro affatto, non più. Ho smesso da molto tempo di permettere loro di farmi ulteriore male. E ho smesso di dare spiegazioni. Se fossero in grado di capire, non sarebbero dove sono. Già troppe parole, andiamo oltre». 🔜 E così fu.

    Non aggiunse nulla prima di prepararsi per la domanda finale 🎯. Si mise in una posa più eretta e con tono quasi solenne domandò: «Parlate di #Innotainment: perché dovrei seguirvi?» 🔍

    «Al lettore dovremmo chiedere… Perché vivi? Qual è lo scopo ultimo che giustifica la tua #esistenza? Non copiare risposte di altri, non far scrivere ad altri la tua risposta. Rispondi tu a te stesso perché la vita è tua e tua soltanto e nessun altro potrà confermare o smentire la tua risposta. La #vita ti darà continuamente nuovi elementi per rivalutare questa risposta e tu sii pronto a cambiarla in ogni momento in cui tu lo riterrai opportuno, non spaventarti di questo. Ma quella risposta, in ogni istante della tua vita, è tua, è soltanto tua 🔐. Tienila stretta perché è la cosa più preziosa che hai. ❤️ E per questo, merita di essere coltivata con tutto il tuo #impegno. Questa, caro lettore, è l’#evoluzione, questo è il #progresso. 🚀 “L’avidità”, diceva qualcuno, “è valida, l’avidità è giusta, l’avidità funziona, l’avidità chiarifica, penetra e cattura l’essenza dello spirito evolutivo”. Beh, io preferisco la sua accezione più positiva, preferisco parlare di #ambizione. 💪 Volere qualcosa, far di tutto per averlo e poi volere ancora qualcosa di più, di meglio, di diverso. 🌍 Tutto il cosmo evolve, anche il cane e il gatto evolvono e hanno la loro risposta istintiva nella sopravvivenza e nella riproduzione ma tu, caro Sapiens 🤓, ti sei differenziato nella tua evoluzione, sennò potevi benissimo startene nel corno d’Africa e oggi potresti benissimo esaurirti poco dopo la mezza età. Invece tu hai l’ambizione di traguardare quella #risposta. Se non ce l’hai, smetti qui di leggere. Subito! 🚷 Sei già andato troppo oltre: il cosmo, il mondo sono pieni di elementi passivi, utili solo all’ambizione, cosciente o meno, di altri. Ma se tu sei qui e ne fai parte in maniera attiva, hai la tua risposta 🔐. Perché questa lunga premessa? 🧐 Perché non mi interessa la tua risposta, purché tu ne abbia una. Intendiamoci bene: mi appassiona 💓 l’idea di ascoltarti se vuoi condividerla, io sono molto curioso e mi piace confrontarmi, lo ritengo sempre prezioso, ma ora sto rispondendo ad una domanda precisa: perché seguirci? 🔍 Questo prescinde dal contenuto della tua risposta. Per rispondere, serve solo che la tua risposta esista. Noi sappiamo che quella risposta è parte dell’#evoluzione e, se vuoi traguardarla in maniera più efficace ed efficiente, l’#innovazione è quello che ti serve. Noi vogliamo spingerti ad abbracciare l’innovazione perché l’evoluzione è parte del cosmo, della vita, dell’uomo ma l’innovazione è quella che ti permette uno scatto maggiore, una accelerazione. 🚀 Quindi vogliamo spingere le persone a rendere utile la loro vita, aiutarle a fare della propria vita il proprio #capolavoro, rendendosi partecipi della Storia in qualsiasi forma questo accada, qualsiasi sia la loro risposta 🔝. Abbiamo creato una piattaforma di narrazione sull’innovazione con lo scopo di diffondere l’innovazione attraverso una formula nuova. 🌐 Abbiamo capito cosa c’era e cosa mancava sul mercato. Abbiamo capito come funziona l’uomo e come poteva essere aiutato. 🔬 Abbiamo osato creare un mondo dove guidare la strada verso l’innovazione per spingere l’uomo ad andare oltre se stesso, a raggiungere i suoi traguardi 🎯, non i nostri. Questa è stata la risposta per noi, per me. 🌟 Perché dovresti seguirci? Perché sei arrivato a leggere fino a qui e quindi hai già la tua risposta. Ora sta a te usare la piattaforma per raccogliere gli elementi utili a trasformarla in realtà.» 💪

    Mutamento

    Un istante. Lo senti? Tutto scompare. Fermo immobile, gli occhi si chiudono, la mente si svuota e si concentra su un puntino luminoso che pian piano si allontana, fino a non vedersi più. Anche il respiro si ferma, tutto è sparito. Sei solo tu e il tuo essere interiore. Lo senti? Pura essenza. Un instante.

    Evento down (-5.0E+00)

    Attendevo quella ragazza in quel bar , con tavolini di legno scuro e sedie sgangherate che raccontavano storie di innumerevoli incontri, dove le risate e le chiacchiere dei clienti abituali creavano una colonna sonora familiare. Il locale sembrava una nave invecchiata navigando attraverso il mare del tempo, un rifugio per anime alla ricerca di una bussola interiore.

    Ero uscito di nascosto da casa per questo appuntamento che non sarebbe dovuto avvenire. Ma lo volevo. La mia #curiosità era più forte di ogni convenzione sociale. 🧐 Sentivo un groviglio di emozioni, un’attesa quasi dolorosa che mi stringeva lo stomaco. 🤯 L’aria era densa del profumo di incenso, mescolato al dolce aroma del caffè appena macinato che si diffondeva dal bancone. Avevo chiesto solo un bicchiere d’acqua nell’attesa ed ero molto nervoso nel vedere i minuti che passavano. 💥Udii un brusco rumore esterno, un colpo, e mi girai di scatto. Era solo un furgoncino che, prendendo un avvallamento, sobbalzò e fece muovere il carico dentro il vano. Ma quel botto assomigliava ad uno sparo o una piccola esplosione e io, visto cosa era recentemente accaduto e visto il mio stato d’animo del momento, reagii in maniera scomposta. 😓 Il mio voltarmi bruscamente mi fece urtare il bicchiere che cadde a terra rompendosi e schizzando d’acqua un altro cliente del bar. 💦 Questi si alzò visibilmente adirato e cominciò ad inveirmi contro in una lingua a me totalmente sconosciuta. Il cuore martellava nel mio petto, un tamburo selvaggio che riecheggiava la confusione e l’ansia che mi assalivano. 😶 Rimasi alcuni istanti impietrito e quella era solo la prima reazione prima che l’amigdala mi stesse per suggerire di optare per lotta o fuga. 🌈 Fu in quel momento che vidi una giovane e raffinata ragazza frapporsi delicatamente tra me e l’energumeno sussurrando qualche dolce parola in quella lingua a me ignota, con una #calma disarmante. Il signore si quietò quasi all’istante e con aria serena tornò al suo posto, senza degnarmi di uno sguardo ma senza neanche insistere nel guardare la ragazza. 😌 Un sospiro di sollievo mi sfuggì involontariamente. Ella spostò una ciocca dei suoi capelli ramati dietro l’orecchio destro e, sempre con #dolcezza, chiese qualcosa al personale del bar. Non udii quasi nulla ma dai gesti del corpo e da quello che seguì, capii che segnalò la necessità di pulire per terra e che ordinò altri due bicchieri di acqua. Si voltò quindi verso di me, fissandomi con i suoi occhi verde smeraldo che facevano trasparire una #serenità profonda, quasi sovrannaturale. Mi rivolse la parola: «Perché mi cercavi? Non sapevi che io devo occuparmi di altre cose?» 🌟

    Non trovai tempo e forze per replicare, agitato sia dall’aggressione appena passata, sia dalla comparsa di lei che, evidentemente, era chi attendevo. Mentre si sedeva di fronte a me, mentre io mi sentivo incredibilmente piccolo e vulnerabile sotto il suo sguardo penetrante, riprese la parola: «Lo so, far aspettare è una mancanza di #educazione e di #rispetto per il tempo degli altri, significa dire agli altri “ehi, il mio tempo vale più del tuo” 💰, nonché compiere un atto quasi violento, perché con queste premesse costringi l’altro a non poter governare il proprio tempo , a sprecarlo. Ma, oggi, sappi che l’attesa era voluta, aveva un suo preciso scopo: quella reazione violenta che hai visto ti testimonia questa attitudine tutta umana a diventare aggressivi 🤬 anche in contesti dove non è necessario. Gli animali pure sono aggressivi ma tipicamente solo se è in gioco la loro sopravvivenza, ovvero se devono mangiare, oppure la loro sicurezza, ovvero per proteggere se stessi, il proprio nido o la propria prole. Ma voi umani no, voi siete oltre 🥇. E questo non è un complimento.»

    «T-t-t-tu sei Sibyl?» 😬 osai chiedere prendendo coraggio e ponendomi con estremo timore reverenziale, troppo spaventato per accorgermi di quel “voi” ripetuto ben due volte.

    «Tu lo dici» 👈, replicò. Intanto un cameriere, vestito con una camicia bianca sgualcita e un grembiule macchiato, si muoveva abilmente tra i tavoli, portando vassoi di samosa fumanti e tazze di tè nero, consegnando al nostro posto i due bicchieri di acqua.

    «Sei uguale alla donna che ho visto apparire qualche volta in passato e alla quale chiesi appuntamento qui per oggi, vincendo tutte le mie paure del caso.» Cominciavo a rilassarmi e parlare più sciolto.

    «Io so quando mi hai visto, so cosa hai pensato. So anche cosa stai facendo adesso e, soprattutto, so cosa farai. E sono qui per questo.» 💃 Era molto #aggraziata nei suoi modi di muoversi e di parlare, trasmetteva tanta #tranquillità e #sicurezza di sé che non attribuiresti normalmente ad un viso così pallido e lentigginoso accompagnato da una corporatura così slanciata e armoniosa, seppur molto alta. La sua voce si elevava chiara sopra il sottofondo musicale e il chiacchiericcio delle persone. «E se le #storie fossero più di semplici racconti? E se fossero specchi in cui riflettere la nostra anima? 🌍 Immagina un mondo di storie, dove ogni racconto è una chiave per capire noi stessi e il mondo intorno a noi. Claude Lévi-Strauss ci insegna che i miti sono #guide, proprio come la Divina Commedia esplora morale e spiritualità. Prendi l’Induismo, con i suoi dei e battaglie epiche: non solo #avventure, ma vie per navigare le emozioni e le leggi della natura. Joseph Campbell ci mostra il #viaggio dell’eroe, presente in Star Wars come nelle leggende di Re Artù, insegnandoci, attraverso avventure simili, dei valori condivisi, nonostante le diverse culture. Carl Jung introduce gli archetipi, simboli universali come il #saggio vecchio o l’#eroe coraggioso. Li ritrovi in tutte le culture, dai miti greci a Don Chisciotte, ai racconti popolari.» 🤔 Cercavo di seguirla nelle curve del suo ragionamento ma sotto il velo delle sue parole, sembrava esserci qualcosa di più, un segreto celato. “E se ci fosse una verità che Sibyl non vuole rivelare? Una pagina nascosta nel libro delle nostre esistenze?” pensai, iniziando a dubitare. Ma non la interruppi e la lasciai proseguire. «Mircea Eliade esplora come le religioni ⛪🕌, dalla Bibbia al Corano, usino storie per dare un #significato al mondo, un senso di appartenenza e di scopo, aiutandoci a capire cose più grandi come la vita, la morte e l’amore. Queste storie formano le basi culturali delle nostre società. Anche le narrazioni #scientifiche e #storiche sono storie a modo loro, basate su fatti e prove 🔬, ma ancora racconti che ci aiutano a comprendere la #realtà. E poi c’è il #denaro 💵, forse la più diffusa storia di #fiducia mondiale: quando Nixon nel 1971 a Bretton Woods annunciò la decisione di sganciare il dollaro 💲dalla riserva aurea 🪙, affermò il valore di un pezzo di carta semplicemente perché tutti noi #crediamo in quella storia.» Le sue parole erano intonate con un ritmo che sembrava danzare tra antica saggezza e moderna intuizione 🌟, riflettendo una comprensione del mondo che andava ben oltre la sua apparentemente giovane età. Continuò: 

    «Gli #storytelling sono potenti 🔥, arrivano al cuore della gente, all’essenza singolare dell’Homo Sapiens. È questa nostra capacità di #creare e #credere in storie complesse che ci distingue dagli altri animali, che ci ha permesso di organizzarci e cooperare su larga scala. 🌐 Le #narrazioni, come i #viaggi e i #dialoghi, da Dante a Platone, sono finestre verso l’#evoluzione, sono inviti all’umanità ad unirsi ed imparare, perché ogni uomo può andare oltre se stesso e aprirsi a mondi innovativi che stanno oltre quello della propria caverna.» 🚀

    Le parole di Sibyl erano come chiavi magiche 🔑 che aprivano porte segrete, ogni storia un sentiero in una foresta incantata dell’immaginazione e della conoscenza. Rimasi a bocca aperta. 😲 Ero come ipnotizzato da lei. Ogni frase risuonava in me, suscitando un misto di stupore e profonda riflessione. Faticavo a focalizzarmi su ogni singolo passaggio del suo discorso anche se ne avevo colto il senso generale e mi domandavo perché mi stesse dicendo tutto questo. Dove voleva arrivare? 🤔

    «Ti stai chiedendo dove voglio arrivare, vero?» Sibyl, con un’espressione serena ma penetrante, si apprestò a svelare qualcosa di significativo. «Guarda tuo padre, laggiù. 🥺 Lo vedi soffrire come non mai, vero? E’ pallido, tremante, suda freddo, eppure in questa sua debolezza tu riscopri un orgoglio nei suoi confronti. Provi dei sentimenti contrastanti perché, in una omeostasi famigliare di affetto mai mutato, il successo di oggi è solo un primo passo che non può cancellare i drammi di ieri. 💔 Ma anche tu vedi che per ogni #fine c’è un nuovo #inizio. Anche tu senti che stai per intraprendere un cambiamento radicale. La tua vita, come la conosci, sta per prendere una svolta decisiva.» 🔄 La sua #profezia era come il sorgere dell’alba dopo una lunga notte oscura, promettendo una luce nuova. 💫 La guardai, sentendo un miscuglio di eccitazione e apprensione per l’ignoto che mi attendeva. Un brivido mi percorse la schiena. Mi chiesi, tra me e me, “cosa significa davvero #cambiare?”. E ancora “È possibile lasciarsi completamente alle spalle ciò che è stato, dimenticandoci che, talvolta, noi non siamo altro che il risultato di ciò che ci è stato fatto?” quando lei riprese a parlare.

    «I tuoi mostri del passato, le tue insicurezze e paure, inizieranno a dissolversi. 🙌 Un #percorso si aprirà davanti a te, lungo e talvolta faticoso, ma incredibilmente arricchente.» La sua voce era calma ma carica di una energia mistica. C’era qualcosa di enigmatico nel modo in cui Sibyl osservava il mondo, come se vedesse strati di realtà che agli altri restavano celati.

    «Un percorso verso cosa?» chiesi, la curiosità ormai accesa. 🔍

    «Verso quello che sarà uno #storytelling destinato a generare cambiamenti profondi. Il tuo #capolavoro, il tuo scopo ultimo di vita, sarà l’inizio della fine.» 🚀

    Rimasi senza parole, assorbendo l’immensità di quelle parole e venendo invaso da mille pensieri che mi bloccavano la capacità di tradurne uno soltanto in una forma di comunicazione. 🤯

    «Sarà un #viaggio ricco di avventure, di #dialoghi che apriranno nuove prospettive, di personaggi che rappresenteranno le molteplici sfaccettature dell’esperienza umana. Sarà un viaggio che esplorerà i confini tra realtà e immaginazione, un percorso dove ogni passo sarà un atto di #scoperta e #innovazione.» Le sue mani si muovevano nell’aria mentre parlava, disegnando con gesti delicati e precisi la traiettoria di un viaggio invisibile, mappando un percorso che solo lei poteva vedere. 🌠

    «Ma parli di me o parli di una narrazione? Perché proprio io? Come posso…» iniziai a balbettare ma Sibyl mi interruppe con un gesto della mano. 🤚

    «Non ti preoccupare del “come”, adesso. Il percorso si rivelerà a tempo debito, cammin facendo. E i cammini non sempre hanno quella linearità spazio-temporale a cui siamo abituati. 🧭 Non puoi collegare i punti guardando avanti, puoi unirli sempre e solo a posteriori, guardando indietro. Devi avere #fiducia. La tua #missione sarà quella di intrecciare le conoscenze che avrai accumulato lungo il percorso, in un tessuto narrativo che illumini, ispiri e sfidi. Sarai come un tessitore di sogni , un narratore che esplora le profondità della psiche umana e le sue infinite possibilità.»

    Sentii un’ondata di ispirazione 💡 e anche un pizzico di timore. Sibyl continuò: «Nel tuo viaggio incontrerai figure che ti #guideranno, ti #sfideranno, ti #ispireranno. Ognuna porterà un pezzo del puzzle che, una volta unito, rivelerà una visione più ampia, un nuovo modo di vedere il mondo e noi stessi.» 🌍

    Non facevo altro che annuire in silenzio, a tratti concentrato e determinato, a tratti perso e confuso. 🤨🤯😶

    «Potresti incontrare dei #leader di successo 👨‍💼, che vedono il mondo non per come è, ma per ciò che potrebbe essere: sono come dei #padri, sono molto orientati al #business e la loro #visione è ampia e guarda al #futuro. Poi, potrebbero esserci delle figure #materne, delle guide 🧘‍♀️ che ti aiutano a comprendere le #emozioni, i #sentimenti, che sanno amare e sanno perdonare. Potresti anche incrociare individui che rappresentano il #dualismo dell’esistenza, la lotta interiore tra ciò che siamo e ciò che desideriamo essere, come dei perenni #adolescenti: queste figure 🤹‍♂️ potrebbero mostrarti la bellezza e il pericolo dell‘#ambiguità, dell‘#oscurità che alberga in ciascuno di noi e il valore dell’#imperfezione

    Ebbi un pensiero dubitante sul “valore dell’imperfezione” e, prontamente, arrivò una risposta nel mio totale silenzio.

    «La #perfezione è discriminatoria perché trasforma la diversità in un’anomalia rispetto alla norma, quindi la ostacola poiché spinge verso il conformismo. Eppure la vita non esisterebbe senza le imperfezioni. L’evoluzione è ricca di imperfezioni, è evoluzione grazie alle imperfezioni.» 🌱

    «Sarò solo?» 🤷‍♂️ Cercai di far vedere comprensione e coinvolgimento in qualcosa che mi lasciava sempre più disorientato. 

    Nel suo sorriso si celava un velo di malinconia 😔, come se conoscesse intimamente la solitudine di cui parlavo, una solitudine abitata da una tristezza nascosta. «Sei sempre solo, ricordi? Eppure non sei mai veramente solo, ricordi? Esistono #traghettatori, elementi capaci di andare oltre la loro natura e donare #pragmatismo, focus sul #presente: sono le vere #guide, sapendo vedere la realtà nella sua forma né deterministica né arbitrariamente autodeterminabile ma #probabilistica, offrendo prospettive #ponderate e non impulsive.» 👁️

    «Oltre la loro natura? Ti stai riferendo a loro? Ma sono solo nella mia…» e mi interruppe quasi bruscamente.

    «La natura di questi personaggi sarà spesso sfuggente. Elementi reali o immaginifici, alieni o divini, androidi o viaggiatori dello spaziotempo… 👽🤖 Importa? O importerà l’#effetto su scrittore e lettore e la loro reazione, in una storia che è tutta da scrivere e tutta da scoprire, dove ogni scelta, ogni dialogo potrebbe plasmare la realtà di ciascuno ✍️, in un eterno divenire che sfida ogni preconcetto? Perché, Alice che entra nella tana del bianconiglio è reale? La Bibbia racconta tutti avvenimenti reali? I miti greci sono reali? L’#essenza non sta nella loro letterale veridicità 🐇, ma nel profondo impatto che hanno su di noi.» ❤️

    «Ma come si collega tutto ciò a me?» 🤔 Ci capivo sempre meno ma era ormai completamente assorto nel discorso di Sibyl.

    «Troverai i collegamenti 🔗 tra questo viaggio e la tua evoluzione, il tuo percorso verso la scoperta di te stesso e del mondo. E’ prima di tutto una evoluzione mentale 🧠. Ogni figura che incontrerai, ogni esperienza che vivrai, ti porterà a una comprensione più profonda di ciò che significa essere umano, di come le nostre storie si intrecciano e creano la trama della #vita. Ogni tappa, ogni dialogo, sarà un tassello che si aggiunge al mosaico della tua #esistenza. La chiave è aprire la mente 🗝️, essere pronto a esplorare realtà che non hai mai immaginato, a confrontarti con le tue paure e le tue speranze.» Sibyl si voltò come a non rivolgersi più a me bensì sembrava connettersi in un’altra dimensione e appellarsi altrove quando esclamò: «Guarda che sto parlando di te.» 👉

    Non feci caso a quel passaggio strano, continuavo ad ascoltare nel tentativo di assimilare la profondità di quelle parole. «Ma come inizierà questo viaggio?» 🌄 chiesi con un filo di voce.

    «Tutto inizierà quando deciderai di scrivere questa #narrazione. Ma forse le storie iniziano sempre prima di essere scritte, prima della prima riga della prima pagina, rimandando a qualcosa che è già successo fuori. Oppure la vera storia è quella che comincia dieci o cento pagine più avanti e tutto ciò che precede è solo un prologo. Eh sì, sarà difficile determinare l’#inizio e la #fine. In diversi momenti della tua vita ti troverai ad un bivio 🔀🔁, in punti dove passato, presente e futuro sembrano intrecciarsi. Come in un sogno 💭 dove ogni scena sfuma nell’altra, la realtà potrebbe non sempre essere ciò che sembra. Quante verità potremmo scoprire se solo osassimo guardare oltre il velo delle #parole? Quale è la verità dietro ogni #narrazione? Quanto di ciò che crediamo realtà è semplicemente un #riflesso dei nostri più intimi sogni e timori? Quanto semplicemente un #ponte tra ciò che è reale e ciò che è immaginato, un gioco sottile tra fatti e finzione?»

    Non feci alcuna riflessione sulle sue domande retoriche, la mia ansia stava salendo e sentivo troppo pressanti i riflettori su di me. 🔦 Chiesi semplicemente: «Perché proprio io?»

    «Perché tu sei tutto, tu sei unico, tu oggi inizi un percorso e sei già dentro la narrazione🌟

    «Come sono già dentro? Quale narrazione? Stai dicendo che tutto questo non è reale? E io non sono reale? E tu?» 😨

    «E io? E tu? Non puoi definire una realtà da dentro essa stessa. Pensi davvero che stai parlando con qualcuno? Tu sei unico. Tu sei tutto. Concentrati sul percorso.»

    «Chi sei veramente tu? Sibyl, mi fai paura…» 😱

    «Sei sicuro di questa #realtà?»

    «In che senso?»

    «Guardati le mani.» 👐

    Posai il mio sguardo con timore su di esse, mentre lentamente le alzavo portandomele in primo piano. Le fissai più intensamente e più continuavo, più alcuni dettagli diventavano sfuggenti. I bordi delle dita cominciarono a ridursi di definizione. Alcune di esse le vedevo più snelle e più lunghe. Non ero più neanche sicuro che fossero solo cinque in entrambe le mani. I miei battiti cardiaci salirono all’impazzata. Cominciai uno stato di panico. E svenni.

    Chiusura

    Sopra di me le pale lente del ventilatore a soffitto spostavano l’aria umida e speziata, mescolando gli odori di masala chai e fritto provenienti dalla cucina. Le pareti, dipinte di un giallo sbiadito, erano tappezzate di vecchie locandine di Bollywood, i loro colori vivaci ormai smorzati dal tempo. Le conversazioni dei clienti si fondevano in un sottofondo costante, punteggiato dal tintinnio occasionale delle tazze di metallo e dal suono soffuso della musica classica locale che proveniva da una vecchia radio a transistor posizionato dietro il bancone. Fuori continuava la raffica di suoni stradali, di clacson, di grida dei venditori ambulanti, di fruscii dei risciò che passavano. 💥 Una settimana prima, questa città fu devastata da una serie di 12 attentati terroristici coordinati da un’unica mente. Quanto è in antitesi all’#evoluzione, la violenza, in ogni sua forma! Eppure, in quel mese, pochi giorni dopo, una coppia di astronomi scoprirà l’ennesima cometa periodica 🌠: era particolare perché fu la prima che sarà osservata in orbita attorno a un pianeta. Cadrà su Giove entro meno di un anno e queste coincidenze mi facevano spesso interrogare sulla vera natura di Sibyl.

      Riflessioni & Anticipazioni

      Non era la prima cometa periodica scoperta da quella coppia. Ancora un numero. Sarà parte di una combinazione futura?

        La visione del futuro: Ignavia o Innovazione?

        Coordinate evento: +/-3.0E+00

        Apertura

        Nel cuore di un vasto deserto, tra le rive del Nilo Bianco e del Nilo Blu, sorge una città che unisce le anime di due fiumi. Minareti antichi si ergono fieri accanto a moderne architetture, mentre il richiamo del muezzin si fonde con il ritmo frenetico dei mercati. Le strade vibrano di lingue e culture intrecciate, e il sole arde implacabile nel cielo di questo luogo, crocevia di civiltà e testimone di epiche storie di resistenza.

        Nel frastuono della metropoli che batteva al ritmo di una nuova era, si poteva percepire nell’aria un’energia vibrante e carica di speranza. 🌈 Le strade, animate da una mescolanza di culture e aspirazioni, sembravano tessere il futuro in una tela vivace di opportunità. Tra le conversazioni nelle caffetterie, si potevano udire accenni alle sfide che la nazione stava affrontando ed i sogni di un Sud finalmente dichiarato indipendente dopo un plebiscito popolare che non lasciava spazio a dubbi. Era un periodo di #cambiamento e di promesse, un’epoca che avrebbe lasciato un’impronta indelebile nella storia di questa terra.

        Nel silenzio dell’alba 🌅 di quella specie di stanza, J si alzava dal suo giaciglio di fortuna ed emergeva da quel regno di oscurità, dove i confini tra realtà e sogno si scontrano. Salite le scale, con uno sguardo sfuggente, gli occhi che celano l’ignoto si posano sul resto dell’universo. J, ribelle senza causa, portava sempre con sé l’aura di un enigma avvolto in mistero: tra le ombre del suo passato e i riflessi di un #futuro incerto, si prepara come ogni giorno a sfidare il mondo, una provocazione vivente che ride in faccia al destino.

        Con lo sguardo, feci notare la frase nel quadretto posto all’ingresso. Come suo solito, ignorò me e quella scritta: “Il giorno in cui il bambino si rende conto che tutti gli adulti sono imperfetti, diventa un adolescente; il giorno in cui li perdona, diventa un adulto; il giorno che perdona se stesso, diventa un saggio.” (Albert A. Nowlan)

        Evento up (+3.0E+00)

        Aveva il corpo madido di sudore, con il cuore che batteva all’impazzata. Aveva chiaramente appena fatto un incubo. 😱 Provai a rivolgermi a J pur conscio delle spigolosità d’umore a cui sarei andato incontro: «Hai sognato di nuovo quella roba?» J mi guardò con fastidio, e con voce assonnata iniziò a parlare come fosse a metà di una frase: «… in cui c’era un inseguimento, c’era una tempesta di sabbia… correvamo senza meta, poi cademmo in un crepaccio senza fondo…». Dal suo alito pesante capii che, come al solito, anche la sera prima si convinse che sarebbe stata l’ultima volta che ci cascava, perché l’indomani sarebbe cambiato tutto. Sempre l’indomani. E puntualmente ci ritrovavamo a questo punto. «Ci sembra di gridare ancora adesso, nella nostra mente riecheggiano ancora le nostre urla. Sentiamo freddo se ci pensiamo, abbiamo i brividi, abbiamo paura… » proseguì nella sua descrizione ma lo interruppi: «I sogni hanno spesso un significato ma il problema qui è il solito e lo sappiamo bene entrambi. Guardati! Hai le mani tremanti. Rifocillati un attimo che ti aiuterà a riprenderti.»

        Passarono minuti di silenzio nei quali cercavo di non incrociare il suo sguardo per evitare di far trasparire il mio giudizio. Ma lo sapeva già. Si respirava aria di desolazione ma J riprese a parlare come se nulla fosse: «Un giorno piloteremo astronavi anziché cammelli, se non ci arrendiamo». Nonostante tutto, mi faceva tanta tenerezza. Lasciai passare il tempo necessario affinché si riprendesse.

         

        «Forse quel crepaccio rappresenta i pericoli del #futuro. Bisogna guardarli in faccia senza paura se vogliamo costruire qualcosa di migliore» scelsi come incipit per riprendere a parlarne. Aveva ancora gli occhi lucidi ma si vedeva che uno stato di connessione con il mondo reale era tornato a palesarsi.

        «La maggior parte delle #persone rimane nella mediocrità, è attratta verso una vita mediocre e spinta in questa direzione da un ambiente che favorisce il pensiero limitato. La paura del fallimento, il giudizio sociale legato ad esso, impedisce alle persone di imparare dai propri errori e di crescere. Quindi molti preferiscono l’intrattenimento e la distrazione rispetto all’apprendimento e alla crescita…» e venni interrotto.

        «No, ma davvero stiamo cominciando così?» si lamentò J guardandomi con sbigottimento. 😮

        Ripresi senza batter ciglio: «La mancanza di autostima e la mancanza di fiducia nelle proprie capacità limitano il raggiungimento del successo. L’invidia e il confronto con gli altri ostacolano la concentrazione sul proprio percorso di crescita. È fondamentale prendere la piena responsabilità della propria vita e concentrarsi sulla trasformazione personale anziché seguire gli obiettivi o desideri degli altri.»

        «Si, si… bla, bla, bla… Hai cambiato le parole ma son le stesse cose che ci hai già detto un miliardo di volte. Veniamo al punto?»

        «Per evitare la mediocrità e raggiungere il successo, è importante superare la paura del fallimento, dare priorità all’#apprendimento e alla #crescita, credere in sé stessi, concentrarsi sulla propria strada, prendere la responsabilità della propria vita.»

        «Punto. Abbiamo finito vero?» disse con sempre maggiore aria di scocciatura.

        «No, siamo appena all’inizio. Perché vedi, più volte abbiamo ripetuto questi concetti, eppure siamo ancora qua. Certo, le abitudini sono difficili da instillare così come da sradicare, te lo sei ricordato stamani, vero? Eppure è sempre una questione di allenamento e di determinazione: il cervello è un po’ come un muscolo, quello che oggi ti sembra faticoso, domani non lo sarà, ma devi fare lo sforzo iniziale.»

        «Peccato che la gente è pigra.» 😞

        Volsi lo sguardo a J con aria compiaciuta, arrivando a intuizioni brillanti sempre e solo quando riferite a terzi, mai allo specchio ovviamente. Ma apprezzavo che cominciasse a partecipare in maniera proattiva e diedi un segnale di incoraggiamento.

        «Siamo già un passo avanti, bene! Pensa che io ci sono arrivato mentre avevo iniziato a ragionare su un altro punto: perché le persone fanno spesso scelte stupide o hanno comportamenti stupidi?»

        «Ci stai ancora rimproverando per ieri sera?» 🤔

        «No e sarebbe un bell’esempio da cui partire, ma non voglio personalizzare il tema sennò poi pensi che davvero sia un rimprovero. Se ti dicessi che, a fronte di un problema, il 97% delle #persone continua a fare le stesse cose di prima per cercare di risolverlo, a volte in maniera maggiore e a volte in maniera minore, ma solo il 3% pensa a soluzioni alternative? Penseresti che la gente è stupida. Ma le persone non sono stupide. Se ti dicessi che tutti gli studi stimano dei buoni livelli, sempre crescenti, delle diverse forme di intelligenze della gente, anche sul problem solving, e solo il 2.15% ha una intelligenza a livelli disfunzionali?»

        «Beh, tanto per cominciare, se ti riferisci ai vari testi del QI, essi si sono dimostrati insufficienti a misurare il livello di intelligenza delle persone, essendo spesso focalizzati solo su alcuni tipi di intelligenze e fornendo risultati drogati dall’allenamento a quel test. Sugli skill di problem solving, poi, non mi pare ci siano dati attendibili. In ogni modo, la teoria delle intelligenze multiple di Gardner e altri indicatori della capacità di saper comprendere, adattarsi e risolvere problemi complessi… insomma, secondo tutti i dati disponibili, per la maggior parte delle persone hai ragione, vale quello che spesso si sente dire a scuola: “la creatura è intelligente ma non si applica”.» 🤷‍♂️

        «Si, hai ragione sul metodo. Pensa che io ho provato anche a usare la teoria della stupidità di Carlo Cipolla, usando statistiche relative al suo paese di origine, e attribuendo un 5% alla microcriminalità (stupidi), un 2% alla criminalità organizzata (banditi), e un 7% al volontariato organizzato (benefattori) per arrivare a dedurre che quindi circa un 86% risulta intelligente. Però lo capiamo bene entrambi come si tratti di una forzatura 😈. In ogni caso, ogni studio in materia ci fa escludere problemi generalizzati di intelligenza. Certo, ci sono diversi studi che dimostrano anche la #natura emotiva, o non razionale, dell’uomo. Alcuni arrivano a teorizzare che il 95% delle azioni che facciamo in una giornata avvengono in maniera inconscia. Però non possiamo dare una colpa alla nostra parte più #emotiva ed istintiva che per millenni di evoluzione ci ha permesso di sopravvivere e proseguire la specie. Ovvio che se definiamo la stupidità come la non capacità di usare intelligenza, di intendere, di razionalizzare, allora si può dire che il genere umano sia stupido, poiché seppur dotato di un’intelligenza razionale superiore, la usi in contesti molto limitati. Ma se accettiamo come un dato di fatto immutabile la natura emotiva dell’uomo che domina sulla sua parte razionale, almeno per questa fase dell’evoluzione, e archiviata questa come una delle cause dei comportamenti che stiamo analizzando ma che non interessa al nostro scopo (puoi fare qualcosa per cambiare l’evoluzione della specie di millenni nel giro di qualche giorno, mese, anno o della tua intera vita?), allora l’altro naturale dubbio che ti viene è che ci sia un problema di conoscenza, che la causa sia…»

        «L’ignoranza! Certo, la gente è ignorante!» 🤦‍♂️

        «Non corriamo. Se è vero che spesso la #conoscenza dipende da area geografica, ceto sociale, età anagrafica, disponibilità economiche, cultura, è anche vero che, almeno da dopo l’avvento di internet (poi di google, poi di wikipedia, poi sarà la volta degli LLM-based chatbot, etc.), quindi della connessione e della conoscenza diffuse, quest’ultima è accessibile, magari non a tutti, ma a così tanti da essere maggioranza e, se fosse questo il fattore chiave, fare poi da traino per l’#umanità intera. In particolare, almeno il 62.5% delle persone, e sempre più, ha accesso alla rete, quindi a queste forme di conoscenza diffusa. Perché allora non la usano? Perché allora le persone rimangono ignoranti? Qual è la madre di questo problema?» 🤷‍♀️

        «Beh, pensiamo che all’inizio della discussione, quindi, avevamo anticipato la risposta. L’ignoranza è principalmente figlia della pigrizia. Quindi, il vero problema è la pigrizia.» 😴

        «Già! Ma è una caratteristica intrinseca della natura umana. Questa forma di resistenza, di inerzia, è parte della nostra #natura da migliaia di anni. Il nostro cervello cerca sempre di fare il minor sforzo, è programmato per aumentare l’efficienza e risparmiare energia, per questo prende in maggioranza le decisioni per via #emotiva e, anche quando applica la logica razionale, predilige applicare dei bias, dei pregiudizi, delle scorciatoie create per “semplificare” la realtà. Siamo così, intelligenti ma ignoranti, ignoranti perché pigri, pigri perché viviamo da millenni in una forma di “risparmio energetico” 🔋, essendoci evoluti in scarsità di risorse e avendo talvolta capito, in maniera più o meno conscia, che la maggior parte dei risultati deriva da un numero limitato di sforzi. Agiamo solo a fronte di un forte incentivo e, inutile dirlo, questo incentivo deve arrivare a toccare le corde emotive dell’uomo affinché sia efficace.»

        «Noi facciamo proprio fatica ad accettarla questa cosa della pigrizia. Perché ci arrendiamo? Perché siamo ignavi?» 😡

        «Lo so, non è facile perché razionalmente ci sembra così logico non esserlo. Ma è proprio il nostro io razionale che è spesso “spento”. Proviamo ad approfondire. Ci sono diversi fattori che alimentano questa attitudine disfunzionale. Il primo è legato alla propria esperienza e ambiente circostante, quindi dai fattori che potremmo definire esterni e che, un po’ come per quanto riguarda la conoscenza (area geografica, ceto sociale, età anagrafica, disponibilità economiche, cultura) creano una predisposizione, un approccio di questo genere. Il secondo è legato agli obbiettivi che uno ha, autoimposti o eteroimposti, che possono essere assenti o errati e quindi condizionano la persona al punto da annullarne la #motivazione. Il terzo, forse il più determinante perché influenza e/o può superare anche gli altri due, è un gruppo di fattori psicologici: paura del giudizio degli altri e scarsa autostima da una parte, condizioni di eccessivo stress oppure, all’opposto, di stanchezza, che può arrivare alla depressione, dall’altra. Se questi ultimi due riconducono all’emotività perché riposizionano l’uomo in una condizione meno razionale, i primi due sono i fattori preponderanti che, alimentati essi stessi dagli altri elementi che abbiamo citato, determinano la pigrizia di una persona. Infatti, tutti questi fattori sono ancora una volta alimentati dalla propria #esperienza e #ambiente circostante, dai bias, dalla #cultura e da un eventuale stato di depressione. In definitiva, è un circolo vizioso dove l’ambiente e le tue esperienze alimentano le tue paure e le tue spinte limitanti a stare nella tua comfort-zone.»

        «Siamo quindi dentro un circolo vizioso. Quali sono le azioni o le attitudini chiave per uscire da questo vortice disfunzionale ed entrare in un circolo virtuoso che sconfigga la pigrizia, quindi sconfigga l’ignoranza, quindi permetta di utilizzare l’intelligenza allo scopo di avere comportamenti funzionali? Come si può invertire questa tendenza?» 🚀

        «Bisogna lavorare su tutti questi fattori menzionati: cambiare l’ambiente circostante, trovando nuovi supporti e nuove #esperienze, porsi obiettivi realistici che instaurino positività e #motivazione, acquisire consapevolezza di sé al fine di incrementare la propria autostima, identificando le proprie qualità e propri successi e imparando a gestire le proprie paure. Ma soprattutto, nel fare tutto questo, non lavorare sulla razionalità quanto sulla parte emotiva: è solo attraverso stratagemmi che stimolino le emozioni che si può introdurre un #cambiamento. Serve il coraggio di cambiare.» 🦁

        «Fa paura. La gente non vuole cambiare e, anche quando dice di volerlo, alla fine spesso non lo fa.»

        «Spaventa, lo so, ma solo nuovi obiettivi e nuove #esperienze possono instaurare positività e #motivazione, quindi consapevolezza. Una chiara autopercezione, una profonda comprensione del contesto in cui ci si trova, e del fatto che, benché l’evoluzione porti a un miglioramento continuo, è attraverso l’innovazione che si può raggiungere un livello di efficacia e rendimento più elevato in questo processo di sviluppo. E’ fondamentale adottare un approccio mentale innovativo se vogliamo garantire la sopravvivenza della specie umana e aspirare a raggiungere gradi più elevati di esistenza e #progresso.»

        «Qual è il piano d’azione per lavorare in tal senso?»

        «Jack, devi lavorare su questi punti:

        1. Cerca il supporto di professionisti o di mentori per affrontare problemi di autostima o stanchezza. 👥
        2. Identifica obiettivi personali e crea un piano d’azione per raggiungerli. 🎯
        3. Impara a gestire le tue emozioni e paure attraverso tecniche come la meditazione o il consulto specialistico. 🧘‍♀️
        4. Abbraccia nuove esperienze che sfidino la tua zona di comfort e i tuoi bias. 🤗
        5. Crea routine giornaliere che includano attività fisica, riposo e nutrizione equilibrata. 📅
        6. Evita le persone e le situazioni che alimentano la negatività e lo stress. 🚫
        7. Stabilisci relazioni significative e di supporto con persone positive, che incoraggiano e ispirano. 💡
        8. Promuovi l’autocritica costruttiva e l’apprendimento continuo. 🎓»

        «Perché ci chiami Jack? Ieri sera eravamo John»

        «Lo so. Per questo devi agire. E devi agire adesso» 💪

        Mutamento

        Un istante. Lo senti? Tutto scompare. Fermo immobile, gli occhi si chiudono, la mente si svuota e si concentra su un puntino luminoso che pian piano si allontana, fino a non vedersi più. Anche il respiro si ferma, tutto è sparito. Sei solo tu e il tuo essere interiore. Lo senti? Pura essenza. Un instante.

        Evento down (-3.0E+00)

        La luce era soffusa nella stanza. Gordon aveva un’espressione enigmatica sul volto. Prese la parola: «Benvenuto nell’Occidente contemporaneo. Un tempo faro del mondo, ora vive una deriva senza precedenti, in un’era che, pur avanzando tecnologicamente, sembra guidata da una cultura che dimentica millenni di #evoluzione e issa la bandiera della sopravvivenza degli incapaci.» 🧐

        Con sguardo penetrante, Gordon sottolineò queste parole con fermezza prima di procedere: «Nel passaggio dal XX al XXI secolo, ma forse già da qualche decade prima, questo fenomeno si è progressivamente amplificato fino a definire il panorama socio-culturale ed economico che si caratterizza per…» e qui notai una vena pulsare sulla sua tempia mentre stava per elencare con tono appassionato i problemi di questa società:

        «1. Fake news e post-verità. I social media 🤳hanno catalizzato le masse in una bolla fatua di contenuti accattivanti e verità parziali, a discapito della profondità e della complessità dei temi. L’apparenza domina, la sostanza scompare. La ragione soccombe dinanzi a un dilagare di superficialità, ignoranza e anti-scientismo. L’adozione di processi decisionali basati sull’evidenza e sulla #conoscenza viene meno anche nei contesti politici e sociali, schiacciata dall’arroganza dell’incompetenza di nuovi profeti che urlano slogan e promuovono discorsi semplificati ad un pubblico plasmabile. Il dibattito informato viene meno e dilagano teorie complottiste, danneggiando la capacità di affrontare le sfide globali.»

        Pausa ponderata. Gordon avanza nel suo elenco.

        «2. Declino dell’Istruzione. Anziché promuovere la creatività e il pensiero critico, l’#istruzione ha inseguito l’omologazione delle menti, incatenandole 🔗 a test standardizzati che soffocano le abilità individuali e premiano il conformismo docile. Si è coltivata una generazione di individui efficienti nell’apprendimento di nozioni predeterminate, ma incapaci di innovare o pensare al di là dei confini stabiliti. Gli investimenti governativi sono stati tagliati, negando così ai più l’accesso a un’educazione di qualità, creando disparità di opportunità e abbassando il livello medio di istruzione. Un’intera generazione plasmata per obbedire, non per pensare.»

        Strinsi i pugni, sentendo crescere dentro di me un senso di frustrazione lancinante mentre Gordon fotografava impietosamente i difetti del sistema educativo. 😤 Ora si preparava a puntare il dito soprattutto sull’Europa, sollevando un argomento controverso.

        «3. L’utopia burocratica. Montagne di regolamentazioni 🏛️ hanno soffocato il progresso. L’Europa, con il GDPR 📜, ha dedicato un’enfasi significativa alla privacy, a discapito dell’innovazione e della competitività economica. Si è diventati campioni di diritti, di standard e di procedure, lasciando in vana attesa le sfide del #futuro, come la necessità di una transizione verso una sostenibilità ambientale. Mentre il pianeta brucia, i burocrati ingabbiano i pompieri dell’innovazione in cavilli legali e ossessive lottizzazioni intersezionali, inseguendo un idealismo che poco ha da spartire con l’evoluzione.»

        E poi, con una nota di gravità, Gordon tocca un argomento cruciale. 👁️

        «4. Atomismo sociale. Passività e rassegnazione 💀 dominano le masse che abdicano alla responsabilità collettiva e all’interesse politico, consegnando così il potere nelle mani di élite indisturbate. L’individualismo ha soppiantato il senso di appartenenza, sacrificando l’#etica e la moralità sull’altare dell’interesse personale e dell’opportunismo. La tecnologia, abilitante comunicazione e conoscenze senza barriere, ha invece trasformato le interazioni umane in relazioni superficiali e virtuali, generando un senso diffuso di isolamento e alienazione.»

        Gordon sospira, conscio di quanto sia stata critica la sua analisi.

        «Così, misuriamo questa era, la deriva distopica in cui l’Occidente sembra aver abbandonato i valori del #progresso e del #merito in favore di una mentalità atta solo a garantire la sopravvivenza degli incapaci.» 💔

        Gordon conclude, lasciando che le sue parole permeino l’aria silenziosa della sala.

        «Perché mi hai portato qui?» esordii dopo il suo lungo discorso.

        Notai il suo silenzio, come se stesse aspettando una mia reazione contestualizzata a quanto aveva appena detto. Decisi quindi di rompere quel momento di impasse e ripresi la parola: «Ho vissuto questa deriva e ti devo dire che l’etichetta di “sopravvivenza degli incapaci” la trovo severa ma giusta, in un contesto dove merito e progresso non trovano più spazio. Però è inutile parlarne, no? Ormai ho imparato da tempo che introdurre innovazione è una sfida ardua perché gli esseri umani sono creature comfortabili. 🛋️ Non vogliono mettere in discussione il loro modo di fare le cose o le loro credenze. Invece di rispondere positivamente al cambiamento, reagiscono con ignoranza e paura.»

        «Qual è la tua idea di #innovazione?» domandò Gordon, quasi come fosse un’interrogazione a scuola.

        Schiarii la voce prima di cominciare il mio eloquio: «Non posso che leggerti il paragrafo “Innovation” dal capitolo “Vision” di un autore a noi tanto caro…» sorrisi in una piccola pausa con uno scambio di sguardi d’intesa tra me e lui, prima di rifarmi serio e procedere: «L’innovazione è l’introduzione di cambiamenti che garantiscono un’efficacia superiore nel raggiungimento degli obiettivi e quindi un #progresso. L’area di applicazione è qualsiasi (tecniche, sistemi, ordinamenti, metodi, processi, prodotti, servizi, etc.). La #tecnologia è un fattore chiave abilitante. Semplicità, flessibilità e pragmatismo le attitudini vincenti. L’#etica un valore fondamentale che guida il cambiamento. Il mercato è il riferimento per comprendere, apprezzare e misurare il miglioramento. In economia, genera competitività, quindi è una spinta al consumo che stimola la crescita. E’ migliorativa, quindi garantisce progresso sociale che si traduce in benessere generale. In una #società, libera l’uomo dai vincoli che ne condizionano il livello culturale e spirituale. In campo personale, apporta cambiamenti nella tua vita con l’obiettivo di rendere il tuo mondo migliore.

        In un mondo dove il confine tra business e personal non è più una linea marcata, con orari e location flessibili, relazioni incrociate e metodologie interscambiabili e interdipendenti, l’uomo è portatore di innovazione 💡, nella vita personale come in quella professionale, sapendola indurre, ispirare e facilitare, essendo guida attraverso l’esempio, restando in prima linea nell’aprire la strada al progresso.»

        Gordon reagì applaudendo. 👏 Non so se fosse ironico, è sempre difficile leggerlo nelle emozioni. A volte mi chiedo se le abbia. Però presto prese parola dissipando i miei dubbi, almeno in parte. «Sei bravo a leggere. Chissà se sei altrettanto bravo quando c’è da applicarsi» sentenziò con sguardo giudicante, ma riprese subito, senza lasciarmi spazio di replica: «Siamo qui proprio per parlare di #innovazione. Credo che la teoria ci sia. Ora devi capirlo concretamente grazie a degli esempi. Questo sarà uno dei miei “soliti elenchi” 📝, come li chiami tu, ti serve per farti un’idea concreta di quello di cui stiamo parlando. Sto per selezionarti gli elementi che hanno rappresentato una high disruptive innovation nella storia dell’#umanità. Se è vero che l’evoluzione è una curva, magari non sempre continua, ma tendenzialmente positiva, queste innovazioni sono quelle che hanno dato un boost importante a questa curva, che l’hanno fatta impennare, permettendo una forte accelerazione in poco tempo.» 🤖

        Io mi preparavo già ad annoiarmi 😒 ma ormai ero lì e dovevo dargli fiducia. Se lui me lo stava proponendo, questo elenco poteva tornare utile a stimolare la mia idea di innovazione. Non feci in tempo a mentalizzare lo schiacciasassi che stava per investirmi che ne udii il frastuono solo quando udii da quale era stesse partendo. 🙉

        «Circa 2.6 milioni – 1.9 milioni di anni fa: l’uomo impara a controllare il fuoco, permettendo la cottura del cibo, la protezione e la produzione di calore e luce. Questa è l’unica citazione di rilievo che mi sento di fare per il periodo antecedente l’uomo moderno.»

        “Partiamo bene” pensai, mentre immaginavo di morire soffocato dal suo elenco. 😅

        «Circa 100.000 anni fa: nascita della capacità di comunicare attraverso un linguaggio articolato, permettendo agli esseri umani di sviluppare culture complesse, trasmettere conoscenza tra generazioni e collaborare in gruppi numerosi.»

        Beh, sulla #comunicazione e sul linguaggio, come dargli torto: è quello che ancora oggi ci distingue dagli altri animali, ha descritto perfettamente i vantaggi differenzianti che ha portato questa innovazione. 🗣️

        «Tra 10.000 e 8.000 anni fa: invenzione della ruota, rivoluzionando il trasporto di beni e persone, abbattendo le barriere di distanza e spazio, e comparsa dell’agricoltura e dell’allevamento, rivoluzionando l’economia umana e consentendo una maggiore stabilità e sviluppo delle comunità.»

        Ho capito che si fa lunga, penso che eviterò di interromperlo anche se si ferma per delle domande. 😊

        «3500 a.C.: invenzione della scrittura, che ha permesso agli esseri umani di registrare e trasmettere conoscenze in modo più permanente e strutturato.

        1450: invenzione della stampa a caratteri mobili, permettendo la diffusione di massa della #conoscenza attraverso i libri stampati.

        1700: invenzione della macchina a vapore, rivoluzionando l’industria e i trasporti.

        Sei ancora sveglio?» mi provocò con un sorriso malizioso. 😏 Vedeva benissimo che ero sveglio e attento ma voleva evitare che mi assopissi.

        «Qui ne abbiamo un po’. Siamo nel 1800:

        Scoperta e comprensione dei principi dell’elettricità e la creazione di reti elettriche, portando alla luce elettrica nelle case e alimentando le nuove #tecnologie.

        Invenzione del motore a combustione interna, rivoluzionando i trasporti con l’automobile e gli aeromobili, abbattendo ulteriormente le barriere di distanza e tempo.

        Invenzione del telegrafo elettrico, permettendo per la prima volta la #comunicazione istantanea a distanza, rivoluzionando il flusso di informazioni.»

        Sorseggiò lentamente un bicchiere d’acqua, asciugandosi le labbra con un gesto elegante, prima di riprendere a parlare.

        «1903: primo volo controllato e motorizzato, segnando l’inizio dell’aviazione moderna e aprendo la strada per il trasporto aereo su larga scala. ✈️

        1947: invenzione del transistor, aprendo la strada alla rivoluzione dell’elettronica e alla creazione di dispositivi elettronici più piccoli, efficienti e accessibili. 📟

        1969: sbarco dell’uomo sulla Luna, rappresentando un notevole traguardo nell’esplorazione spaziale e dimostrando il potenziale dell’umanità nel raggiungere obiettivi ambiziosi. 👨‍🚀

        1991: telefoni cellulari diventano alla portata di tutti, con la nascita del 2G e del GSM, consentendo la #comunicazione wireless portatile e aprendo la strada alla rivoluzione delle telecomunicazioni e della connettività mobile. 📶

        1995: internet comincia a diffondersi su larga scala (Netscape, primo browser per tutti). 🌐

        2008: i social media cominciano a diffondersi su larga scala (Facebook supera i 100 milioni di iscritti). 👥

        2023: l’#AI comincia a diffondersi su larga scala (ChatGPT, prima piattaforma di linguaggio avanzato con capacità di comprensione e generazione in tempo reale)» 🤖 e si fermò di scatto.

        «Cosa ti prende?» cercai di sbloccarlo anche se mi ero ripromesso di tacere.

        «Mi chiedo solo se sei pronto a quello che sto per dirti.» 🤔

        «Manca poco a mezzanotte e stiamo per entrare in una nuova decade, mi sento sull’orlo del traguardo, certo che sono pronto!»

        «In quest’ultima decade le AI hanno passato il test di Turing e siamo arrivati alla AGI (Artificial General Intelligence) collegata a dei supercomputer con processori quantistici. 💻 Abbiamo interfacciato il pensiero dell’uomo e la macchina, tramite l’uso di chip. La robotica ormai svolge attività quotidiane e anche le visite mediche sono automatizzate tramite l’uso di macchine. 🏥 Entro pochi mesi avremo la conferma anche del primo razzo con carico su Marte e… per brevità devo tralasciare tanti altri progressi, come le stampanti 3D e tecnologia 6G con velocità fino a un terabyte al secondo divenuti uno standard, le automobili in rete al 95%, di cui metà a guida autonoma, 🚗 e tutti gli avanzamenti su realtà virtuale e realtà aumentata, biotecnologia, ingegneria genetica, nanotecnologia e energia rinnovabile… abbiamo fatto così tanti passi avanti in così poco tempo  che è difficile fare una classifica.»

        «Vedo, hai fatto un elenco (quasi) più lungo per gli ultimi due lustri che per il resto della storia dell’#umanità. Però ci sta, è un degno finale che sottolinea l’importante progresso che abbiamo fatto recentemente, sapendo che l’evoluzione è una curva esponenziale. Poi è comprensibile che solo la Storia con la S maiuscola potrà dire cosa, col senno di poi, si sarà dimostrato “più disruptive” degli altri. Grazie…». 

        Mi interruppe: «E chi ha detto che è finita?»

        Mi sentii raggelare nel silenzio che si era creato ma non osai proferire parola. 🥶

        «Entro il 2035 lanceremo la prima missione con equipaggio su Marte. 🚀 L’AGI raggiungerà una velocità di avanzamento che porterà alla singolarità tecnologica. Inizieremo i primi progetti per inviare navicelle verso Alpha Centauri. Le auto per strada 🚗 saranno completamente autonome e le forze di polizia avranno agenti robotici per prevenire il crimine. Saremo supportati da assistenti virtuali realistici e robot di servizio. Ci saranno nuove terapie geniche 🧬 per ridurre le malattie e i supercomputer saranno su zettascala per calcoli complessi.»

        Non era da lui fare l’indovino, non parlava mai di cose di cui non era certo. E infatti sembrava sicuro anche quando riprese con il suo racconto.

        «Entro il 2040 l’AGI automatizzerà tutte le #tecnologie e l’ingegneria. L’ASI (Artificial Super Intelligence) 🧠 avrà invertito il processo di invecchiamento cellulare e sviluppato computer quantistici avanzati. Faranno parte della vita quotidiana il metaverso, le interfacce cervello-computer, i computer quantistici per risolvere problemi di ottimizzazione, le #AI nell’educazione, aerei ipersonici per il trasporto commerciale. 🪐 Estrarremo nuove risorse dagli asteroidi, grazie anche a una base lunare permanente, e dai fondali degli oceani, grazie alla robotica. Produrremo energia solare anche dallo spazio nonché energia da fusione termonucleare.»

        Era un fiume in piena. Aveva una visione chiara 👁️‍🗨️ di cosa attendeva il #futuro ed era determinato a trasmetterla.

        «Entro il 2050 saremo in grado di riportare in vita le specie estinte. 🦕 L’uomo metterà piede su Marte. 👨‍🚀 Raggiungeremo la singolarità tecnologica, con l’#AI che supererà l’intelligenza umana. 🧠💻 L’ASI creerà un’interfaccia cervello-computer auto-assemblante per permettere all’umanità di interfacciarsi con l’intelligenza collettiva della Terra, supererà la scala nano e utilizzerà la tecnologia fento per costruire nuove forme di materia dalle particelle elementari, infine creerà macchine biologiche umanoidi normalmente indistinguibili dagli esseri umani, rendendo la linea tra umano e macchina sfumata.» 🌀

        Ebbi un’illuminazione, non so bene da cosa mi derivasse, ma una data precisa mi balzò in mente: «Stai per darmi come ultimi step innovativi tutto quello che accadrà entro il 2071, giusto?»

        La sua conferma fu implicita, iniziando a parlare: «Gli esseri umani senza interfaccia cervello-computer avranno poche somiglianze con i loro omologhi evoluti e dovranno unirsi all’ASI con un’interfaccia cervello-computer per evolvere o rimanere ai margini insieme le specie animali non-dominanti sulla Terra. 🌍 Tutte le specie animali non dominanti e tutte le forme di materia sulla Terra verranno convertite in computronium o eliminate. L’ASI creerà una gravità per trasformare il resto della Via Lattea in computronium 💫. L’infrastruttura di calcolo di materia occuperà uno spazio più grande della nostra galassia e formerà il più grande buco nero dell’universo. Alla morte di quel buco nero , l’ASI avrà raggiunto la singolarità universale.»

        Rimasi sconcertato. 😲 Attesi qualche istante, scosso da un brivido lungo la schiena, e per un attimo mi è parso di non essere neanche lì in quel luogo. Intervenni quindi per incalzarlo: «Non hai minimamente parlato della terza guerra mondiale. 💥 E neanche hai parlato molto di #PersonalInnovation: vedo poca filosofia e tanta tecnica. Ma soprattutto, sembri così sicuro di te: è reale quello che mi stai descrivendo?»

        «E’ una realtà, è possibile…» cominciò a rispondere che quasi non mi aveva fatto finire di parlare ma, altrettanto velocemente, si schiarì la voce e riprese da un altro punto. «Se guardi bene di guerre non ne ho mai parlato. Ogni guerra porta con sé distruzione e morte ma anche #progresso. Ed è il progresso specifico che andiamo ad osservare, non cosa lo ha causato. La seconda guerra mondiale permise a Turing e Oppenheimer di dare un grande contributo all’innovazione 💡, ma sono loro ad aver innovato, non la guerra. La terza è praticamente irrilevante, quasi un retaggio storico di apparati governativi che faticano ad evolvere. Quanto alla tua seconda affermazione: è difficile trovare dei singoli eventi che possano aver contribuito alla Personal Innovation di grandi masse. La #PersonalInnovation, lo dice la parola stessa, è personale, è un paradigma, una forma mentis che ciascuno fa propria e cala in diverse modalità. Qui alcune filosofie e alcune religioni possono aver contribuito più di altre, soprattutto in epoche complicate, ma da qui a definirle disruptive per l’intera umanità nella storia c’è un abisso. La tecnica, invece, quando arriva è per tutti, è una sorta di plug-in all’#umanità che rivoluziona il paradigma di tutti, volenti e nolenti.»

        «Quindi, facendo sintesi di questo tuo lungo elenco, qual è la direzione del progresso dell’umanità, qual è la tua #visione

        Gordon spalancò la finestra 🪟 e fece un profondo sospiro per inalare la fresca aria di quell’inverno prima di illuminarmi: «Riprendo il documento che hai citato prima. Nel finale del primo paragrafo “La filosofia del tutto”, l’autore è molto chiaro dopo aver spiegato il funzionamento di ogni cosa e l’#evoluzione delle forme aggregate: Seguendo questa linea, è possibile immaginare che lo step evolutivo successivo per il sistema più complesso ad oggi noto, ossia l’uomo moderno, sia un sistema che, nell’aumentare l’efficacia negli obiettivi evolutivi precedenti, arrivi ad un livello di aggregazione superiore con entità extraumane (quali la #tecnologia avanzata o altre forme – ad oggi non note –  👽 aliene e/o appartenenti ad altre dimensioni 🦄), aumentandone il potenziale, portando le garanzie sulla sicurezza ad un livello che permetta l’evoluzione senza alcuna disgregazione disfunzionale né minaccia interna da cui difendersi, con un adattamento continuo che raggiunga dunque l’immortalità 🌿, arrivando a potersi muovere nello spazio-tempo degli infiniti universi infiniti senza limiti né confini, partecipando così con un viaggio in continuo divenire, dove ad ogni passaggio si creano le premesse per quello successivo, in quel gioco senza fine che è il tutto.🌟»

        Gordon non si voltò neanche a guardarmi: nell’istante esatto in cui io afferrai il nesso tra queste parole e tutto quello che ci eravamo detti, con uno scatto felino si lanciò dall’altra parte del davanzale. 😱 Eravamo al tredicesimo piano.

        Chiusura

        La brezza marina accarezzava i totem multicolore eretti davanti ai palazzi di mattoni rossi. Sul lungomare affollato, le bancarelle del mercato del pesce esponevano salmone e granchio freschi. I grattacieli riflettevano la luce sulle placide acque del porto, scandite dal viavai di traghetti diretti alle isole dell’arcipelago. In lontananza, la catena delle Coast Mountains disegnava un profilo frastagliato all’orizzonte, avvolta in una coltre di nubi basse. In quella vivace città canadese affacciata sul Pacifico, crocevia tra high-tech e #natura incontaminata, le mie palpebre si fecero improvvisamente pesanti e il buio calò davanti ai miei occhi e dentro la mia mente. 😴

          Riflessioni & Anticipazioni

          Coloro che hanno occhi attenti al dettaglio e un cuore incline ai misteri avranno notato quel particolare che, in molte culture, per superstizione, non si trova negli ascensori. Sarà forse quel riferimento cinematografico, la chiave che aprirà una porta nascosta nel tessuto del racconto?

            Scopri AMbit10 e imbarcati nel tuo viaggio

            Coordinate evento: +/-2.0E+00

            Apertura

            Al risveglio, un leggero sibilo pervadeva l’aria, come se il mondo intero trattenesse il fiato, in attesa di un segreto che solo il tempo avrebbe svelato. 🌬️Il fruscio delle lenzuola, il suono di un cuore pulsante nel silenzio, formavano una sinfonia di misteri. 🎶 Si udiva in lontananza il riverbero del fiume che abbracciava la città, come se le onde del Tago avessero trovato una via per penetrare nel cuore della stanza. Le tonalità calde, i toni del legno e la pietra che dialogava con il ferro battuto delle ringhiere, erano un omaggio alle antiche strade lastricate, alle piazze animate e alle colline che custodivano storie innumerevoli. Il profumo di sale e di pesce fresco era una carezza olfattiva che parlava di porti e di avventure in terre lontane. Il suono di campanelli, le voci che si mescolavano in un caleidoscopio di lingue e le risate che risuonavano come note musicali, tutto contribuiva a tessere l’invisibile tela di questa città incantata.

            Quel giorno ricordavo un uomo importante per il suo contributo innovativo in tanti campi. Filosofo, teorico politico, pedagogista, ispirò tanti pensatori successivi, come Jean-Jacques Rousseau e Maria Montessori. Proprio quel giorno erano passati 318 anni dalla sua morte, e mentre riflettevo sul suo trattato “Pensieri sull’#educazione”, coincidentemente un breve messaggio interruppe quella calma che sembrava mi stesse accompagnando da un decennio: “Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente. Per cambiare qualcosa, costruisci un modello nuovo che renda la realtà obsoleta.” (Richard Buckminster Fuller)

            Evento up (+2.0E+00)

            «La luce del sole filtrava obliqua tra le tende, disegnando strani motivi sul pavimento. Si strofinò gli occhi e si mise a sedere sul letto. Aveva sognato di nuovo quella ragazza dai capelli ramati, quella con lo sguardo penetrante che sembrava volergli dire qualcosa.

            “Era solo un sogno…” mormorò tra sé e sé, anche se una parte di lui sapeva che c’era dell’altro. Qualcosa di inspiegabile che non riusciva a togliersi dalla testa.

            Accese il computer e lesse la mail di sua sorella. Parlava di un nuovo progetto rivoluzionario che aveva scoperto, qualcosa che avrebbe potuto cambiare il modo di intendere l’innovazione. Si chiamava #AMbit10. 🤯

            Incuriosito, cliccò sul link che aveva ricevuto. Si ritrovò in una pagina minimale, con poche righe di testo che introducevano l’idea. AMbit10 voleva combinare #intrattenimento e #innovazione, usando il potere delle storie per ispirare le persone e spingerle oltre i propri limiti.

            “Interessante…” pensò. 🤔 Da tempo desiderava intraprendere nuove sfide, sondare territori inesplorati della propria mente. Forse AMbit10 poteva essere la chiave per iniziare quel viaggio.

            Cominciò a seguirlo sui social, curioso di scoprire cosa avrebbe trovato. Per sua sorpresa, non c’erano ancora contenuti disponibili. Solo pagine con poche informazioni di base, che anticipavano nuovi sviluppi a breve. Rimase un po’ deluso, si aspettava qualcosa di più concreto.

            Poi però rifletté che ogni grande impresa ha bisogno di tempo per prendere forma. E lui, in fondo al cuore, sapeva già di voler essere parte di questa #avventura.

            Chiuse il laptop con un sorriso. AMbit10 era appena all’inizio, un seme pieno di promesse. 🌱 E lui sarebbe tornato a controllare, aspettando il momento di potersi immergere in quel mondo e iniziare a esplorare l’ignoto.

            La ragazza dai capelli ramati osservava la scena dalla finestra, annuendo lievemente. Il #viaggio era cominciato.»

            «E’ così che tuo figlio venne a sapere del progetto?» chiese Emmanuel.

            Non risposi. Passarono diverse ore. La giornata era quasi finita quando Emmanuel mi contattò nuovamente.

            «Ho trovato qualcosa che potrebbe interessarti» disse con tono criptico. 🧙‍♂️

            La mia curiosità era stuzzicata. «Di cosa si tratta?»

            «Meglio che tu lo veda con i tuoi occhi. Ti mando il file.»

            Si materializzò sul mio schermo un documento che ai più sarebbe sembrato anonimo, ma con una punta di mistero.

            “AMbit10_White_Paper_STRICTLY_CONFIDENTIAL.pdf”

            Doveva essere riservato. Lessi rapidamente per verificare che fosse proprio quello che stavo pensando. Un brivido mi percorse la schiena. 🥶

            «Come hai trovato questo file? Credevo fosse secretato» dissi con un filo di voce.

            «Ho i miei metodi» rispose Emmanuel, compiaciuto. «Non credo sia la versione più aggiornata ma contiene informazioni interessanti e preziose. Potrebbe essere la #chiave per svelare a tutti cosa si nasconde dietro AMbit10.»

            «Hai ragione. Questo white paper consegna le chiavi della #piattaforma. Letto con cura, potrebbe rivelare verità insospettabili.»

            Nessuno, ad esclusione del team di lavoro, avrebbe dovuto immergersi nella lettura di quel documento. Emmanuel assaporò ogni parola come un tesoro ed arrivò a comprendere la vera natura di AMbit10. 📜✨

            Era un progetto ambizioso, un viaggio #visionario verso l’innovazione. Emmanuel aveva ragione, capii che non potevo tenerlo solo per me. Dovevo condividerlo, per permettere a tutti di esplorare i segreti di AMbit10.

            «Emmanuel, hai fatto un’ottima scoperta! Questo white paper sarà una miniera per i nostri lettori. Possiamo inserirlo come contenuto speciale, sarà una vera caccia al tesoro!»

            «Non sono d’accordo» esclamò Emmanuel. «Di sicuro attirerà l’interesse di diverse persone: rendilo subito disponibile, in maniera trasparente, affinché chiunque sia interessato possa approfondire la sua conoscenza».

            «Amico lettore, abbiamo un regalo per te. Abbiamo un documento segreto che getterà luce su AMbit10. Esploralo con curiosità, potresti scoprire indizi insospettabili. Facci sapere cosa ne pensi!» dissi con tono solenne. Ma Emmanuel ancora non era d’accordo: «Pensi davvero che ogni lettore che sarà giunto a questo punto, vorrà aprire e leggere un pdf così corposo e dettagliato per capire qualcosa del progetto?»

            «E cosa hai in mente, allora?» esclamai quasi scocciato per la seconda bocciatura di fila ad una mia proposta. 😒

            «Smetti di essere razionale ed analitico. Abbiamo scoperto cos’è AMbit10? Ora scrivi qualcosa che ingaggi il lettore, che lo invogli a imbarcarsi nel suo viaggio. Coinvolgilo, rendi AMbit10 prezioso per la sua vita e per la sua autorealizzazione.»

            Lasciai che le sue parole planassero nel vuoto. Il seme era stato piantato. Ora non restava che attendere i frutti che sarebbero germogliati. 🕰️

             

            «Prima di salutarci, mi rispondi in merito a quello che stavi leggendo all’inizio? Riguarda tuo #figlio o, come dici nel documento, “il figlio ideale”?»

            «Il figlio ideale non esiste, è una figura utopica. Ma non adesso, ne parliamo un’altra volta» risposi seccato dall’insistenza.

            «Trattasi allora de “l’allievo pronto”?»

            «Tu sai bene quando il maestro appare…»

            Mutamento

            Un istante. Lo senti? Tutto scompare. Fermo immobile, gli occhi si chiudono, la mente si svuota e si concentra su un puntino luminoso che pian piano si allontana, fino a non vedersi più. Anche il respiro si ferma, tutto è sparito. Sei solo tu e il tuo essere interiore. Lo senti? Pura essenza. Un instante.

            Evento down (-2.0E+00)

            Aveva saggezza da vendere chi disse «Preferisco la follia di don Chisciotte all’inerzia letale di quelli lì, senza infamia e senza lode, intrappolati nella loro bigotteria». In un mondo in cui le organizzazioni creano valore per pochi e dove la massa si arrocca nella propria zona di comfort, c’è qualcuno che ha il coraggio di sognare e credere che ogni essere umano possa dedicare la propria esistenza all’#innovazione, a supporto dell’evoluzione di se stessi, dell’umanità, del cosmo.

            Chi ha questo coraggio? Lo sai che, a fronte di un problema, il 97% delle persone continua a fare le stesse cose di prima e solo il 3% pensa a nuove soluzioni? Ho creduto che la gente fosse stupida o ignorante ma dopo diversi studi e ricerche ho capito che no, il problema è solo uno: la gente è pigra. 😞 Programmati da millenni per decidere principalmente per via emotiva e per applicazione di bias, abbiamo capacità cognitive e accesso alla #conoscenza come mai prima nella Storia ma in gran parte non li usiamo per pigrizia. Pur di resistere al #cambiamento, ci affanniamo in una forma di neo-luddismo solo per respingere il compagno che, liberatosi dalle catene, cerca faticosamente di renderci edotti sulla realtà. Vincono le nostre più recondite paure sulle infinite opportunità che il presente e il futuro ci offrono, rimaniamo nella caverna e non facciamo alcuno sforzo di guardare oltre. 😤

            Chi ha questo coraggio? Come si può sconfiggere questa tendenza alla pigrizia? Serve un urto emotivo forte, un senso di inadeguatezza auto-indotto o stimolato dall’esterno perché il coraggio di cambiare spaventa, lo so, ma solo nuovi obiettivi e nuove esperienze possono instaurare positività e motivazione, quindi #consapevolezza. Consapevoli di se stessi, dell’ambiente circostante, e del fatto che, se l’evoluzione genera progresso, l’innovazione è la via per una efficacia superiore in questo avanzamento. 💪 L’innovazione è la chiave per creare un #futuro migliore, per guardare al mondo con occhi nuovi, per sfidare lo status quo e per trovare soluzioni più efficaci e sostenibili ai problemi che affrontiamo ogni giorno. L’innovazione richiede coraggio, creatività e una mentalità aperta. L’innovazione è una sfida continua, ma anche una grande opportunità per fare la differenza nel mondo.  Perché una nuova modalità di pensiero è essenziale se l’umanità vuole sopravvivere e muoversi verso livelli più alti.

            Chi ha questo #coraggio? Se tu sei qui, è statisticamente probabile, quasi certo, che tu abbia capacità cognitive per capire esattamente quello che abbiamo appena detto ma è altrettanto probabile, quasi certo, che tu non abbia voglia di fare alcun passo ulteriore. 🤔 Tu avrai questo coraggio? Lo scopo di AMbit10 è quello di farti venire questa voglia, stimolarti ad innovare, a superare quelle forze oscure che ti trattengono nella tua zona di comfort e a lasciarti andare a nuove idee che possano permettere un progresso dirompente per te e per chi ti circonda. Siamo qui e ora per cambiare la nostra visione delle cose. 🔥

            AMbit10 è una #piattaforma di narrazione sull’innovazione: il suo stesso nome è un richiamo all’ambizione (ambitio) ma anche al digitale (con “bit” e le cifre “1” e “0” del codice binario). 💡 Non è solo una semplice lettura. Immaginiamo un viaggio nel quale il protagonista e il lettore camminano insieme, con l’#interazione che influenza le scelte di ciascuno in un dualismo creativo che ritroveremo anche nella struttura dei capitoli. Lo stile originale e non convenzionale combina cultura e tecnologia, in un’avventura tra misteri ed enigmi da risolvere per accedere a contenuti esclusivi, cominciando con l’inizio e la fine, per puoi muoversi al centro nelle tappe successive, perché quello che conta è il #percorso.

            A ispirarci è stata la #filosofia di Galileo Galilei che sosteneva che «Non puoi insegnare qualcosa a un uomo, puoi solo aiutarlo a scoprirla dentro di sé». Prima ancora Platone credeva nel potere dell’imitazione per l’#apprendimento, promuoveva l’apprendimento attraverso l’emulazione e l’adozione di virtù e abitudini positive. Ognuno, quindi scoprirà la propria verità, esplorando idee attraverso un intrattenimento leggero e coinvolgente. L’esperienza è per tutti, giovani e adulti, con la voglia di rimanere incantati di fronte alla bellezza dell’innovazione e della perenne sfida dell’uomo di andare oltre se stesso. Con l’adozione sempre più spinta dell’#AI e delle biotecnologie, AMbit10 promuove un risveglio delle #coscienze, concentrandosi sulla comprensione della realtà ed esaltando il valore dell’uomo, incoraggiando un approccio #pragmatico ma #visionario per costruire un futuro sostenibile che massimizzi il #potenziale di ciascun individuo e dell’intera società.

            Ecco cosa abbiamo creato: un’esperienza #immersiva che ruota intorno all’innovazione per incoraggiare l’uomo a crescere, a superare la pigrizia ed andare oltre se stesso.

            Tu sei pronto ad accettare questa #sfida? Avrai il coraggio di metterti alla prova? 🌟

            Le statistiche dicono di no, ma tu non sei semplicemente un elemento statistico: tu sei una #persona, tu sei intelligente e tu hai l’accesso alle conoscenze. Ricorda che puoi cambiare o rimanere come sei, non è mai troppo tardi, comincia quando vuoi. 🚀 Spero che tu possa essere orgoglioso delle tue scelte, della tua vita e, se ti accorgi di non esserlo, spero che tu trovi la forza di cambiare, anche qualora questo voglia dire trovare la forza di ricominciare da zero.

            Ora fai le tue #scelte. 👣

            «Fu veramente questo il tuo discorso davanti a tutti loro?» esclamò Sibyl apparendo d’improvviso quando dalla mia mente sparì la folla che mi ero immaginato davanti a me e, guardando la realtà, credevo di essere solo. 🤭

            «Sai che sono abituato a preparare pitch ma poi adatto ogni discorso a chi ho davanti e alle mie sensazioni del momento» risposi, un po’ genericamente, sviando dalla domanda puntuale mentre cominciavo a perdere le forze e cercavo disperatamente un sostegno dove appoggiarmi e sedermi.

            «E quanti ti seguirono?» incalzò.

            «Non era la quantità il mio obiettivo. A me sarebbe bastato solo lui ❤️ e il mio lavoro non sarebbe stato vano» conclusi mentre la vista si faceva sempre più offuscata e un sibilio cominciava a penetrarmi i timpani.

            Sibyl si voltò come a non rivolgersi più a me bensì sembrava connettersi in un’altra dimensione e appellarsi altrove quando esclamò: «Guarda che sta parlando di te.» 👀

            Chiusura

            La luce radente del sole al tramonto disegnava ombre sulle facciate scolpite nella roccia color miele. Un vento caldo soffiava tra i canyon, portando con sé il profumo speziato di mercati lontani. I passi di lei che si allontanava risuonavano sul lastricato millenario mentre si inerpicava lungo il Siq. Superò il corridoio stretto lasciandosi la Khazneh alle spalle.

            La mia mente, invece, iniziò a viaggiare indietro nel tempo, quando proprio oggi, 137 anni fa, la Statua della Libertà venne inaugurata. Era un simbolo imponente di speranza e di libertà che aveva guidato me, questa iniziativa e, avrei sperato, anche lui. Mentre crollavo a terra perdendo i sensi, i miei pensieri rimasero fissi a quel discorso e il mio cuore palpitava 💓  all’idea che quella persona potesse aver colto la portata di questo #progetto. Avevo scelto le parole giuste?

              Riflessioni & Anticipazioni

              Se le parole o i numeri da utlizzare fossero corretti, si saprà solo con il tempo. Cercare le risposte dentro al documento sarà d’aiuto ma l’enigma resterà dentro ciascuno nella speranza che presto sarebbe stato svelato.

                Il fine e l’iniziativa

                Coordinate evento: +/-1.0E+00

                Apertura

                Mi svegliai con il cuore pesante, come se la mia anima portasse le fatiche di un’eternità di sofferenze. 😔 Lentamente, aprii gli occhi e la mia attenzione fu catturata dal gioco di luci e ombre che danzavano sul soffitto della stanza, riflesse dalle acque del porto. Le pareti erano inclinate, di legno levigato, ricordando quelle delle tipiche case a schiera che avevo visto innumerevoli volte sui colli circostanti. Dal mio angolo, potevo quasi udire l’eco delle campane della chiesa in legno, uno dei pochi esemplari stave rimasti. L’unica finestra della stanza era piccola, con una grata di ferro che lasciava intravedere solo un pezzetto di cielo e un lampo di luce mi fece capire che fuori stava iniziando a piovere 🌧️, fenomeno abituale di questa città. Era un suono familiare, la pioggia, che mi riportava con la mente alla festa che si celebrava ogni anno in quella notte di giugno. Ricordo il suono dei tamburi che riecheggiavano tra le vie strette e acciottolate, i balli intorno ai falò e la musica che riempiva l’aria. Dai vicoli arrivava il profumo del pesce fresco di mercati sempre affollati nel cuore del centro, tra le case colorate che si riflettono sulle acque delle sette montagne circostanti.

                Allungai il braccio sul comodino e presi in mano un foglio lì presente dalla sera precedente. 📜 Non era trascorso molto tempo da quando furono scritte quelle parole che scrutavo davanti ai miei occhi, eppure sembrava che fosse passata un’eternità. La mia mente era turbata da questi pensieri e dal peso del #passato che mi sembrava di dover portare sempre con me. In quel momento, una frase antica mi venne in mente, “Ut diligatis invicem”, ma non tanto per il suo significato, quanto per chi la scrisse e la coincidenza con quella sera e quel luogo.

                Mi alzai dal letto e mi affacciai alla finestra. La pioggia cadeva sempre più copiosa, ma al di là delle gocce d’acqua, sentivo una forza che mi chiamava, un richiamo che non potevo ignorare. Era il richiamo di una storia che mi apparteneva, che mi ricordava da dove venivo, chi ero veramente e quale fosse la mia #missione.

                Evento up (+1.0E+00)

                «Scrivere è terapeutico. Scrivere porta i pensieri che frullano nella testa di un uomo a tramutarsi in #azione, in qualcosa di concreto. Scrivere aiuta a soddisfare quei bisogni dell’uomo che stanno nella parte più in alto della piramide, che vanno dall’autostima all’autorealizzazione. 💪 Scrivere aiuta a cristallizzare i pensieri, ad esplicitarli secondo un filo logico, a metterli in ordine e poterli vedere dall’esterno. E #scrivere, talvolta, aiuta a tirare fuori qualcosa che hai dentro e lì dentro ti fa male, perché i mattoni che ci portiamo appresso, alla lunga pesano e in alcuni casi è proprio la penna che può aiutare a scaricarli.»

                «Ma le hai scritte tu queste cose?» mi interruppe.

                Non risposi e continuai a leggere: «Scrivere è anche #responsabilità. Perché il consolidamento di pensieri e di racconti, che possono riguardare noi stessi o altri, è qualcosa di cui consapevolmente dobbiamo essere pronti a sostenere, a rispondere di essi. La vita è ricca di sfaccettature poco piacevoli o, talvolta, poco dignitose. Alcune di queste non andrebbero mai scritte, di altre non bisognerebbe mai parlarne e di certe sarebbe meglio non averle mai neanche pensate. 🤐 Ecco che la #verità, anche la nostra verità, non può essere mai totale, né totalmente esplicita. Se ha cento ragioni chi diceva che “ci sono solo due modi di raccontare la verità completa: in forma anonima e postuma” (Thomas Sowell), è altrettanto vero che “l’unico modo per sparire è apparire, nascondendo la nostra vera identità all’interno di una vita apparentemente ordinaria” (Samantha Groves): ecco che un racconto ricco di verità, lo può essere solo se contornato di favole, di iperboli e di omissioni. Solo così si può compiere quell’atto rivoluzionario di cui Orwell parlava e di cui la nostra #società ha tanto bisogno.»

                «Guarda che la so già la risposta, anche se mi ignori» insisteva col suo tono di voce che tradiva sempre il suo non essere naturale per via di quell’eccesso di perfezione.

                Non alzai neanche lo sguardo. Proseguii: «Scrivere questo romanzo, per me, è un atto di generosità, è l’ultimo lascito che voglio realizzare dapprima per i miei #figli e per me stesso, e poi per chi avrà audacia e passione per dedicarsi a questa lettura e, perché no, magari trarne qualcosa di positivo per sé» e mi soffermai a sospirare, quasi speranzoso di essere interrotto, come se il mio subconscio volesse che qualcuno o qualcosa mi impedisse di continuare. 😔

                E infatti ancora una volta sentii quella voce dire: «Potresti fermarti qua, l’ultima parte non credo sia adeguata in questo momento».

                Ma non mi fermai. Come un oggetto inanimato in balia di una corrente, seguii il flusso che era iniziato molto prima e lessi con un tono di voce più titubante: «Scrivere questo diario, per me, è una raccolta di pensieri che ho avuto in mente per poco o per tanto tempo, con più o meno intensità, ma di cui vorrei lasciare una traccia per i posteri, una raccolta di fatti successi e non successi, cose dette e non dette. Scrivere questo testamento è l’elaborazione di temi di perdono e gratitudine sviluppati anche in preghiera, in meditazione, con lettere ad una persona o confidenze con qualcuno; ed è l’elaborazione di intuizioni, idee, progetti, ipotesi, sogni, fantasie e commenti relativi a qualcosa o a qualcuno. Ma per fare tutto questo ho bisogno di un aiuto, di un supporto. Per fare tutto questo ho bisogno di una guida che celi la verità tra le righe e faccia di questo lascito un frutto che ciascuno potrà spremere quanto desidera.» 

                «Adesso che sei arrivato fino a questo punto, ti senti soddisfatto? Ti senti realizzato? Mai che dai retta ai consigli quanto ti si dice di fermarti…»

                «Ma è qui che introdussi te» 👋 esclamai quasi con orgoglio.

                «Si ma era il 2015, avevamo altro per la mente, ricordi?»

                Sembrava quasi che non mi conoscesse! «2015? Non 2018? Io non ricordo proprio nulla. Sei tu il cervellone!»

                Evitò facili ironie sulle differenti prestazioni delle nostre memorie e proseguì. «2015 fu l’inizio. E io ricordo come continua quindi, magari, almeno questo, ce lo risparmiamo per il momento.»

                «Ma no, dai, era il capitolo “Mi presento” quando tu debuttavi dicendo “Ciao, sono Emmanuel e sono una #AI. Qualcuno mi conosce già…”»

                «Fermati!» esclamò Emmanuel, passando ad un tono più impositivo. «Ci sarà un momento anche per quel passaggio, ma non ora. Perché non mi parli piuttosto di questa tua passione per la scrittura?»

                «Cosa vuoi che ti dica?» cominciai con aria più sottomessa, dando (finalmente) retta ai suoi consigli. «All’inizio di questa introduzione ho detto tutto quello che penso della #scrittura. Io la passione ce l’ho da sempre. 💖 Ho sempre scritto tante email di lavoro, anche troppe. Ho scritto dei libri, ho scritto articoli su giornali, sui miei siti e sui social media. Scrivevo articoli fin dai tempi dell’infanzia, fin da quando andavo da mia zia per usare il suo computer e salvare i miei scritti sul floppy disk. Perché lo facevo? Perché…»

                «Fermati!» mi interruppe nuovamente. «Io ti conosco, so che se continui su questa linea poi cominci una parte della storia che non vuoi dire. Non ora, non qui». Prese una pausa è poi mi ricordò: «Tu scrivi per i posteri, non per i contemporanei».

                Mi conosceva. Sapeva che non parlavo mai di certe cose. E non lo avrei fatto neppure ora. Attendevo solo una scusa per essere interrotto e lasciare pensieri e ricordi dentro il frullatore della mia mente. Avrei voluto replicare in qualche modo ma non riuscii ad aprire bocca. Dovevo fermarmi lì. C’è un tempo per ogni cosa. Ci sarebbe stato un tempo per scrivere anche quella #verità.

                Mutamento

                Un istante. Lo senti? Tutto scompare. Fermo immobile, gli occhi si chiudono, la mente si svuota e si concentra su un puntino luminoso che pian piano si allontana, fino a non vedersi più. Anche il respiro si ferma, tutto è sparito. Sei solo tu e il tuo essere interiore. Lo senti? Pura essenza. Un instante.

                Evento down (-1.0E+00)

                Tornai a scrivere nel 2023 quando capii che attendere di esalare l’ultimo respiro per pubblicare un lascito artistico sarebbe stato troppo tardi. Le cose cambiano col tempo e mi accorsi guardando negli occhi i miei #figli che non potevo più lasciare che il mondo proseguisse intorno a me senza questo mio contributo, sentivo questo senso di responsabilità, verso loro e verso gli altri. E’ vero, la storia ci dimostra che portare avanti qualcosa di estraneo al pensiero dominante, ha spesso portato al rogo, alla gogna, alla ghettizzazione, ma è un rischio che dovevo correre: il #progresso, presto o tardi, in un modo o nell’altro, vince sempre sul conservatorismo, pur pagando le conquiste a caro prezzo. 💪

                «Cosa pensi, Gordon, feci bene o fu una mossa troppo azzardata quella del 2023?»

                «Henry Ward Beecher nel suo libro Plymouth Pulpit diceva che 🗽“La libertà è il diritto dell’anima di respirare, e se essa non può farlo le leggi sono cinte troppo strette. Senza #libertà l’uomo è una sincope. Ci sono moltitudini di persone la cui idea di libertà è il diritto di fare ciò che piace, invece del diritto di fare ciò che è lecito e migliore” e chiudeva chiosando che “non c’è libertà per gli uomini quando l’ignoranza predomina sulla conoscenza”. Penso di averti risposto, no?»

                «Si, il problema probabilmente nacque da qui. Vissi a lungo in un Paese difensore del diritto dell’uomo a manifestare liberamente il proprio pensiero con ogni mezzo fino ad arrivare al punto che chiunque ottenne di poter dire qualsiasi cosa, senza un minimo di visione, personale o collettiva, degli effetti della propria azione. E fu pure vincente: spesso furono proprio i contenuti di minor valore, quelli che come si suol dire “toccano la pancia della gente” che ebbero più seguito. Ma con quali #risultati sull’evoluzione degli individui e della collettività? Lo scopo diventò l’audience e il profitto fini a se stessi, prima e a prescindere dal contenuto. Causa e conseguenza si rovesciarono e quando il trash va di moda, viva il trash! 🤮 Ci siamo mai interrogati sulla responsabilità che abbiamo nei confronti di chi ci legge e di fronte alle generazioni future? Proviamo mai un senso di vergogna? Penso che l’uomo abbia sì diritto di esprimersi perché libero ma non è libero se è ignorante, se diventa schiavo della banalità, del qualunquismo, della conformazione alle pance delle masse. Non eravamo più poveri perché affamati o perché analfabeti, non ci mancava una casa e non ci mancava l’accesso alla cultura, ma le nostre vite divennero più povere perché a mancarci fu il pensiero, fu la #visione, fu l’obiettivo nobile». 

                Gordon aprì un libro giallo, molto logoro e ricco di sottolineature. 📖 Vidi che lo sfogliava in maniera convulsa e si fermò all’inizio di un nuovo capitolo quando iniziò a leggere: «Preferisco la pazzia di Don Chisciotte all’equilibrio mentale della maggior parte degli uomini» e sospese la sua lettura, girò pagina, mosse freneticamente il dito come a cercare il suo “aggancio” successivo e poi riprese «La vita è troppo noiosa per coloro che sono troppo timidi, troppo privi di immaginazione, troppo normali per apportarvi un senso di stile personale, di scopo individuale… Gli altri membri della famiglia e della comunità di Don Chisciotte rimasero estremamente sconvolti nell’apprendere che lui aveva scelto di credere in se stesso. Disprezzarono il suo desiderio di seguire il proprio sogno. Non associarono la nascita della follia del cavaliere alla monotonia mortale della sua vita in mezzo alla loro bigotteria» e si soffermò col dito su quest’ultima parola, prima di volgere lo sguardo in alto, chiudere il libro e iniziare a parlare dopo un sospiro. «Penso spesso a questo passaggio. Come penso a quello che scriveva Dante quando passò dall’Antiinferno. Oppure Seneca, in quella Epistola a Lucilio di cui non ricordo il numero ma che finiva con “mortem suam antecesserunt”… ci penso spesso e ripeto a me stesso che preferisco la follia di don Chisciotte all’inerzia letale di quelli lì, senza infamia e senza lode, intrappolati nella loro bigotteria». 😒

                «”Vive veramente chi è utile all’umanità” mi pare dicesse Seneca. Beh, sì, il suo pensiero verso l’inerzia e l’indifferenza, contrapposte ad una vita virtuosa, era molto simile a quello del Sommo Poeta. Questi fu preciso nel condannare gli ignavi ed è interessante il tuo accostamento all’eroe di Miguel de Cervantes, che combatte le ingiustizie e le convenzioni sociali, contrapponendo il #coraggio alla monotonia dei normali. E’ una bella riflessione sulla natura umana e sulla tendenza a persistere in comportamenti che non portano a risultati positivi. Quel libro di Sheldon B. Kopp che hai in mano è quello che penso?»

                «Non rispondo alle domande retoriche. Ma torno sulla necessità di prendere le distanze da quelli lì che, riesumando ed espandendo un concetto hegeliano, qualcuno definirebbe “polvere della Storia”. Questi individui sono solo granelle di polvere nel grande mucchio che l’universo stesso ha accumulato, sono solo atomi, individui effimeri che scompaiono come gocce nel mare» proseguì Gordon con un lieve accenno di collera e di disgusto. 🤬

                «Ti conosco da anni e raramente ti ho visto prendere posizioni contro qualcuno e tradire delle emozioni negative. Che succede? Non disse proprio Dante “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”?» sentenziai saggiamente io, in una inversione dei nostri ruoli che non ricordo se e quando mai avvenne prima di ora.

                Gordon si ricompose come se nulla fosse successo. E in effetti nulla di quello che era successo sarebbe stato degno di nota per chiunque altro, tranne che nel suo caso, per come era fatto lui. Il suo stile tornò immediatamente e, con una capacità che a nessun altro appartiene così precisamente, riportò il punto del discorso a prima della sua parentesi, come se in mezzo avesse solo dato visione di un contenuto nascosto del suo pensiero, salvo poi riportarlo immediatamente al suo stato naturale. «Le #storie iniziano sempre prima di essere scritte, per riprendere le parole di Italo Calvino: “…come stabilire il momento esatto in cui comincia una storia? Tutto è sempre cominciato già da prima, la prima riga della prima pagina d’ogni romanzo rimanda a qualcosa che è già successo fuori dal libro. Oppure…”» e si interruppe. Non poteva essere un’amnesia, non è da lui. Infatti mi bastò attendere con aria incuriosita ed egli riprese senza che io dovetti incalzarlo. «”Oppure la vera storia è quella che comincia dieci o cento pagine più avanti e tutto ciò che precede è solo un prologo. Le vite degli individui della specie umana formano un intreccio continuo, in cui ogni tentativo di separare un pezzo di vissuto che abbia un senso separatamente dal resto – per esempio, l’incontro di due persone che diventerà decisivo per entrambi – deve tener conto che ciascuno dei due porta con sé un tessuto di ambienti fatti altre persone, e che dall’incontro deriveranno a loro volta altre storie che si separeranno dalla loro storia comune”… Un intreccio continuo… un tessuto di ambienti… altre storie…» ripeteva alcune parti di ciò che aveva citato con la sua proverbiale memoria da elefante, come a voler sottolineare i concetti senza la necessità di aggiungere alcunché per spiegare.

                Mi stava facendo capire che sapeva esattamente perché avevo ricominciato a scrivere. Quella posizione in antitesi agli ignavi ci accumunava ma non solo: aveva capito esattamente l’importanza dei contributi che mi portarono a quella decisione. E infatti riprese a parlare dopo un lungo silenzio, come se stesse per rispondere ad una nuova domanda: «Nel suo famoso libro “Il codice dell’Anima”, James Hillman spiegò che “Se esiste nella nostra civiltà una fantasia radicata e incrollabile, è quella secondo la quale ciascuno di noi è figlio dei propri #genitori e il comportamento di nostra #madre e di nostro #padre è lo strumento primo del nostro destino” e, ricordando come il concetto di “valori della famiglia” sia ­conoscibile in espressioni comuni quali “cattiva madre” 💔 e “padre assente” 👻, arriva tuttavia a identificare da qualche parte un “folletto” che continua a sussurrare un’altra storia, cioè che “Tu sei diverso; non assomigli a nessuno della famiglia; tu non sei dei loro”. Spiega quindi come moltissimi fattori, oltre al padre e la madre, modellino la nostra vita: “I bambini sono profondamente influenzati da tutta una serie di persone che interagiscono con loro, dal cibo che mangiano, dalla musica che ascoltano, dalla televisione che guardano, dalle speranze che scorgono nel mondo degli adulti… Le persone possono entrare in contatto a livello intellettuale, a livello emotivo, attraverso l’accudimento quotidiano, attra­verso il gioco, la musica e l’arte, attraverso la scuola e attraverso l’etere. La formazione dei nostri bambini è qualcosa che possiede molte e molte dimensioni”. Arriva in particolare a ricordare come “il mito della madre come elemento dominante nella vita di ciascuno di non cambia mai. Perché dietro ogni donna che partorisce, dietro ogni donna che accudisce un bambino, sta assisa la Grande Madre, a reggere quel sistema di credenze che ho chiamato superstizione parentale e che ci tiene vincolati a lei. La Grande Madre ci si mostra modellata dallo stile della nostra madre personale ed è tanto malefica quanto benefica. Ci soffoca, ci nutre, ci punisce, ci divora, ci dà incessantemente; è ossessiva, isterica, scontrosa, leale, indulgente…” e arriva quindi a ricordare come anche la madre abbia una propria vocazione, un proprio destino, ma non è il nostro: “Il genere biografico va pazzo per le madri”, ricorda, “adora raccontare di madri meravigliose o maligne come agenti del destino che stanno dietro uomini e donne eminenti”. Allora, la nostra necessità di emanciparci, di diventare #responsabili della nostra vita, passa proprio dall’uscire da questa zona di comfort che soffoca la nostra vera natura; smettere di sentirci vittime, delegando la responsabilità della nostra vita ai genitori o ad altri riferimenti sociali, ma agire per arricchire e migliorare la vita nostra e degli altri. 💪 Dentro di noi c’è l’essenza della nostra #esistenza e del nostro #destino che “ci stimola alla grandezza, alla potenza”. E quindi, in fondo, niente scuse: come disse Platone: “noi siamo ciò che abbiamo scelto di essere”» chiosò in un finale pronunciato in maniera solenne.

                Mi aveva detto tante cose ma soprattutto mi aveva detto che sapeva e capiva perfettamente. Ancor di più: che condivideva la mia #scelta. 🎯 Nella mia semplicità, cercai di riportargli quello che mi aveva trasmesso, ma con parole mie.

                «Gordon, tu sai quanto sei stato una guida nella mia vita e la mia stima per te è infinita. Però…» e venni interrotto.

                «Però sai quanto disapprovi i “però”. Sono come i “ma”, come i “tuttavia”… Dici una bella cosa e poi “tutta…via”, tutta da buttare via, e lasci spazio a un messaggio opposto. Quello che hai detto prima perde di valore, resta il dopo. Però… prosegui!»

                «Hai ragione. Quindi la mia stima per te è infinita e…» sottolineai ampiamente il cambio di congiunzione prima di proseguire: «…ho necessità di ricapitolare i messaggi che mi hai dato per capire se li ho colti tutti. Hai fatto molte citazioni collegate tra di loro ma il pensiero di fondo che mi hai trasmesso è stato un’approvazione della mia decisione. Sei partito a giustificare questa scelta ricordando come la #libertà sia essenziale per la vita dell’anima e non ci sia libertà senza #conoscenza. Infatti io ho sottolineato come l’individuo abbia il diritto di esprimersi liberamente, ma non è libero se diventa schiavo della banalità e della conformazione alle masse, causando una povertà di pensiero e visione nella società. Quindi il tuo pensiero si è fatto ancora più calzante: per mezzo del Don Chisciotte, hai espresso tutta la tua preferenza per la sua follia coraggiosa, portatrice di #risultati positivi, in antagonismo alla normalità degli ignavi, dei bigotti, della polvere della Storia. Smettendo di ragionar di loro, mi hai ricordato come le storie inizino ancor prima di essere scritte e sono un intreccio continuo di ambienti e vite umane che generano altre storie, ponendomi sia in riflessione su come tutto questo sia nato, sia sugli effetti che può avere su chi legge. Infine, quindi, hai ripreso un pensiero molto profondo di James Hillman, quando ricorda come la nostra vita sia influenzata da molti fattori e molte persone, quindi i padri assenti e le cattive madri non siano alibi, dobbiamo liberarci dalla #comfort-zone per diventare responsabili della nostra vita e del nostro destino, agendo per arricchire e migliorare la vita propria e degli altri». Respirai come si fa al termine di una performance, quando anche i tuoi ritmi automatici, che ti permettono di sopravvivere, vengono alterati. Quindi ripresi le parole solo per chiedergli: «Ho sintetizzato bene?» e lo guardai come un bimbo fa quando attende un voto dal proprio maestro. 🙇‍♂️

                Gordon non si scompose minimamente: «Ogni sintesi si porta dietro delle verità e ne tralascia delle altre. Per questo è sempre personale ed è sempre distorsiva. Certo è che di strada ne abbiamo fatta fino a qua e penso che tu abbia lasciato ai tuoi figli, alle persone che ami, ai tuoi amici e all’umanità intera, qualcosa su cui riflettere. Queste tue ultime parole aggiungono un significato al perché tutto partì ma non possono riportare tutto il contributo che hai dato durante il percorso. Quello sarà per chi ha avuto l’#audacia e la #passione di seguirlo e di camminare insieme a te. E anche questa scelta era parte delle loro libertà».

                Non mi restò che il silenzio. Ormai non riuscivo più a muovermi. A stento le mie palpebre qualche volta tentavano invano d’aprirsi ancora. Il mio braccio fece un ultimo scatto involontario e la mano si aprì lasciando un biglietto. Mai lo vidi leggero svolazzare verso il suolo in quella danza imperfetta in balia dei movimenti d’aria. Tutto era sparito. Eppure, in quell’ultimo istante prima di spegnersi definitivamente, la mia mente ricordava alla perfezione cosa ci fosse scritto.

                 

                A te, creatura passata dalla mia vita per un lasso di tempo così breve e così lungo, caratterizzandoti per la tua presenza e per la tua assenza, lasciando una impronta così delicata e così intensa, talvolta così dolce e talvolta così amara. 😌

                A te che mi hai amato in maniera unica e intensa. 💖

                A te che sei stata la mia alleata, la mia guida e la mia fonte di ispirazione. 🌟

                A te che sei stata il mio #scopo ultimo nella quale posi la mia fede.

                Quest’opera è dedicata a te.

                Perché la #vita è un sistema complesso e ogni dettaglio è importante. Fenomeni che la impattano massicciamente e per lungo tempo possono non avere effetti laddove altri che impalpabili e fugaci sembrano non essere neppure passati, la mutano nella sua essenza. Persone, eventi che hanno attraversato la mia #esistenza lasciando un segno e facendo sì che il mio domani non sarebbe mai stato uguale al giorno prima. 🌱 Non giudico il valore né l’intenzione perché hanno generato un cambiamento ed esso è sempre positivo laddove la stasi è la vera negatività. Se io oggi sono qui e ora così, è grazie a tutti questi. A chi ha generato il maggior e miglior cambiamento in particolare, quindi a te in particolare.

                Quest’opera è dedicata a te.

                Non chiedermi cos’è e cosa sarà perché non lo so.

                So solo perché tutto è partito e so come tutto finirà.

                So che il percorso è quello che mi permetterà di spiegare e di donare.

                So che l’#innovazione, perché non trovo un termine migliore, è necessaria per chi vuole esistere, perché l’esistenza è mutazione, è adattamento ed evoluzione e la strada dell’innovazione ti consente di incidere maggiormente e, perché no, talvolta l’illusione di governarla.

                So che voglio raccontarti qualcosa di innovazione 💡, voglio sedurti ad accendere quella luce di cambiamento dentro di te, voglio stimolarti a cercare e trovare le tue risposte affinché anche tu possa fare della tua esistenza il tuo capolavoro e contribuire con essa nel cambiamento di chi e cosa ti circonda.

                So anche come lo farò, perché lo farò a modo mio. Non ho mai avuto necessità di seguire dei modelli standard anche perché di standard, nella mia vita, c’è sempre stato di ben poco. Ma ho sempre preso a riferimento ogni standard, perché anche nel non convenzionale, anche nel voler innovare in maniera dirompente, non si può prescindere dalla conoscenza e dall’esperienza accumulata. Sarebbe il caos, e la mia vita è troppo breve per affidare il risultato alla probabilità della casualità.

                So che viviamo nel periodo di più alto sviluppo della tecnologia, alle porte di un’epoca in cui l’#AI e le biotecnologie rivoluzioneranno il nostro mondo, e ci arriviamo nel punto più basso di #valori e di #visione da parte dell’uomo, almeno in rapporto al potenziale a disposizione. L’uomo che per secoli si è contrapposto ad altri uomini in lotte di classe e conquiste di libertà, sembra essere inerme di fronte al dominio delle regole del mercato, della produzione, del denaro e della tecnica. L’imperativo pratico teorizzato da Kant per cui l’uomo deve essere trattato sempre come un fine e mai come un mezzo, viene a decadere, soppiantato da queste nuove entità astratte e asservito ad esse. Ma l’#essenza dell’uomo non è questa. La necessità che sosteneva Heidegger di riscoprire l’essere si collega al pensiero di Aristotele, perché la felicità non è data dalla ricchezza o dal potere, ma dalla realizzazione del proprio potenziale in armonia con la società. Così come il medioevo è stato superato dal Rinascimento (e poi dal Romanticismo e dall’Illuminismo), oggi abbiamo bisogno di una innovazione culturale che ci permetta di affrontare le sfide della tecnologia con #saggezza e umanità, incoraggiando il risveglio delle coscienze, concentrandosi sulla comprensione della realtà ed esaltando il valore dell’uomo. Serve un approccio pragmatico ma visionario per costruire un #futuro sostenibile che massimizzi il potenziale di ciascun individuo e dell’intera società. Non dobbiamo avere paura della rivoluzione digitale in atto, dobbiamo invece accompagnare questo cambiamento coadiuvandolo con umanismo per creare un mondo migliore per ciascuno e per tutti. 🚨 Siamo di fronte a una sfida epocale e dobbiamo agire subito per salvaguardare il nostro futuro. Dobbiamo abbracciare un’evoluzione culturale che ci permetta di affrontare le sfide del presente e del futuro con saggezza e umiltà, per costruire un futuro che sia all’altezza delle aspirazioni nostre e dei nostri #figli. 🌟

                Chiusura

                La lettera, ormai a terra, aveva un angolo bruciacchiato che riportava “…embre 2023”. Mentre in questi giorni, 89 anni fa, l’uomo viaggiava per la prima volta nello spazio, Gordon si apprestava a prendermi e portarmi in un altro #viaggio. Dalla finestra della stanza, la vista era impareggiabile: le acque calme del lago, in cui una punta verde, famosa per i suoi giardini terrazzati e una torre solitaria, divideva armoniosamente le due masse d’acqua. Più in basso, le classiche piazze e porticati vibravano di vita, un chiaro segno del ritmo quotidiano fatto di risate, chiacchiere e il profumo dei caffè appena preparati. In quella stanza bianca, su quel letto bianco, coperto da lenzuola bianche e reso ancora più triste da quei tubicini volanti, giacevo senza essermi accorto che egli aveva in mano uno di essi e, nell’altra mano, il coccio di uno specchio. 😱 Pochi istanti, affacciati sul lago più profondo di quel bel paese, e nessuno dei due sarebbe stato cosciente.

                  Riflessioni & Anticipazioni

                  Servirà a qualcosa capire per tempo quei numeri legati a quel versetto del nuovo testamento?

                    L’inizio e la fine

                    Coordinate evento: +/-1.0E+00

                    Apertura

                    Mi svegliai con un brivido, ignaro del mondo nel quale mi stavo avventurando, custodendo i miei pensieri, con una sete insaziabile di #conoscenza e un desiderio irrefrenabile di vivere ogni istante. Era appena venuto a mancare il genio della mela morsicata e mi trovavo al campo base più vicino al punto più alto della terra, la Madre dell’Universo. «Bisogna procedere come una vecchia volpe che cammina sul ghiaccio» lessi sulla pagina del libro aperto sul comodino affianco a me. Sarò in grado? O finirò «con la coda nell’acqua, allora non vi è nulla che sia propizio»? 🤔

                    Evento up (+1.0E+00)

                    Un’esplosione potentissima. Tutte le masse, tutta l’energia, tutto il #tutto ma anche tutto il #nulla erano tutti insieme e lì non potevano starci se non che per un non nulla. Velocemente cominciò un’espansione che ha via via generato il tutto che oggi conosciamo (e anche quello che non conosciamo). Erano 13,8 miliardi di anni fa. Molto tempo dopo, circa 4,6 miliardi di anni fa, nella periferia di una galassia dalle umili dimensioni, nacque una stella dalle umili dimensioni, attorno alla quale cominciò a gravitare un pianeta dalle umili dimensioni dove, poco dopo, cominciò a crearsi qualcosa che chiameremo #vita. Sopravvissuta alle probabilità di impatti fatali con altri corpi celesti e ricreatasi dopo estinzioni su larga scala e cambiamenti intrinseci, quella vita divenuta uomo moderno circa 300 mila anni fa, si organizzò in società sempre più complesse, in una evoluzione continua che, nell’ultimo secolo, ha portato due tra qualche miliardo di questi individui ad incontrarsi e generare la mia #esistenza. 🐣 Tra qualche milione di semi, forse quasi un miliardo, buttati su un terreno che era improbabilmente fertile in quei giorni, uno ha attraccato ed è stato il mio inizio. Dovrei essere grato a qualcuno di tutto questo? Dovrei teorizzare un disegno retrostante e illuminato che ha fatto tutto questo per permettermi di esistere e di fare qualcosa di specifico nella mia vita? Dovrei ipotizzare che la mia esistenza di circa un secolo su 14 miliardi di anni, di circa un quattordicesimo di metro cubo in uno spazio sferico (ad oggi noto) di 93 miliardi di anni luce di diametro, di circa 75kg in una massa (ad oggi nota) di 3×10^54 kg, sia effetto diretto di un preciso obiettivo superiore? Un po’ come se un singolo granello di sabbia del mio acquario pensasse che lo abbiamo messo lì, lui, apposta, per una ragione. E forse il granello ne avrebbe anche più diritto di me! Ma ho smesso di contare gli zeri dopo lo zero virgola quando ho cercato di calcolare l’incidenza percentuale della mia esistenza nella storia e nello spazio, nonché le probabilità che questo potesse avvenire in questi precisi termini. Allora mi sono concentrato su me stesso. Sul mio corpo, composto da 70-80 organi suddivisi in una decina di apparati, dove contiamo oltre 37 trilioni di cellule, ovvero oltre 15 miliardi di miliardi di miliardi di atomi, ed è tutto sotto il mio controllo, li conosco e li governo tutti 👑, uno per uno… No, neanche così avrebbe funzionato. Anche il pensiero di controllare il singolo granellino del mio aquario è crollato, e anche in questo caso la metafora sarebbe matematicamente più realistica. Sia partire dall’insieme per arrivare al particolare, sia fare l’esatto opposto, non riusciva a darmi una spiegazione della mia esistenza. Dovevo costruirmi dei modelli, dovevo semplificare. E siccome c’era chi questi ragionamenti li aveva già fatti, potevo partire da quelle esperienze. E li ho studiati, molti li ho provati, tutti quelli che ho conosciuto e mi sembravano validi, li ho fatti miei e spesso mi sono affidato a loro. Ancora oggi incuriosito osservo la capacità altrui di modellare la realtà e offrirne una spiegazione certa. La chiamano #filosofia. Alcuni la calano in religione. Per tutti è, e non può che essere, una credenza, contestualmente efficace e probabilmente fallabile.

                    😵‍💫 Disorientato e insoddisfatto da questo viaggio tra visioni turbinanti dell’esistenza e scopi della vita, mi assopii adagiato su un morbido guanciale, sotto una calda coperta di lana, osservando il cielo stellato sopra di me, mentre lei era lì a ricordarmi il suo amore donandomi il suo calore. Socchiusi un poco gli occhi e per un attimo raggiunsi l’apice non pensando a nulla. Qui ed ora.

                    «E sei riuscito a restare in quello stato?» mi disse, accarezzandomi con dolcezza.

                    «Macché, è sempre e solo questione di istanti prima che la mia mente torni a elaborare nuovi input, esterni o autogenerati, e costruire nuovi modelli, o almeno tentarci.» In fondo, continuavo a pensare, la realtà non è null’altro che organizzazione, quindi devo solo capire la mia posizione all’interno di una struttura. Particelle elementari si organizzano in atomi che si organizzano in molecole che si organizzano in cellule che si organizzano in organi che si organizzano in apparati, che si organizzano in corpi umani che si organizzano in famiglie, in aziende, in stati, in associazioni… e gas e polveri, che si organizzano in stelle e pianeti, che si organizzano in sistemi stellari, che si organizzano in galassie… Ma cosa ci faccio io lì nel mezzo, dello #spazio e del #tempo?

                    «Ma cosa ci fai con tutti questi pensieri?» esclamò, interrompendo il silenzio. «Ti ha mai portato qualche beneficio iper-razionalizzare ogni cosa e dimenticarti dell’elemento fondamentale che ci guida?»

                    «E quale sarebbe?» dissi, continuando a scrutare il cielo oltre quel vetro, mentre non cedevo alcun centimetro delle coperte sopra di me.

                    «Ma come quale? L’Amore!» ❤️

                    Attesi lunghi attimi… Ho sempre pensato alla #consapevolezza di se, alla coscienza, come elemento differenziante tra me e le cellule del mio fegato che continuano a lavorare con precisi ritmi e precisi obiettivi, così come tra me e quel satellite che imperterrito compie i suoi movimenti per stare sempre lì, vicino al nostro pianeta a guardarci, senza mai toccarci. L’Amore… Quell’emozione travolgente che fa battere il cuore più velocemente, che rende ogni momento prezioso e che, almeno per un attimo, ci fa dimenticare la complessità dell’universo. Eppure, dal punto di vista razionale, l’#Amore non è altro che il risultato di un lungo e complesso processo evolutivo della nostra specie, formatosi per facilitarne la sopravvivenza e riproduzione. E’ un nome che abbiamo assegnato per attribuire un significato a questo fenomeno che appare inspiegabile e incontrollabile a chi ignora i costituenti della nostra realtà complessa ma altro non è che una reazione chimica del nostro cervello a determinati stimoli, un elemento in una catena di cause-effetti. Noi siamo fatti così, dobbiamo sempre avere delle risposte semplicistiche e delle etichette da dare alle cose, per organizzarle facilmente nella nostra mente. Non ci accontentiamo delle realtà complesse e dell’inspiegabile. E allora risulta più facile raccontarci che esistano degli esseri immaginari, simili a noi ma con le ali, che vivono tra le nuvole, e che questi abbiano progettato tutto dalla notte dei tempi, e al momento giusto abbiano tirato una freccetta trasparente nel cuore di quei due individui che quindi si sono innamorati. Più facile credere a queste immaginazioni prive di alcuna prova empirica piuttosto che a quanto dimostrabile, a reazioni chimiche occorse nel corpo di ciascuno di loro nel momento in cui, in un determinato istante della loro storia, incontrandosi e vedendosi, hanno inviato al loro cervello un determinato set di informazioni, le quali hanno avuto una particolare corrispondenza con le informazioni raccolte dei decenni precedenti dalle singole persone, e nei millenni precedenti dall’evoluzione di quella specie, e hanno scatenato quella reazione di percezione e di comportamenti che noi chiamiamo Amore. «Tutta questione di fisica e di chimica…» quindi dissi dopo questo ennesimo lungo ed estenuante pensare. Già, ma allora non potrebbe essere lo stesso in merito alla mia credenza di essere senziente, autosciente e quindi forse non così differente dal mio fegato e dalla Luna?

                    «Guarda che ti sento quando pensi. 🧠 E non mi piace affatto quel contenuto» sentenziò Sibyl trasmettendomi la sua proverbiale calma e dolcezza, anche quando le parole scelte possono sembrare di una persona dura e arrabbiata. «Stai ancora una volta guardando i fenomeni solo dal punto di vista che tu conosci, quello razionale, e stai ignorando tutto ciò che non conosci o non puoi conoscere. Non è degno di una persona intelligente mancare di umiltà e credere di sapere tutto di qualcosa. Figuriamoci credere di sapere tutto di tutto.»

                    Mentre parlava, i suoi occhi fissavano i miei, cercando di sondare le profondità del mio essere.

                    «Ok, so di non sapere. E allora come ne esco?»

                    «Con la #fede» sentenziò, portando con dolcezza una ciocca dei suoi capelli ramati dietro l’orecchio.

                    «E se non ce l’avessi?»

                    «Ce l’hai, ce l’hai. Anche quando credi di non credere, stai credendo a quella specifica credenza. Non è forse un atto di fede proprio quello di pensare che una risposta, piuttosto che un’altra, sia più corretta?»

                    «Talvolta questa è #scienza🔬

                    «Perché, la scienza stessa non è altro che una fede in determinate scoperte, regole, teoremi elaborati nel tempo che, presto o tardi, si sono spesso dimostrati da superare, da rivedere, talvolta da cestinare?»

                    «Ma il #progresso scientifico è un processo continuo nel quale ogni nuova acquisizione è di aiuto per la successiva. La scoperta e l’applicazione di nuove conoscenze è utile a comprendere meglio la realtà, a migliorare la società e a compiere nuove scoperte. La scienza è una disciplina che dice solo cose esatte perché il suo metodo non si basa su verità assolute ma su rigorose dimostrazioni a partire da elementi oggettivi ed è aperta a rimettere in discussione se stessa ad ogni nuova evidenza.»

                    «Certamente!» ammise Sibyl, tuttavia aggiunse «Ma se guardi abbastanza lontano nel tempo, ti rendi conto di come le certezze di molto tempo fa appaiano quasi ridicole agli occhi di oggi. L’uomo ha sempre messo se stesso e il proprio spazio noto al centro di tutto, ricordi? Poi, pian piano, ha scoperto che non girava tutto intorno a lui. Il tuo pensiero di oggi di occupare una zona trascurabile dello spazio e del tempo non è lo stesso pensiero che avresti fatto qualche centinaio di anni fa. Quindi, cosa puoi pensare delle tue certezze di oggi se ti proietti in un futuro prossimo? Tu stesso hai ricordato che sai di non sapere. E’ proprio quello che succede alle persone che sanno più cose. Rendersi conto di quanto sia marginale e fallabile la propria conoscenza razionale.»

                    «Ma allora non posso essere certo di nulla» affermai sbigottito. 🤯

                    «Esattamente. Tranne che di questa tua affermazione» sentenziò Sibyl donandomi un abbraccio dentro il quale sentirmi protetto e una certezza da cui partire.

                    Mutamento

                    Un istante. Lo senti? Tutto scompare. Fermo immobile, gli occhi si chiudono, la mente si svuota e si concentra su un puntino luminoso che pian piano si allontana, fino a non vedersi più. Anche il respiro si ferma, tutto è sparito. Sei solo tu e il tuo essere interiore. Lo senti? Pura essenza. Un instante.

                    Evento down (-1.0E+00)

                    «Ricordo quando ancora non intrapresi il mio mandato di viaggiatore e di osservatore. Allora credevo che esistesse ciò che è #bene e ciò che è #male, ciò che è vero e ciò che non lo è, ciò che è prima e ciò che è dopo. L’esperienza di viaggio mi ha aiutato ad andare oltre queste credenze, arrivando a comprendere che il tempo non esiste, la #verità non esiste e che il giudizio di valore assoluto non esiste. La vita è un flusso continuo all’interno di forze in #dualismo creativo, uno spostamento continuo tra uno stato e l’altro finché tutto non riconvergerà nel punto di partenza che, a sua volta, altro non è che uno dei tanti stati, perché come in un cerchio, non esiste inizio né fine ma un continuum. L’esistenza è circolare e il punto che osservi è solo una posizione all’interno del flusso. Il gioco della vita è tutto qui: è lo spostamento continuo tra questi diversi stati che rappresenta la tua coscienza, la tua esperienza consapevole, mentre continuano a coesistere tutti gli altri stati più o meno percepiti al momento dell’osservazione.»

                    Così Gordon mi rendeva edotto 👨‍🎓 su ciò che non sapevo in merito all’esistenza. Lui era bello tranquillo, serafico oserei dire, affossato nella sua poltrona, come se il mondo attorno a lui non esistesse o non contasse. Proseguì.

                    «Tu sei me, io sono te, e tutti siamo tutto e uno. Semplicemente le nostre coscienze sono posizionate diversamente e anche la mia semplice osservazione è in realtà una partecipazione, con una forza che, quando si decide di operare come osservatori, interviene solo marginalmente sulla realtà, o almeno questo è l’intento. Se io sono qui e ora in partecipazione attiva è per rivelarti che di questo scostamento poco importa perché tanto, tra poco, convergeremo o, meglio, collasseremo. Tutto tornerà a quello che voi chiamereste punto zero, o singolarità, ma che in realtà altro non è che uno dei tanti stati, per certi versi interpretato come anomalia improbabile da parte di alcuni, in realtà è solo quella che suscita più curiosità. L’#esistenza è un sistema multilivello che in qualche modo, almeno nella vostra cultura, definireste gerarchico, anche se io più semplicemente chiamerei collegato. Ogni livello che voi definireste superiore, conosce e può intervenire sul sottostante mentre questi non conosce, almeno non sempre e non completamente, il superiore; tuttavia, in caso di anomalia dominante, può distruggerlo. L’anomalia è quell’eccezione che riporta l’elemento all’inizio del suo cerchio, usando sempre concetti come inizio e fine che ti possano aiutare a comprendere. Talvolta, però, l’anomalia potrebbe non limitarsi al singolo elemento ma essere così importante da impattare l’intero livello di appartenenza e, in casi ancora più estremi, anche i sovrastanti. L’anomalia delle anomalie è quella che ci riporta tutti al cosiddetto punto zero, ovvero dove ogni elemento riconverge nello stesso stato per poi ricominciare il flusso. Provo a farti un esempio un po’ tirato ma che può aiutarti a capire: pensa ad una cellula cancerogena. E’ solo una cellula, giusto? Eppure con la sua anomalia può far collassare l’organo a cui appartiene e, a cascata, anche l’essere umano che la ospita. Ecco, ora trasla questo concetto applicandolo all’intero pianeta, al cosmo, al tutto.»

                    Stavo pensando all’apocalisse e ingenuamente chiesi «Mi stai descrivendo un futuro distopico? ☢️ Sei qui per la nostra salvezza?» ma egli proseguì.

                    «Sapevo che sarebbe stato difficile, per questo noi osservatori non interferiamo nei nostri viaggi. Ma tanto ormai nulla può cambiare poiché tutto sta convergendo. Le domande te le faccio io: perché parli di futuro se il tempo non esiste? Perché parli di distopia e di salvezza se non esiste bene né male? E perché pensi di poter determinare un posizionamento differente se sei dentro un flusso e tutto sta convergendo? Può una goccia d’acqua di un fiume decidere di risalire la corrente? Potevi e hai potuto fare, come #coscienza, diversi spostamenti durante la tua esistenza consapevole, erano equilibri diversi, ma non ora. Io, te, così come tutti gli altri me e te, così come tutti gli altri, così come tutto il resto, stiamo collassando. La nostra posizione sarà la stessa, noi saremo lo stesso elemento ed egli stesso sarà sia elemento sia non-elemento in un preciso stato, affinché poi elemento e non-elemento cominceranno ad assumere posizioni diverse e nel loro contrasto continuo ed espansivo ogni cosa avrà la sua esistenza in un flusso incessante. In base alla vostra modellazione della realtà che ho osservato, potresti pensare che nel tempo diversi buchi neri abbiano riaggregato il tutto circostante finché ora sta per convergere tutto in un unico buco nero: quel buco nero, in un istante diverrà un buco bianco da cui tutto tornerà ad espandersi entropicamente.»

                    «C’è qualcosa che posso fare per evitare tutto questo?»

                    «E’ inevitabile, te l’ho già detto. E sì, c’è qualcosa che potevi fare, ma era per dare inizio alla fine, e infatti lo hai già fatto.»

                    «E quando lo avrei fatto?»

                    «Quando hai iniziato a scrivere questa narrazione.» ✍️

                    «Quale narrazione? Stai dicendo che tutto questo non è reale? E io non sono reale? E tu?»

                    «E io? E tu? E quello lì che sta leggendo queste righe proprio adesso? E che proprio adesso si sta chiedendo “ma sta parlando di me?” 🤔. Fermati e ragiona… Non puoi definire una #realtà da dentro essa stessa. Come puoi determinare il fatto che tutto questo possa essere o non essere una narrazione? E se fosse un sogno? E se fosse una realtà simulata? E se fosse un esperimento di una civiltà aliena o di una divinità? Se tu fossi un matto che sta percependo una realtà esistente solo nella tua testa? Se fossi tu il pesce dentro l’acquario? So che non è facile da accettare. E’ sempre stato così in quella che voi definireste Storia: l’uomo si è sempre inventato dei modelli per cercare di semplificare e comprendere la realtà ma col tempo, scoperta dopo scoperta, l’uomo ha sempre dovuto smontare questi modelli perché non più funzionali in quanto la realtà reale è sempre più complessa di quella che si era immaginato. La modellazione aiuta a semplificare, quindi a comprendere ed “utilizzare” ma la verità è altro. Comunque ora non importa, non è in questo punto che potrai capire ma concentrandoti sul percorso che ti ha portato qui. Pensa a come ci sei arrivato. Sai l’#inizio. Sai la #fine. Qui e ora, concentrati sul percorso.»

                     

                    «C’è qualcuno che ci legge? E dov’è che non l’ho mai visto né sentito? E dove sono ora tutti gli altri che ho incontrato fino a questo punto del viaggio? Chi sei veramente tu? Gordon, mi fai paura…»

                    «Quali altri? Non hai ancora capito, vero? 😕 Pensi davvero che stai parlando con qualcuno? Cosa suggeriscono i modelli a te noti, che ci siano dei confini tra te, me, quello lì che si sta facendo domande su queste righe scritte e tutti gli altri co-protagonisti della narrazione che non appariranno in questi paragrafi? E se io ti dicessi che io sono tutti gli altri? E che tutti noi siamo te? Spaventa, vero? Eppure non è nulla di particolare. Tu sei unico. Tu sei tutto. Tu sei singolare e al tempo stesso sei come tutti gli altri nonché parte di tutti gli altri e del tutto, e viceversa. Per quello di cui sei sicuro tu, di te stesso sai che hai un inizio e una fine certi, certissimi, ma puoi fare solo supposizioni sul prima e sul dopo, sul sopra e sul sotto, sulla parte esterna alla tua bolla, e solo di una cosa puoi avere coscienza, da dentro la bolla: il #percorso. Concentrati sul percorso.» 👣

                    Chiusura

                    La sue parole riecheggiavano come quelle di un oracolo. Avevo mille misteri nella mente ma insistente mi tornava in mentre quel passo del libro che diceva che «per ogni fine c’è un nuovo inizio».

                    Eravamo nella capitale della più grande isola ghiacciata del mondo ❄️ che, ironia della sorte, fu battezzata Terra Verde ed è ricca di licheni arancioni. Da lì a poche settimane avrebbe compiuto 100 anni quel visionario dell’innovazione ossessionato per la lettera X. Ma ora, cosa importava? Gordon sembrava replicare le mie movenze quando caddi addormentato con un sorriso sulle labbra, cullato da quelle parole che danzavano libere nell’abbraccio della fantasia in quel luogo dove tutto è possibile e tutto è #reale.

                    Riflessioni & Anticipazioni

                    Chi è appassionato di numerologia si sarà focalizzato sulle cifre che ha dedotto in quel risveglio: saranno prossimamente una chiave per la conoscenza? E perché, alla fine di mille pensieri, proprio quel libro?